Rosalba Guglielmi, coordinamento regionale USB Basilicata: “Bisogna fermare i servizi non indispensabili e garantire i lavoratori”. Di seguito la nota integrale.
In questi giorni ci troviamo insieme a tutte le strutture della USB nazionale a coprire con gli scioperi i lavoratori chiamati a lavorare senza alcuna sicurezza, a chiedere certezza di reddito per chi è ne è rimasto privo e a garanzia generale di una collettività che é solo agli inizi di un tracollo produttivo e di crisi di interi settori. Stiamo denunciando la situazione degli addetti alla sanità,ai trasporti all’igiene urbana, alle cooperative addette all’assistenza alle persone,alla pulizia di locali privati e pubblici,compresa quella degli ospedali, la situazione degli stessi vigili del fuoco. Fino ad ora il compito del nostro sindacato è stato quello di far rispettare i diritti, di dare voce a chi era stato costretto all’afasia, oggi siamo chiamati a mettere in salvo la stessa vita dei lavoratori, sacrificati nè più né meno come i soldati nelle trincee della prima guerra mondiale.
Stessi proletari, stessa mancanza di armi: quasi niente tamponi per chi è esposto in prima linea, se ci sono mascherine sono fatte con lo swifter, i guanti a volte addirittura negati.
E in tanti , tanti che vorrebbero restare a casa, devono stiparsi su autobus insicuri e devono continuare a lavorare anche in servizi e per produzioni non indispensabili. Altri sono momentaneamente dispensati perché le loro grosse aziende, quelle che hanno tenuto aperti gli impianti anche quando era palese che le regole non si potevano rispettare, si sono buttate sulla cassa integrazione non appena passata la norma dell’incremento delle nove settimane, tra l’altro con un budget prefissato e il rischio che non basti per tutti.
Questo mentre si sposta l’attenzione generale sui runners o sui vecchietti che si fanno la passeggiata e si chiudono sempre di più gli spazi minimi di movimento lasciatici in questi giorni. Siamo più che pronti a fare la nostra parte per bloccare il contagio e lo stiamo facendo, ma davanti alle insulse decisioni prese ieri sera dal governo, lasciando le fabbriche aperte e non fermandosi neanche davanti alle salme trasportate coi camion ai cimiteri vicini, comincia veramente a montarci la rabbia, abbiamo di nuovo bisogno di capire qual è la classe a cui apparteniamo.