“Il piano di razionalizzazione degli uffici posto in essere da Poste italiane, sebbene all’Ugl non soddisfi, è un primo passo avanti a fronte delle nostre richieste. La mobilità del personale sul territorio non si ferma ed è comunque costretto a muoversi dalla propria abitazione per raggiungere il proprio posto di lavoro ‘untori inconsapevoli’ itineranti”.
E’ quanto dichiara, il segretario dell’Ugl comunicazioni Basilicata, Giuseppe Di Giuseppe.
“All’indomani dei processi di riorganizzazione del recapito a differenza di quanto accade sugli uffici postali, i centri di recapito servono vari paesi del nostro territorio In alcuni casi ove i Sindaci hanno blindato gli accessi, i portalettere entrano e recapitano regolarmente. Le comunicazioni aziendali tese ad evitare contatti con la clientela, per l’Ugl sono ‘credibili sulla carta’ per i privati, ma incoerenti in materia di sicurezza con le Aziende ed Enti ove vige l’obbligo del ritiro firma del destinatario. In tutto questo, l’accanimento monetario ha indotto Amazon ad assumere nuova forza lavoro per far fronte ad un aumento esponenziale degli ordinativi. Atteso che – prosegue Di Giuseppe – il recapito lo effettua Poste Italiane che ovviamente trae profitti da un aumento di commesse, noi operatori ci chiediamo: gli acquisti online rientrano nell’erogazione dei servizi essenziali che dobbiamo fornire al governo? Vengono prima i ricavi o, la salute dei dipendenti,dei loro familiari e dei cittadini tutti? Tanto premesso, chiediamo che gli operatori di sportello, se bene assegnati in altri uffici, siano applicati nei comuni di residenza compreso il personale che viene dalle regioni limitrofe. Ed ancora chiediamo, a tal proposito – conclude il sindacalista Ugl -, la chiusura dei centri di recapito, per la tutela e salvaguardia della salute di tutti i cittadini e lavoratori. L’Ugl rimane comunque sempre disponibile a confronti con azienda e Istituzioni”.