Si è svolto nel pomeriggio nella sede dell’Associazione Nazionale Bersaglieri sezione colonnello Mauro Binetti (nato a Matera il 15 gennaio 1889 e morto a Potenza il 10 novembre 1965) in via San Biagio 22 Matera il convegno sulla medicina antropologica nei Sassi di Matera con la presentazione del libro “La medicina popolare nei Sassi di Matera” a cura del farmacista Nunzio Longo per le edizioni Magister. L’incontro con l’autore è stato promosso da Virginia Caronna, socia del sodalizio materano e insignita nel 2016 dell’Attestato di benemerenza. Un incontro seguito da cittadini materani e da turisti con il cappello piumato dei bersaglieri.
I lavori sono stati aperti dal presidente provinciale generale Domenico D’Aria che ha menzionato le numerose attività culturali svolte nel 2019 sul territorio materano dall’Associazione su cui primeggia il raduno nazionale dei bersaglieri con ventimila presenze di tutte le regioni italiane, contributi anche musicali, canori, di mostre e dibattiti organizzati a Matera. Quindi la presentazione del saggio di Nunzio Longo rientra nella volontà di seguire la direttrice tracciata.
L’autore ha presentato il volume con l’ausilio di accattivanti slide che hanno coinvolto la platea sollecitata dai ricordi della civiltà contadina che vi era nella prima metà degli anni ‘50. I costumi, le tradizioni e l’utilizzo delle erbe naturali per alleviare le sofferenze ma anche il ricorso agli “esperti” del vicinato per risolvere acciacchi fisici che sovente si abbattevano sulle vite dei contadini materani. E così veniva eseguita la “stoppata” oppure venivano recitate delle litanie che a volte erano preghiere ma a volte formule “magiche” di sconosciuta provenienza ma che certamente creava un legame empatico molto forte tra l’esperto praticone e il paziente (il tutto avveniva senza alcuno scambio di danaro). Spesso il trattamento di forte fiducia sortiva la soluzione del problema e la vita continuava senza interventi chimici e interventi chirurgici. L’alimentazione materana era intrisa di prevenzione e di cura ai malanni e ciò avveniva in maniera inconsapevole da parte della civiltà contadina. Nelle umili tavole dei materani dei Sassi, vi erano i prodotti naturali della terra ricchi di multipli principi attivi ( fitocomplesso) che l’industria farmaceutica ha successivamente sintetizzato in laboratorio in singoli principi attivi e generando i farmaci di cui oggi utilizziamo per le cure. Il passato viene riscoperto attualmente con la nutriceutica che non è altro quello che si faceva primitivamente nei Sassi: nutrirsi con alimenti con principi attivi atti a sconfiggere i mali.
Un grande passato esperienzale da non perdere e da non guardare con inferiorità rispetto alle benvenute modernità delle cure farmacologiche (insostituibili per eventi acuti e cronici) e con l’ausilio di strumentazioni altamente tecnologiche (robotica, nanotecnologie, ecc…) ma che non instaurano un rapporto empatico tra curante e curato.
La presentazione si è arricchita di un interessante dibattito che ha visto un gran numero di domande poste all’autore da parte dei soci del Circolo. L’incontro è terminato con l’appello da parte del generale D’Aria a recuperare gli stili positivi del passato e associarli con la sana corsa che caratterizza i bersaglieri perché non di può essere bersaglieri se non si pratica lo sport. Lo sport è salute e i bersaglieri ne sono degni alfieri.
Molto importante la vita del generale D’Aria che nato a Grottole, si trasferì piccolissimo a Matera, città in cui ha frequentato gli studi a partire dal Sacro Cuore passando per la scuola media “Torraca” e poi alla maturità. Lascia Matera per frequentare l’Accademia militare di Modena e poi l’altra di Torino per dedicarsi, al termine degli studi, alla vita militare in campo nazionale ma anche missioni internazionali con l’ONU in India, Pakistan, Iran e Irak con diversi riconoscimenti tra cui due medaglie in nome della pace.
Ora continua con determinazione il lavoro valoriale dell’Arma con l’Associazione nazionale Bersaglieri che è apartitica, apolitica e laica. Supporta e promuove attività culturali finalizzate ad essere io legame tra le Forze Armate e la società civile. Il compito dell’Associazione è promuovere le attività culturali atte a diffondere l’amor patrio e raccontare la storia vissuta dai numerosi eroi militari nonché promuovere lo sport. Un impegno forte e deciso che ha come destinatari soprattutto i giovani, gli studenti che per motivi anagrafici non hanno vissuto in prima persona quei periodi. Il generale ha dichiarato di essere stato sottoposto a numerosi vaccini per affrontare le varie campagne militari d’oltreoceano in cui lo spirito missionario e di portatori di pace hanno avuto una ricaduta positiva anche per i civili. Per esempio, in India i nostri medici militari si occupavano anche di curare i civili del posto.
Ricorda che in Italia era obbligatorio il servizio militare e che aveva una funzione di servizio allo Stato ma aveva anche una funzione di crescita personale e sportiva per se stessi. Dalla soppressione della Leva obbligatoria registriamo un calo di manualità nella nuova generazione come anche una scarsa socializzazione. L’auspicio del Generale è che il servizio obbligatorio venga ripristinato al fine di creare una nuovo futuro per l’Italia con una nuova popolazione che abbia maggiore manualità, che pratichi sport e che interagisca tra i diversi strati sociali.
Tra i meriti dell’Associazione ricordiamo quella di essere intercessori per una migliore collocazione e supporto per i tanti militari meridionali in servizio nelle diverse caserme del nord.
La promotrice della serata letteraria è stata la socia Virginia Caronna che all’età di 9 anni, già orfana di madre, con suo padre si recò a vedere una sfilata di bersaglieri sul lungomare di Bari. Purtroppo nella concitazione si smarrì e disperata restò immobile a piangere fino a quando un bersagliere di fermò impietosito e la prese in braccio chiedendole dove fosse sua madre. La piccola Virginia, tra i singhiozzi del pianto disperato, sussurrò che sua madre era in cielo. I bersagliere non si perse d’animo e cerco in tutti i modi di ridestare serenità alla piccola porgendo il proprio cappello invitando ad accarezzare il piumaggio del gallo cedrone. Virginia acconsentì e ricorda quelle carezze come se fossero fatte verso sua madre, rimase folgorata per sempre dal corpo dei bersaglieri. Cresciuta si è dedicata con amore e professionalità proprio ai più piccoli diventando insegnante nelle scuole dell’infanzia.
Con il pensionamento Virginia Caronna ha più tempo libero da dedicare all’Associazione e ha promosso questo evento in qualità di madrina del Circolo, ringraziando i numerosi soci che hanno partecipato, il presidente provinciale generale Domenico D’Aria e il presidente cittadino Francesco Frisino per averlo reso noto.
Nunzio Longo: “L’esperienza di un mondo sorgivo e primitivo, scritta nelle pieghe di una natura impervia e selvaggia, si è resa vita concreta nella lotta per la sopravvivenza di un popolo che ha solcato i secoli facendo giungere l’eco della sua creatività alle generazioni future. La Medicina di oggi scientifica e tecnologica guarda a questa esperienza millenaria con rispetto ed ammirazione”.
La fotogallery del convegno (foto www.SassiLive.it)