Michele Fasanella, Coordinatore regionale MGS Basilicata: “Reagire subito contro i 1300 licenziamenti del Cotrab”.Di seguito la nota integrale.
Ci sono aziende che sostengono i dipendenti nei momenti di difficoltà. La Cotrab non è una di loro. L’emergenza coronavirus insegna ai lucani che chi fa impresa in Basilicata adora scaricare sui lavoratori tutti i costi di questa crisi. Lo dimostra il licenziamento collettivo che il Consorzio Trasporti di Basilicata ha deciso di implementare, in incognito, negli ultimi giorni.
La situazione dei lavoratori del trasporto pubblico era disperata da mesi. Senza stipendio e senza diritti, i dipendenti della Cotrab hanno comunque continuato a garantire il servizio essenziale di trasporto pubblico. Dopo lo scoppio della crisi sanitaria, i lavoratori hanno patito anche il rifiuto, da parte dei gestori del servizio pubblico locale, di attivare i comitati di sicurezza aziendale, o di includervi i rappresentanti sindacali (lo denuncia Luigi Ditella, FILT CGIL).
Nonostante i numerosi sacrifici dei dipendenti, l’azienda ha deciso di procedere al licenziamento.
È palese l’unico scopo della Cotrab: «rivendicare uno strumento di pressione nei confronti della Regione per il rinnovo di un contratto più vantaggioso» (Luigi Ditella, FILT CGIL). Quindi, come sempre succede quando le istituzioni chiudono gli occhi, le aziende non esitano a speculare sulla pelle di chi lavora, pur di ottenere una briciola di profitto in più.
MGS Basilicata chiede che la Regione, le Province e i Comuni di Matera e Potenza intervengano subito contro la decisione della Cotrab di sospendere il servizio di trasporto pubblico locale. È importante reagire subito contro quest’atto inaccettabile, e denunciare pubblicamente l’illegittimità del licenziamento collettivo. Le istituzioni spingano la Cotrab a revocare i licenziamenti, riattivare il trasporto pubblico e ascoltare i sindacati, a lungo ignorati dall’azienda. Non è possibile che una singola azienda possa decidere arbitrariamente di lasciare migliaia di famiglie in preda alla fame.