La Giunta regionale ha approvato, su proposta dell’assessore regionale alle Politiche agricole e forestali, Francesco Fanelli, la delibera riguardante gli “Indirizzi regionali di programmazione faunistico venatoria”.
Il provvedimento, indispensabile per procedere alla redazione del nuovo Piano faunistico venatorio regionale (Pfvr) ne illustra obiettivi e modalità, differenziando il territorio in aree destinate alla caccia, istituti di protezione e di gestione del prelievo venatorio. Il documento di indirizzo, redatto dall’Ufficio foreste e tutela del territorio del dipartimento Politiche agricole e forestali, indica le linee guida per la stesura del Piano definendo gli orientamenti ed i parametri atti a garantire e promuovere omogeneità di programmazione della gestione faunistico-venatoria a livello regionale.
Il Piano sarà uno strumento pianificatore che apporterà novità rispetto a quello vigente e risalente al 1997, in quanto, con la riforma Delrio, le competenze riguardanti le politiche ittico-venatorie sono state trasferite dalle Province alle Regioni. Dopo l’approvazione della deliberazione di Giunta, l’atto è stato trasmesso alla terza Commissione Consiliare competente “Attività produttive, territorio, ambiente” per il prescritto parere. Gli indirizzi sono stati formulati sulla base della normativa vigente in materia, delle indicazioni fornite dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) e dell’esperienza maturata a seguito dell’applicazione del piano regionale precedente. Tra gli obiettivi prioritari la conservazione e tutela della fauna e degli habitat, la riduzione di selvaggina immessa sul territorio proveniente da allevamento; la gestione dei cinghiali al fine di giungere ad una densità e distribuzione territoriale della popolazione compatibile con le attività antropiche. Il documento di indirizzo è articolato in tre parti: la prima fondata sull’analisi conoscitiva del territorio (con dati inerenti la caratterizzazione territoriale, l’attività venatoria, gli istituti faunistici esistenti, i danni provocati dai cinghiali alle colture agricole e ai sinistri automobilistici nonché, al patrimonio zootecnico); la seconda riguarda le strategie e la terza la pianificazione e la gestione faunistica. Nello specifico, detta le linee guida per: la definizione del territorio agro-silvo-pastorale sui quali definire gli ambiti territoriali di caccia, la gestione degli istituti faunistici, il monitoraggio della fauna, per i miglioramenti ambientali, la gestione della fauna selvatica, ecc. Il Pfvr, di durata quinquennale, dovrà essere articolato per comprensori omogenei e finalizzato all’individuazione d’istituti e di aree destinate alla protezione della fauna selvatica assicurando la destinazione di una quota del 30 per cento del territorio agro-silvo-pastorale, in particolare ad oasi di protezione, destinate al rifugio, alla riproduzione e alla sosta della fauna selvatica; a zone di ripopolamento e cattura; ad aree protette in cui sia vietata l’attività venatoria anche per effetto di altre leggi o disposizioni.
“L’approvazione delle linee guida – ha dichiarato l’assessore Fanelli – è il primo passo per la redazione del Piano faunistico, uno strumento atteso da tempo che consentirà di pianificare e programmare tutte le azioni in materia faunistico-venatoria. La mancanza di pianificazione ha creato finora non pochi problemi nella gestione della fauna selvatica. Si tratta di un provvedimento di fondamentale importanza per il territorio regionale – ha spiegato Fanelli – una risposta a tutti i soggetti interessati, dai cacciatori agli imprenditori agricoli e gli allevatori. Nonostante il difficile momento che stiamo vivendo, abbiamo messo in campo ogni azione per cercare, quando l’emergenza sanitaria sarà finita e torneremo alla normalità, di essere pronti e poter ripartire, avendo approvato un atto preparatorio che servirà a programmare e gestire le attività venatorie”.