“Certe volte basterebbe solo leggere, riconoscere e ricordare quanto abbiamo dichiarato più volte sino al Marzo 2019. Dal punto di vista normativo, per competenza regionale sul tema cinghiali nella precedente legislatura abbiamo fatto tutto il consentito, contrariamente a quanto sostenevano Coldiretti e la Lega con il centro destra che, dopo aver riempito di slogan ed illusioni le piazze dicendo che avrebbero risolto tutto in pochi giorni. A 11 mesi dalle elezioni pare si trovino sempre con un fenomeno emergenza cinghiali in netto incremento insieme a inutili mozioni presentate in Consiglio e provvedimenti bandiera che non aggiungono nessuno strumento in più.”
Lo dichiara il Consigliere Regionale Luca Braia, capogruppo Italia Viva ed ex Assessore all’Agricoltura.
“Fa abbastanza riflettere infatti – prosegue Braia – che sia io a dover difendere gli uffici leggendo a stampa che la Basilicata, secondo la Cia-Agricoltori Basilicata in genere molto attenta sul tema, debba prendere esempio dall’Umbria e dalla sua norma di qualche giorno fa, per autorizzare gli agricoltori con licenza di caccia a sparare ai cinghiali nelle proprietà, a tutela delle proprie produzioni agricole. Non perché sia una proposta sbagliata anzi, è semmai il contrario: la Basilicata ha già “svoltato” e legiferato dal 2018 su questo tema.
“Nel caso in cui si rilevi la presenza di cinghiali, è consentito ai proprietari e/o conduttori dei terreni agricoli non ricadenti nei “quadranti di caccia” e muniti di abilitazione di abbattere il capo…” (DGR 207 del 9 marzo 2018, piano tutt’ora in vigore perché valido fino al 31/12/2020).
Oramai, prendiamo atto che si dorme veramente da un anno sull’emergenza cinghiali e non solo su quello. La Regione non ne parla più, neanche per il tramite dell’Assessore Fanelli che non mi sembra abbia mai preso una posizione, quale che sia, non fornendo alcuna notizia alle Associazioni di categoria riguardo alle eventuali azioni che si stanno mettendo in campo, facendo dimenticare anche quelle esistenti, pur di scrivere qualcosa ai giornali.
Rimangono tutt’ora in vigore, e meno male mi permetto di aggiungere, quelle attivate durante il mio mandato di Assessore e cioè tutte quelle che la norma nazionale e regionale ci consentiva di applicare e di far applicare agli AA. TT. CC. nelle aree vocate e ai Parchi nelle aree protette, cioè su tutto il territorio, dove tra le altre cose è anche consentita la caccia di selezione 12 mesi l’anno, ricorderei anche questo alla cittadinanza.
Invito la Cia-Agricoltori Basilicata ad andare a rileggere l’Art. 4 del disciplinare caccia di selezione il testo della norma che si ripete, chiaramente, anche nei piani annuali 2019 e 2020. Dal 2018, infatti, nostri piani di abbattimento prevedono la possibilità, da parte del cacciatore se munito di licenza di caccia, di abbattere direttamente anche se l’area non è oggetto di prelievo ma riscontra danni alle sue produzioni e non vi è il tempo di chiamare l’ATC per un cacciatore di selezione.
Rispetto alla nota inviata da Cia-Agricoltori Basilicata al Presidente del Consiglio Regionale Cicala e a tutti i capigruppo in Consiglio, come rappresentante di Italia Viva ed Assessore all’agricoltura della precedente legislatura, sono disposto ad incontrarli anche domani, per spiegare quanto, sul tema contenimento cinghiali e fauna selvatica, è già in vigore nella nostra regione e raccogliere proposte su quanto si potrebbe ancora fare.
Tutto quello che é stato programmato – conclude Braia – normato, pianificato e finanziato (come le gabbie nei parchi e l’avvio della filiera) deve essere solo celermente ed efficacemente applicato e attuato. La reale lotta all’emergenza cinghiali sta nel cambiare la legge nazionale per cui Centinaio allora Ministro leghista era stato ripetutamente sollecitato. Oggi, su questo, sta già operando il Ministro Bellanova insieme al Ministro dell’ambiente Costa. Il resto é inutile perdita di tempo.”