Rosalba Guglielmi, coordinamento regionale USB Basilicata in una invita gli organi competenti a chiudere i servizi non essenziali per affrontare nel migliore dei modi l’emergenza coronavirus.
Non siamo preparati alle mezze misure, le attività non essenziali si devono fermare, i lavoratori non sono bestie sacrificali.
A cominciare dai dipendenti delle ditte di pulizia, ultimo anello di una catena cui è demandata l’igiene dei posti di lavoro, molti dei quali privi di ogni dispositivo e di idonea formazione, sino agli operai dell’industria, le cui catene di montaggio non consentono il rispetto delle norme relative al mantenimento delle distanze e dell’assembramento, ai dipendenti del commercio,a cominciare dalle addette alle casse, ancora non dotate di schermi in plexigas ai lavoratori della logistica e dei trasporti. Per non parlare dei non lavoratori, lavoratori socialmente utili e percettori del reddito minimo, adibiti per lo più a servizi di raccolta rifiuti e igiene ambientale, storicamente privi di adeguata tutela.
Tutto dimostra un sistema incapace e impossibilitato a garantire la sicurezza dei lavoratori. Quanto da noi già denunciato sulla situazione in FCA, dal problema dei trasporti per raggiungere il posto di lavoro all’organizzazione interna, riguarda tutto il sistema industriale.
È meglio chiudere per quindici giorni che un lento stillicidio. In nome di una presunta salvaguardia dell’economia si passa da norme stringenti da osservare fuori dai posti di lavoro alla quasi completa anarchia sugli stessi.
Si garantiscano i servizi essenziali con reali prescrizioni e adeguate misure di tutela degli addetti e si chiudano le attività non indispensabili.