Dalla Federanisap (Federazione nazionale delle associazioni regionali o interregionali delle istituzioni sanitarie private), un nuovo allarme sulle difficoltà che i problemi del Servizio Sanitario Nazionale (Ssn) stanno causando alle strutture sanitarie private accreditate. Federanisap è stata fondata nel 1989, i soci sono proprietari di strutture che erogano prestazioni di specialistica ambulatoriale. Sono iscritti 1.000 associati che gestiscono 1.500 strutture in tutta Italia, i dipendenti sono circa 35mila, quelli che lavorano per le prenotazioni sono circa 5mila. Le prestazioni erogate sono: esami di laboratorio di analisi, diagnostica per immagini, medicina nucleare, fisioterapia, visite specialistiche, radioterapia e in questi ultimi anni anche interventi chirurgici in day surgery. L’associazione svolge la sua attività attraverso le sedi Anisap in tutte le regioni (come in Basilicata) e a livello nazionale attraverso Federanisap.
Mauro Potestio, presidente, spiega: «Fino al 2012 abbiamo riscontrato apprezzamenti da parte dei pazienti in quanto i finanziamenti che ci venivano assicurati dalla maggior parte delle Regioni ci consentivano di erogare un numero di prestazioni che poteva soddisfare la domanda e, contemporaneamente, ci consentiva di migliorare costantemente la qualità delle nostre prestazioni. Purtroppo, dal 2012 sono stati adottati i seguenti provvedimenti: blocco delle assunzioni nel servizio pubblico accompagnato da una riduzione di investimenti in attrezzature, blocco degli aumenti di finanziamenti per il privato accreditato, non revisione di regolamenti e leggi che tenessero conto dei cambiamenti organizzativi che sono intervenuti nell’erogazione di prestazioni (soprattutto esami di laboratorio). Tutto ciò ha portato all’attuale crisi del Servizio Sanitario Nazionale (Ssn) e a fargli perdere due principi fondamentali che lo caratterizzavano: l’Universalismo e la libera scelta del cittadino».
“Da quando è sorta, Federanisap – aggiunge Antonio Flovilla, vice presidente nazionale (con delega al Mezzogiorno) ha sempre mantenuto rapporti collaborativi sia a livello delle istituzioni regionali che a livello nazionale con i ministeri competenti. I principi che da sempre l’hanno ispirata sono stati: mettere al primo posto le esigenze dei pazienti, migliorare la qualità delle prestazioni, collaborare, in sana competizione, con le strutture pubbliche. In un momento storico per il SSN in cui il Ministro Speranza ha ripetutamente dichiarato che l’articolo 32 è il faro del suo programma di Governo senza una nuova stagione di collaborazione politica tra Governo e Regioni e tra Regioni e strutture della specialistica ambulatoriale accredita e senza un radicale cambio di rotta per monitorare l’erogazione dei LEA – aggiunge Flovilla – sarà impossibile ridurre diseguaglianze e mobilità sanitaria e il diritto alla tutela della salute continuerà ad essere legato al luogo e regione di residenza delle persone. Per questa ragione ogni possibilità di rispondere efficacemente alla domanda di salute che proviene in particolare da alcune categorie sociali – malati cronici, anziani, famiglie, sopratutto delle regioni del Sud – è affidata al nuovo Patto per la Salute, nel quale si devono individuare condizioni, strumenti ed opportunità per una reale cooperazione tra sistema pubblico e privato accreditato a partire dall’abbattimento delle liste di attesa”.
“La realtà attuale, soprattutto per i laboratori di analisi -afferma Roberto Cicchetti, presidente Anisap Basilicata – sta cambiando: a livello nazionale si assiste alla trasformazione in punti prelievo per esigenza di qualità della prestazione e di economia di scala. Anche in Basilicata i laboratori si sono avviati su questa direzione, sia attraverso fusioni tra strutture e sia attraverso strette collaborazioni. Però si rende necessario regolamentare il settore attraverso norme chiare al fine di definire funzioni e norme tecniche relative alla gestione del campione. E’ un processo – spiega – che le strutture di laboratorio di Basilicata stanno metabolizzando in un contesto territoriale difficile sia per numero esiguo di cittadini che di estensione del territorio. Si pensi che il numero delle prestazioni di laboratorio su tutto il territorio regionale, dal 2014 al 2019, dopo una diminuzione negli anni 2015 e 2016 (a causa del Decreto Appropriatezza) è rimasto stabile ma in una condizione di risorse bloccate al valore di quelle consuntivate nel 2011, Risorse che, ad oggi, sono insufficienti a garantire il 100% del fabbisogno. Il settore è sotto finanziato e copre solo il 75% delle richieste ovvero il 25% delle prestazioni peseranno inevitabilmente sulle tasche dei cittadini oppure contribuiranno ad allungare le liste di attesa. Ed infine vogliamo ribadire la nostra forte contrarietà affinché non prendano piede in Sanità le pure leggi di mercato per le quali il valore principale lo assume il prezzo della prestazione: è facilmente intuibile che il prezzo minore si accompagnerà ad un decadimento della qualità che comporterà danni per i pazienti e costi futuri superiori», conclude il presidente di Anisap Basilicata.
Feb 18