L’avvocato pisticcese Leonardo Galeazzo in una nota esprime alcune riflessioni sull’emergenza Coronavirus in occasione della festa del papà. Di seguito la nota integrale.
Che incubo! però..
Oggi nel giorno di San Giuseppe mi unisco a tutti voi nel fare gli auguri ai papà e ai Giuseppe in una slancio di vicinanza nonostante gli ultimi eventi.
La strana condizione di emergenza che in questi giorni ci accomuna tutti è più unica che rara. Sembra ci abbia proiettato in un incubo dal quale si fa fatica a svegliarsi.
Siamo tutti disorientati e un po’ impauriti dalle conseguenze che il virus potrebbe provocare a noi o ai nostri cari, sia oggi che domani. Inoltre la mancanza di precedenti rende tutto maledettamente lacunoso, incerto. Un evento eccezionale che prepotentemente sembra palesare la” prima vera prova di maturità per una generazione( io direi due) fortunata”, come chiarisce bene un bell’articolo del corriere della sera di qualche giorno fa. I presupposti non volgono al meglio ma, a onor del vero, si potrebbe dire “che spettacolo”! (cit)
L’affermazione può sembrare inopportuna e forse lo è ma come si definisce quello che stiamo facendo?
L’audacia, la professionalità, il senso del dovere, il calore e l’unità che sta dimostrando l ‘Italia. Derisa e bullizzata prima adulata ed apprezzata ora. Come dimostra la storia, anche stavolta, la necessità solletica il meglio di tutti ,soprattutto di noi italiani. Ricordiamocene quando finirà tutto, potrebbe servire ad evitarci il perenne stato di necessità e a dimostrare, nuovamente, chi siamo a chi con troppa facilità ci sottovaluta e soprattutto a noi stessi.
In questo momento sanitari,mondo accademico,sicurezza, esercenti, financo il mondo politico offrono soluzioni e conquistano credibilità internazionale anche fuori dall’ UE. Unione che sempre più spesso contraddice se stessa e mostra il fianco ai suoi detrattori a causa di una politica poco organica ed ipocrita. Una comunità europea che non sempre e certamente non con facilità, mostra la giusta riconoscenza all’Italia e al suo ruolo di Stato Fondatore sia dal punto di vista amministrativo ma ancor prima concettuale e culturale. Probabilmente qualcosa poteva farsi prima e meglio ma ritengo sia fisiologico in un tale ambito decisorio. La facile e cinica critica dei fenomeni del giorno dopo, che pur ci sono, mai come in questo caso è surclassata da una realtà fatta di coraggio, impegno e unità. Continuiamo così e, se si può, ancora meglio perché in ballo c’è tanto. É dura ma insieme ce la faremo magari uscendone migliori di prima. Emergenze come questa azzerano tutto, differenze di qualsiasi tipo ed altre velleità riscoprendo lo zoccolo duro, l’essenza di un popolo, di ognuno di noi e..solo noi, se pur in isolamento, potevamo cantare l’Inno Nazionale dai balconi, per affermare che ci siamo e ci saremo.
Viva l’Italia!