“Il monito del MAP, pur nella perentorietà dei toni, non deve assolutamente intimorirci: piuttosto deve invitarci ad una immediata riflessione, anche in seno al Comitato di Distretto, sulla oramai manifesta intenzione dello stesso Ministero di non voler più tenere conto del Protocollo Scajola, visto che, a quanto pare, non sembra nemmeno essere stato menzionato nell’incontro. Per me nulla di strano dato che da oltre un anno, anche in controtendenza con altrui pensieri, ne avevo dichiarato pubblicamente la vetustà ed il superamento. Oggi, però, nel pieno rispetto dell’autorità statale che il MAP rappresenta, mi pare eccessivo sentirsi imporre un termine di scadenza quasi che la crisi industriale del mobile imbottito sia paragonabile ad uno yoghurt che va consumato entro una determinata data: specie poi se a determinare la scadenza è colui che, forse involontariamente, ha contribuito all’ingiustificato procrastinarsi di tempi, decisioni ed interventi. Detto ciò, credo che valga la pena, anche per non passare a parte del torto, prepararsi e attivarsi con progetti seri, proposte concrete che siano realizzabili anche con forzature: questo è il momento di calcare la mano al pari di altre aziende e industrie italiane per le quali si è derogato o, quanto meno, si è soprasseduto rispetto agli aiuti di stato. Vengano anche da chi, ingiustamente e arbitrariamente mi ha attribuito responsabilità per aver proposto in passato percorsi dalla “dubbia percorribilità”, proposte e progetti seri che impattino sulle effettive e reali esigente del territorio che oggi, aimè, non è più sbilanciato verso la grande industria bensì verso la piccole e media impresa che ancora, con stenti, sorregge l’economia locale. Credo sia questo il momento di dimostrare con i fatti, e non con denigratorie e strumentali affermazioni, ciò che si è capaci di fare e quanto “si pesa” nel contesto industriale locale e nazionale: certamente non per finalità, diciamo così, polemiche ma per portare, da chiunque provenga, un risultato concreto al territorio, alla nostra città e alla forza lavoro che aspetta, oramai stremata, risposte e certezze. Per quanto mi riguarda chiederò al Comitato di Distretto di incentivare, a livello progettuale, le aggregazioni d’impresa mediante operazioni di concentrazione secondo le varie forme giuridiche previste dall’ordinamento: un esempio sono i consorzi d’impresa. Le aggregazioni hanno già ottenuto nel recente passato importanti vantaggi difficilmente “erogabili” a singole imprese e proprio il MISE ha reso possibili benefici agevolativi ai consorzi per le attività di export per favorire il processo di internazionalizzazione in forma aggregata. Dobbiamo convincere noi stessi che siamo un “distretto produttivo” in cui le aggregazioni di imprese articolate sul territorio, devono avere l’obiettivo di accrescere lo sviluppo del settore di riferimento, migliorandone l’efficienza nell’organizzazione e nella produzione, secondo princìpi di sussidiarietà verticale ed orizzontale, anche individuando modalità di collaborazione con le associazioni imprenditoriali. Non da ultimo credo si debba valutare anche la ripresa di un dialogo, ove possibile e nei limiti e nel rispetto delle reciproche posizioni e valorizzazioni, con il vicino distretto pugliese o almeno con le pmi del settore del salotto per attivare possibili forme di aggregazione consortile, a carattere multiregionale aventi come scopo esclusivo, anche disgiuntamente, l’esportazione dei prodotti delle stesse imprese consorziate e l’attività promozionale necessaria per realizzarla: a riguardo esistono forme incentivanti per le società consortili a carattere multiregionale, anche in forma cooperativa, aventi come scopo sociale l’esportazione dei prodotti delle imprese consorziate e l’attività promozionale necessaria per realizzarla. C’è tanto da fare ma resta il fatto contemporaneamente che dobbiamo combattere con la quotidiana e continua indisponibilità del sistema creditizio, finanziario ed assicurativo, per dimostrare al mercato che in questo momento sembra essere in ripresa, di esserci ancora.
Angelo Calculli.