Consigliere regionale Braia: “Applicare la legge regionale sull’olivicoltura e non perdere il lavoro svolto”. Di seguito la nota integrale.
“La politica regionale agricola deve darsi una mossa. Se le leggi esistenti non piacciono, si propongano cambiamenti, se vanno bene le si applichi celermente. Nel ruolo attuale di opposizione costruttiva, riteniamo doveroso oltre che utile e necessario rivendicare il lavoro già fatto negli ultimi anni e spingere perché le leggi approvate e le iniziative che hanno avuto successo vengano attuate e perpetrate per il bene del comparto di riferimento. Dopo la questione posta nei giorni scorsi sull’Agricoltura Sociale ancora totalmente inapplicata, oggi corre l’obbligo di sottolineare il blocco anche della legge sull’olivicoltura.
Dopo 11 mesi di governo, non si è ancora provveduto a dare neanche inizio all’attuazione della Legge Regionale 24/2015 per la tutela e valorizzazione oltre che la promozione dell’olivicoltura regionale. Senza commissione tecnica non possono riprendere tutte le attività del comparto né si può lavorare al programma triennale. Senza commissione, il Dipartimento Politiche agricole e forestali non può valutare il programma triennale delle attività, quantificare l’ammontare finanziario occorrente, individuare le fonti e ripartire le competenze tra i diversi soggetti partecipanti: con un bilancio in approvazione questo è impensabile.”
Lo dichiara il Consigliere Regionale Luca Braia, capogruppo Italia Viva.
“Abbiamo presentato con il collega Polese – prosegue Luca Braia – una interrogazione al Presidente Bardi e all’Assessore Fanelli, per comprendere quanto tempo bisogna ancora attendere perché la Giunta deliberi il rinnovo della Commissione tecnica, decaduta come da norma allo scadere della scorsa legislatura. Quali siano gli atti sino ad oggi compiuti per raggiungere gli obiettivi normati dalla legge regionale non è dato saperlo, così come se si intendono o meno appostare in bilancio risorse dedicate a sostegno del comparto olivicolo e come si intende promuoverlo.
Non si registrano grandi novità sulla promozione del nostro straordinario Olio in questi 11 mesi di Governo Bardi se non la buona notizia che si è presa la decisione di avviare la XVI edizione del Premio regionale Olivarum (di cui, però non si conosce programma ancora) che, vogliamo ricordare, è stato fatto ripartire dopo anni di stop, nella precedente legislatura e fermato nel 2018 solo per l’annualità negativa dell’olivicoltura italiana.
Sarebbe interessante conoscere se si stanno approntando parallelamente programmi di educazione alimentare nelle scuole, partecipazioni, non sporadiche ma programmate, nelle fiere di settore nazionali ed internazionali ecc.
Il nostro patrimonio olivicolo regionale oltre ad essere agricolo è anche storico, ambientale, paesaggistico e culturale: ha numeri di grande rilevanza per una regione piccola come la nostra, rappresentando mediamente circa l’1,4% della produzione nazionale di olio, con circa 30 mila aziende agricole e 145 frantoi attivi.
La Legge del 2015 fu frutto di un lavoro articolato volto a favorire la tutela, la valorizzazione e la promozione delle produzioni olivicole regionali di qualità, anche attraverso un’idonea e sostenibile difesa fitosanitaria delle coltivazioni.
Applicando la stessa, fu istituita la Commissione tecnica che ha lavorato in sinergia con Alsia e con l’Associazione “IGP Olio Lucano” (sei organizzazioni di produttori che rappresentano insieme oltre 11 mila olivicoltori, circa 8300 ettari di uliveti e 35 trasformatori).
Dovrebbe essere, ci auguriamo, in dirittura d’arrivo l’iter del riconoscimento IGP per Olio extravergine di Oliva Lucano ed è tempo di capitalizzare il grande lavoro fatto sino ad oggi. Proprio per questo, una importantissima legge regionale non può certo essere ancora totalmente ferma e con lei di conseguenza tutto il comparto.”