Cresce anche in Basilicata tra sindaci ed amministratori locali la condivisione della proposta della Cia-Agricoltori per la sottoscrizione dei Contratti di Fiume-Paesaggio-Foce nell’ambito del territorio regionale che si configurano come strumenti di programmazione negoziata intrecciati a processi di pianificazione strategica per la riqualificazione dei bacini fluviali. Lo sottolinea l’Ufficio di Presidenza della Cia di Potenza e Matera aggiungendo che nel progetto “Il Paese che Vogliamo” presentato dalla Confederazione i Contratti sono principalmente opportunità di pianificazione e coinvolgimento del sistema del lavoro ed imprenditoriale in una logica sussidiaria e di prossimità anche delle aziende agricole.
Nel ribadire la disponibilità degli agricoltori a diventare manutentori del territorio “a costo zero” (con compensazioni su tributi consortili, spese previdenziali ed aziendali), la Cia aggiunge che la programmazione dei fondi comunitari 2021-27 è l’occasione più ravvicinata per inserire questi strumenti a finanziamento facendone metodologia di intervento organico per la manutenzione del territorio. E’ questo l’unico modo per salvaguardare le aziende agricole e i produttori che vivono ed operano a ridosso delle aree fluviali più sottoposte a rischio esondazioni per i noti problemi di scarsa o del tutto inesistente manutenzione, come è accaduto negli anni passati in particolare nel Metapontino.
La caratteristica innovativa di tali processi è la scelta di andare nella direzione della sussidiarietà orizzontale: la differenziazione dei sistemi territoriali richiede un sistema di governance flessibile, in grado di comporre a livello locale i conflitti e gli interessi mediante processi negoziali aderenti alle vocazioni territoriali e capaci di fare sistema facendo dialogare i diversi strumenti di programmazione degli interventi socio-economici con quelli della pianificazione territoriale. I contratti di fiume intendono, innanzi tutto, contribuire a superare la logica dell’emergenza mettendo in campo una politica integrata e pattizia che coinvolga tutti i soggetti interessati, verso una prevenzione attiva ed in grado di produrre indubitabili conseguenze positive anche sul piano economico.
Strettamente intrecciata è la proposta di assegnare agli agricoltori compiti di manutenzione senza spendere un euro nel senso che gli stessi compenserebbero con gli oneri dovuti allo Stato e in particolare ai Consorzi di Bonifica che, come è noto, non sono in grado nemmeno di garantire la pulizia ordinaria dei canali.
“Il settore è in prima linea nelle sfide ambientali globali, mentre gli agricoltori giocano un ruolo da protagonisti come manutentori del Paese -ha ribadito il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino. Ma senza nuove misure e interventi ad hoc per produttori e territori, non ci può essere crescita e progresso. Per questo, stiamo portando in tutt’Italia le nostre proposte, con l’obiettivo di sensibilizzare governo, regioni, enti locali, tutte le forze socio-economiche, sul ‘Paese che Vogliamo’. Un Paese in cui territorio, infrastrutture, innovazione e sostenibilità sono gli asset su cui investire risorse e costruire politiche di sviluppo”.