Riceviamo e pubblichiamo il contributo dell’ambientalista materano Pio Abiusi per conto di Città Plurale Matera in cui si affronta in modo dettagliato il tema sempre attuale dell’inquinamento ambientale nell’area industriale della Valbasento.
Storia di normale far-west
In Val Basento sembra che i tempi siano finalmente cambiati da quando il treno accompagnò Carlo Levi alla stazione di Grassano. La Basilicata era terra di masciare e monachicchi oggi è terra di misteriosi tubi che appaiono , inquinano e scompaiono, sono passati circa 80 anni la situazione anche se lentamente si evolve.
In Val Basento di tanto in tanto scoppia il caso , si accendono i riflettori e poi, dopo un po’ , tutto torna come prima.
E’ scoppiato il caso dei sacchi rivenienti dallo smantellamento della Nylstar 2 che ora giacciono abbandonati al bordo della strada e non c’è ancora chiarezza sul loro contenuto, i dati dalle analisi compiute dall’Arpab sono secretati .
La messa in sicurezza della Materit è tutta di la da venire dopo che sono stati spesi ben 500 mila Euro.
I n occasione della moria di pesci verificatesi in Settembre i rilievi Arpab furono dissecretati e resi pubblici , effetto Fenice, si potè dire finalmente ed in maniera pubblica che si trattava di sversamenti nel fiume di sostanze inquinanti rivenienti dagli scarichi fognari industriali della Mythen. Altre volte , malgrado il tempestivo intervento delle forze dell’ordine e dell’Arpab, tutto è finito nell’oblio. L’accaduto è servito a muovere le acque ed è stato interessato il Ministero dell’Ambiente che ha chiesto notizie su quanto prodotto nelle conferenze di servizio, ben 8, che si sono svolte a partire dal 16 Maggio 2006. In esse si è chiesto, tra l’altro, il Piano di Caratterizzazione e la Messa in Sicurezza di Emergenza delle acque di falda. Sempre il Ministero ha fatto evidenziare come nell’area a valle dello scarico Mythen vi sia presenza nel suolo di mercurio e zinco. Siccome è passato inutilmente tutto questo tempo e tante conferenze di servizio non hanno prodotto alcun risultato il Ministero chiede alla società Mythern di adempiere a quanto più volte richiesto , agli organi preposti di vigilare ed al Comune di emettere apposita ordinanza sindacale; è stato fatto tutto questo? Chissà.
Questo è il Ministero , nel frattempo abbiamo detto che i riflettori si sono accesi e la Provincia di Matera il 23 Novembre 2011 ha sospeso l’autorizzazione allo scarico nel Basento delle acque reflue dell’impianto-autorizzazione concessa nel 2009- ,i vincoli di concessione non erano stati rispettati; il 28 dello stesso mese viene concessa una nuova autorizzazione, questa volta provvisoria perché limitata nel tempo e questa volta i controlli dell’Arpab vengono definiti in tre al mese con calendario da stabilirsi, ci auguriamo tenuto riservato alla Società. Il 9 Dicembre vi fu una nuova revoca ed il 5 Gennaio di questo anno una nuova l’autorizzazione viene concessa sempre temporanea ed il numero delle ispezioni richieste all’Arpab vengono aumentate e manco a dirlo tutti i costi restano a carico della collettività che subisce un doppio danno quello economico e quello ambientale, è Il gioco del gatto e del topo che è già costato troppo.
E’ evidente che così non si può andare avanti e che a quella azienda che ha tra l’altro goduto di ampi contributi pubblici per investimenti, ultimamente 5 Milioni di Euro, debba essere rilasciata l’A.I.A.- Autorizzazione Integrata Ambientale-la cui richiesta è giacente come quella di Fenice e di Siderpotenza sicuramente da oltre 6 anni in qualche cassetto regionale; va stabilito il piano di monitoraggio che includa anche l’aria e va prevista la possibilità di controlli remoti, tutto a carico della società ed i reflui visto che il sistema fognario interno non riesce a dare costanza di funzionamento siano trasportati al depuratore consortile.
Siamo, inoltre, impazienti di conoscere cosa sia accaduto circa il misterioso tubo figlio di nessuno, poi scomparso, che ha scaricato liquidi inquinanti in un campo di orzo e che andrà bonificato. Appare evidente per tutto quanto è accaduto che la magistratura non può restare indifferente e debba aprire una indagine nominando un perito così come è accaduto per Fenice.
Occorre fare un punto chiaro della situazione e risalire alle responsabilità siano esse pubbliche che del privato, ancora una volta come è accaduto con Fenice.
Pio Abiusi, Città Plurale Matera