Luigi Ditella, Segretario generale Filt Cgil Basilicata. “Emergenza sanitaria, settore trasporti del tutto impreparato. A rischio la salute dei lavoratori. Ennesima riprova del fallimento Cotrab, che intanto chiede licenziamenti collettivi”. Di seguito la nota integrale.
La Basilicata si fa trovare impreparata di fronte a una emergenza sanitaria che ha messo a nudo tutte le criticità che da tempo la FILT CGIL denuncia nel settore dei trasporti e soprattutto in quello di merci e logistica. È incredibile pensare che allo stato attuale ancora non si adottino norme comportamentali condivise fra tutte le società di trasporto su gomma, dove si continua a fare ostruzionismo e ad interpretare dei protocolli che non sarebbero nemmeno serviti se le aziende avessero adottato il buon senso e la tutela della salute dei lavoratore, così come il d.lgs 81/2008 prevede: è in capo al datore di l’attuazione delle norme a tutela dell’incolumità fisica dei lavoratori. Se a questo si aggiunge lo sciacallaggio di alcune aziende – Nolè, Chiruzzi e Rocco su tutte – che, pur avendo avuto un cospicuo trasferimento di fondi a copertura di tutte le spettanze pregresse con un surplus per gli oneri contrattuali, allo stato attuale non hanno pagato i lavoratori giustificandosi con l’emergenza del coronavirus, allora vuol dire che il problema è più grave di quanto sembra.
Ciò è la riprova del totale fallimento dell’esperienza Cotrab e di come la gestione unica e monopolistica del consorzio abbia creato un sistema con aziende incapaci di anticipare una sola mensilità e di assumersi un minimo rischio di impresa. Questi comportamenti del tutto inaccettabili saranno oggetto di denuncia agli organi della giustizia del lavoro, appena saremmo fuori da questa situazione di emergenza. Con queste premesse e nonostante l’emergenza, Cotrab insiste nel voler avviare la procedura di licenziamento collettivo, del tutto ingiustificato dal momento che la legge regionale garantisce la continuità del servizio.
Per non parlare della situazione di merce e logistica, dove i lavoratori della filiera dell’alimentare dei magazzini ex Auschan continuano eroicamente a lavorare in condizioni precarie, senza una certezza per il futuro e senza la possibilità di interloquire con un rappresentante della sicurezza non votato da loro come prevede il d.Lgs 81 ma imposto da un consorzio con sede a Bergamo, quindi lontano dai lavoratori e dalle loro problematiche. Così come lontane sono le dirigenze di RFI e Trenitalia con sede a Bari, senza nessuna interlocuzione sul territorio.
Infine il drammatico grido di allarme degli autotrasportatori del Cova di Viggiano, costretti a lavorare in condizioni già di sfruttamento delle aziende subappaltatrici e che oggi vengono assimilati alla libera circolazione delle merci, come se anche loro fossero merci e non esseri umani. A tutte queste maestranze che insieme ai sanitari, alle forze dell’ordine e all’Anas sono gli eroi dei giorni nostri e dei quali se ne capisce l’importanza solo nei momenti di crisi, credo che la società abbia un debito: quando questa brutta storia sarà finita dovremmo obbligatoriamente sederci attorno a un tavolo e rinegoziare tutto, ponendo come piattaforma della contrattazione l’estrema importanza della salute e della sicurezza.