Aprire subito un confronto sulla gestione dei depuratori delle acque reflue urbane. È quanto chiedono le organizzazioni sindacali di categoria regionali di Basilicata della Funzione Pubblica Cgil e della Fiom Cgil che hanno chiesto un incontro urgente al presidente della Regione Basilicata, degli assessori regionali all’Ambiente e alla salute pubblica e alle Attività produttive, all’Ispettorato del lavoro, all’Asp e all’Asm, all’Inail di Potenza e Matera, ai prefetti e all’Acquedotto Lucano.
Come è ben noto, Acquedotto Lucano affida a ditte esterne la conduzione e la manutenzione dei depuratori per i quali purtroppo però dobbiamo registrare una serie di criticità che si riverberano sui lavoratori impiegati in tali attività sia dal punto di vista delle applicazione delle norme previste dal decreto legislativo 81/2008 in tema di sicurezza, che dal punto di vista di quanto previsto dai contratti nazionali di lavoro. Ogni cambio di appalto nei vari ambiti di gestione in cui è diviso il territorio lucano, mette in evidenza le criticità appena descritte, costringendo le organizzazioni sindacali a chiedere sistematicamente l’intervento dell’Ispettorato nazionale del lavoro per ottenere l’applicazione della clausola sociale, prevista peraltro anche dalla legge regionale 24 del 15 febbraio 2010.
Sistematicamente si registrano tentativi di ritardare o bypassare le normative in vigore con l’intento di modificare il profilo anche dei contratti individuali dei lavoratori. Grande indeterminatezza si registra anche al momento della scelta di quale contratto nazionale applicare per i lavoratori, optando spregiudicatamente, da parte delle imprese, non per il contratto più prossimo all’ambito di attività svolto, ma per quello di più immediata convenienza economica.
Molto grave risulta, in generale, lo stillicidio dei ritardi nei pagamenti delle spettanze dovute ai lavoratori e nell’applicazione delle norme di sicurezza e di igiene ambientale: poca trasparenza e ritardi si registrano su documento di valutazione dei rischi, documento unico di valutazione dei rischi interferenziali, dispositivi di protezione individuale e visite mediche periodiche.
Proprio per la delicatezza del tema ambientale legato alla depurazione delle acque, riteniamo che grande attenzione vada posta nel mantenere uno stretto controllo sui processi chimico-fisici e biologici nelle operazioni di depurazione, sia per la salute pubblica che per quella dei lavoratori che operano in quel comparto.
A tale proposito ci preme ricordare che solo l’applicazione del CCNL Igiene Ambientale e il pieno rispetto del decreto 81/2008 possono contribuire ad assicurare uno standard sufficiente di adeguatezza rispetto agli obbiettivi sopra ricordati, mettendo al riparo sia la salute dei cittadini sia quella dei lavoratori, altrimenti più esposti, questi ultimi, al rischio di serie malattie professionali.
Feb 20