Impianto di compostaggio. Nulla di fatto e ricorso al Tar Basilicata per l’ambizioso progetto della Teknoservice, società impegnata in Italia nella gestione dei servizi di igiene urbana. L’investimento di oltre 25 milioni di euro, oggetto di una lenta istruttoria amministrativa, prevede la realizzazione di un impianto di digestione anaerobica del rifiuto organico con la produzione di 13.000 tonnellate anno di ammendante compostato di qualità destinato, inoltre, all’utilizzo in agricoltura in tutta l’area Metapontina e la produzione di 3.000.000 di metri cubi anno di biometano destinato all’utilizzo come biocarburante per autotrazione. Una vera novità impiantistica, la prima nel Mezzogiorno d’Italia. La Regione, ente preposto al rilascio dell’autorizzazione, però, ha rallentato il procedimento amministrativo e, quindi, la società torinese è stata costretta, suo malgrado, a presentare un articolato ricorso al Tribunale Amministrativo di Potenza per denunciare la violazione del diritto a ricevere nei termini previsti riscontro alla propria istanza. Il ricorso, che coinvolge oltre alla Regione Basilicata anche il Comune di Pisticci, la Provincia di Matera, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, il Ministero dei Beni Culturali e l’Azienda Sanitaria è stato presentato a causa della lungaggine dei tempi autorizzativi. Il ricorso è stato curato dagli avvocati Enzo Robaldo e Pietro Ferraris del Foro di Milano. I legali della società hanno denunciato la violazione dell’articolo 27-bis del D.Lgs del 3 aprile 2006 n. 152, la violazione dell’articolo 1, comma 2 e del articolo 2, comma 7 e degli articoli 14, 14-bis e 14-ter della legge 7 agosto 1990, n. 241, nonché dei connessi principi di efficienza e speditezza dell’azione amministrativa, violazione dei principi di buona amministrazione, imparzialità e certezza del diritto. Inoltre, la Teknoservice, non ha escluso un’azione risarcitoria diretta ai dirigenti che hanno, di fatto, decelerato l’iter burocratico. Insomma, la battaglia legale e giudiziaria è appena incominciata. Infine, al Presidente del Tar Basilicata è stata chiesta la nomina di commissario ad acta, che in caso di esito positivo del giudizio si sostituisca alla Regione inadempiente. E’ dunque del tutto ingiustificato l’ostruzionismo istituzionale in danno al servizio pubblico atteso anche il fatto che la società intenda usufruire degli incentivi che il Ministero dello Sviluppo Economico in data 2 marzo 2018, ha introdotto per la produzione di biometano.
Mar 04