Aziende in rosa in Basilicata: nel 2019 un’azienda lucana su tre è a conduzione femminile, agricoltura e commercio i settori più ricettivi. Più società di capitali in rosa ma calano le imprese femminili giovanili, in conseguenza di una mancanza di politiche attive sul fronte del welfare.
Potenza, 6 marzo 2020 – A fine 2019 sono state censite al Registro Imprese della Camera di Commercio della Basilicata 16.081 aziende con una donna al timone societario. Il dato è in lieve calo rispetto al 2018 (le imprese al femminile erano 16.137) ma con una media percentuale di tutto rispetto, 26,73%, che resta superiore rispetto a quella del Sud (23,76%) e dell’Italia (22%). Notevole è anche la percentuale di imprese femminili sul totale delle aziende lucane: siamo al 34,98%. Più di una su tre, dunque, vede una donna a capo dell’impresa.
E’ questa la fotografia scattata dalla Camera di commercio della Basilicata con il supporto dell’Azienda speciale Asset, che ha elaborato i dati del 2019 andando a generare delle verticalizzazioni rispetto all’universo delle imprese lucane in rosa. Le imprenditrici continuano a guardare con grande interesse l’agricoltura, settore in cui sono censite ben 6.366 imprese al femminile; 3.666 sono nel commercio, 1.051 nei servizi di alloggio e ristorazione, 1.022 in altre attività legate ai servizi, 831 nell’industria manifatturiera.
Altro dato interessante riguarda le forme giuridiche: crescono le società di capitali (nel 2019 sono al 14,48%) anche se la stragrande maggioranza delle imprese al femminile poggia ancora le basi sulle ditte individuali (pesano per oltre il 76%), che sono le più fragili e le più esposte alla crisi, sui mercati divenuti globali e competitivi. Le altre forme (società di persone, cooperative e consorzi) segnano una sostanziale tenuta rispetto agli anni precedenti.
In diminuzione, e questo dato preoccupa, le imprese femminili giovanili (cioè con a capo donne under 35), che sono passate dalle 2.085 del 2017 alle 1.965 del 2018, fino alle 1.873 del 2019. A questo proposito, la presidente del Comitato per l’Imprenditoria Femminile della Cciaa lucana, Rosa Gentile, lancia un grido di allarme: “Il dato è anche una conseguenza rispetto ad una mancata strutturazione del welfare, in relazione alla conciliazione vita-lavoro, per cui piccole e micro imprese gestite da donne spesso cessano l’attività nel momento in cui le titolari decidono di mettere su famiglia e sono costrette, loro malgrado, ad effettuare una scelta. E’ uno dei punti-cardine in discussione al Comitato la necessità di avere un sistema di nuove politiche attive del welfare, che osservi i tempi e le dinamiche delle nostre imprese e apra una rete di sostegno e di accompagnamento in grado di rendere le sfide della vita e del lavoro delle imprenditrici conciliabili e vincenti”.