«L’Appennino è il luogo di riconquista di una lunga e radicata tradizione letteraria, artistica, identitaria che vuole essere aperta all’innovazione. Già nel nome, un lettore attento al futuro e sensibile al passato potrebbe scorgere la prefigurazione di questo doppio passo».
Sono alcune righe che presentano la saggina “Civiltà Appennino”, uscita per Donzelli Editore lo scorso 31 gennaio, realizzati dagli scrittori lucani Giuseppe Lupo e Raffaele Nigro.
Un libro in cui Nigro e Lupo raccontano un’Italia in verticale, di cui l’Appennino è la spina dorsale che attraversa territori molto diversi tra loro, dalla Calabria silana ai monti lucani, dall’Abruzzo del Gran Sasso ai percorsi delle Marche interne, fino ai monti tosco-emiliani e a quelli liguri, che lo proiettano verso l’incontro con le Alpi. Eppure, nella loro diversità, sono luoghi accomunati da una profonda identità. Sono proprio i tratti fondativi della «civiltà Appennino» quelli che gli scrittori ci rivelano in questo libro, mettendo in rapporto suggestioni e nozioni provenienti dalla letteratura, dalla storia, dall’antropologia, dall’arte. Da questo insieme di elementi emerge un paese interpretato non più secondo la tradizionale prospettiva orizzontale – Nord, Centro, Sud – ma in chiave verticale, cioè secondo la sua struttura fisica, che favorisce una lettura altimetrica della società del passato, del presente e del futuro. Una linea che fa da trait d’union tra il Mediterraneo e l’Europa, senza dimenticare le componenti socioculturali di Oriente e Occidente. Guardare l’Italia in verticale consente di rileggere la storia del nostro paese facendo perno su tre direttrici: da un lato la linea adriatica, dall’altro la linea tirrenica e, al centro tra le due, la dorsale appenninica, intesa come zona regolatrice e di confluenza. Il racconto di questa traiettoria mediana, la verifica degli aspetti assimilabili, l’indagine di una tradizione che appartiene all’Italia collinare e montana permettono di lanciare una sfida rivolta al futuro, che ha nella sua agenda non soltanto lo scopo di «riconoscersi», ma anche quello di prefigurare nell’Appennino un progetto politico, economico e imprenditoriale in grado di riqualificare un’area geografica ritenuta marginale e farne un laboratorio utopico di nuove esperienze.
“Questo volume realizzato in collaborazione con la Fondazione Appennino – spiega il direttore della Fondazione, Piero Lacorazza, autore della presentazione con Gianni Lacorazza – inaugura una serie di attività che con Donzelli sono in programma e che guardano ad un futuro delle aree interne ed al loro possibile futuro che, proprio ispirandosi alle idee della Civiltà delle Macchine di Leonardo Sinisgalli, possono immaginare solo nella capacita di coniugare innovazione e identità”.
Il volume sarà presentato per la prima volta da Raffaele Nigro e Giuseppe Lupo venerdì 21 febbraio 2020,alle ore 15,30 al Museo Provinciale in Via Ciccotti a Potenza.
Dopo i saluti del Presidente della Provincia di Potenza Rocco Guarino sono previsti gli interventi dell’editore Carmine Donzelli e del direttore della Fondazione Appennino Piero Lacorazza. Conclude il Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale Giuseppe Provenzano.