Riceviamo e pubblichiamo la nota inviata da Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani e membro del Consiglio generale del Partito Radicale (in sciopero della fame dalle ore 23.59 del 10 marzo). Di seguito la nota integrale.
In queste ore di lotta in cui sto provando ad alimentare la mia fame di verità, democrazia e diritti umani vengo raggiunto da una notizia, rilanciata dal Partito Radicale, che dovrebbe far scattare un utile e necessario momento di riflessione. Nella Cina di XI Jinping, delle verità nascoste e delle manipolazioni di regime, a Wuhan i funzionari del Partito-stato contro il popolo vogliono organizzare corsi e giornate di “educazione alla gratitudine”.
Gratitudine obbligatoria per tutti e purghe di regime, immagino, per chi non dovesse mostrarsi sufficientemente grato.
Difficile, impossibile, dopo aver letto questa notizia non pensare al Grande Fratello orwelliano e alle “giornate dell’odio”. Ricordate? “La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza”.
La guerra sporca condotta contro i diritti umani e il diritto alla conoscenza, che diritto umano è. L’ignoranza e il buio che nascondono misfatti. La libertà ridotta a mera libertà di consumare e consumare noi stessi.
Non so perché, ma in questo momento mi viene in mente una frase del nolano Giordano Bruno: “Il pesce dell’indegno silenzio, lo scorpione della frode, il leone della tirannia” e volendo proseguire di citazione in citazione un altro capolavoro di Orwell: “La fattoria degli animali”, dove tutti gli animali erano uguali ma qualcuno era più uguale degli altri.
Quanti in queste ore sono a conoscenza di un prezioso intervento dello scrittore Wang Fang, opportunamente rilanciato dal sito del Prntt, che tra l’altro scrive: “Un governo sensibile e coscienzioso che comprende il desiderio di conforto della sua gente istituirebbe rapidamente un gruppo investigativo e inizierebbe immediatamente una ricostruzione dettagliata dell’epidemia dall’inizio alla fine, al fine di scoprire chi ha perso le possibilità di fermarlo prima, chi ha deciso di nascondere la verità dal pubblico, chi l’ha coperto per salvare la propria faccia e chi ha deciso che la vita delle persone era secondaria alla correttezza politica. Quante persone hanno contribuito a creare questo disastro? Le persone devono sapere, al più presto, chi si assumerà la responsabilità”.
Con il trascorrere delle ore, ore drammatiche per il nostro Paese, sono sempre più convinto che occorra trovare un antidoto, un vaccino contro il dilagante conformismo. Occorre trovare un po’ di realutopia che faccia da antidoto a una realpolitik che prepara e spiana la strada ai disastri del futuro.
Lo sciopero della fame per ora prosegue ad oltranza. Prosegue per la vita del diritto e il diritto alla vita, per la democrazia, i diritti umani, la giustizia. Contro le mortifere quieti che soffocano le nostre vite e le vite di interi stati e di milioni di persone. Questo il mio contributo al satyagraha (insistenza per la verità) che abbiamo iniziato con Marco Pannella nel 2009. Siamo, sono consapevole che occorre tenere accesa la luce dove altri vorrebbero far calare le tenebre. Sappiamo fin troppo bene che il silenzio uccide. Uccide verità; uccide la democrazia; uccide prospettive e futuri alternativi. Mai come in questo momento risuona forte l’eco delle parole di Marco Pannella: “la strage di diritto, diritti […] ha sempre per corollario, nella storia, la strage di popoli”.
Sono, siamo fin troppo consapevoli che “mentre la verità si allaccia ai calzari, la menzogna fa dieci volte il giro del mondo”.
Contro le gioiose macchine delle propagande di regime, ad iniziare dalla propaganda del regime totalitario di Pechino, non disarmiamo, non disarmo e se ci sarà da soffiare per far navigare e veleggiare la nave farò/faremo anche quello.
Alle massime cariche della nostra Repubblica, ad iniziare dal nostro Ministro degli esteri e dal nostro Presidente del Consiglio, chiediamo, chiedo di non continuare a tacere. Tacere significa esser complici. Non possiamo tacere sulla violazione di elementari diritti umani. Diciamolo e ricordiamo a noi stessi che l’efficientissima Cina è un regime totalitario. Chiediamo ragione dell’arresto di Lì Zehua, di giornalisti e del medico che per primo ha provato a lanciare l’allarme sulla vicenda Covid-19. Non basta commuoversi di fronte alla foto del ragazzo che fronteggia i carri armati in piazza Tienanmen. Ogni parola non detta oggi peserà come macigno domani e non potrete dire non sapevamo.
Non so se a qualcuno verrà in mente di organizzare domani in Italia giornate della gratitudine, ma so che idealmente abbraccio tutti i miei connazionali e i cinesi che hanno quale unica libertà quella di consumare, in un regime che ha realizzato la fusione a freddo tra comunismo e capitalismo reale; quasi una stretta mortale, una tenaglia.
Troppo spesso viviamo di totem, tabù e verità rivelate e indiscutibili. Di certo il tema della democrazia e della qualità delle nostre democrazie dovrebbe essere oggetto di una riflessione collettiva.
Siete propri sicuri che le questioni che proviamo a sollevare non ci riguardino?
Adda passa ‘a nuttata. Noi intanto teniamo acceso il cerino della Giustizia, della libertà, della democrazia e dei diritti umani e, per ciò che concerne il difficile momento prodotto da questa emergenza sanitaria, invitiamo tutti ad agire con senso di responsabilità e chi è classe dirigente e di governo ad avere senso dello stato e delle istituzioni e ad onorare il dettato costituzionale.