Di seguito la nota sull’emergenza Coronavirus inviata alla nostra redazione dal gastroenterologo materano Nicola D’Imperio, già primario all’ospedale Maggiore di Bologna dal 2001 al 2014,
Il 21 febbraio, all’inizio dell’epidemia che poi si è rilevata pandemia, essendo questa causata da un Coronavirus avevo scritto un articolo rassicurante in cui sostenevo che un normale Coronavirus è, per quel che concerne le manifestazioni cliniche, più o meno simile ad un virus influenzale.
Il 13 marzo, quando l’epidemia era divenuta pandemia e l’attuale Coronavirus aveva ormai mostrato la sua aggressività insolita, avevo pubblicato un secondo articolo in cui sostenevo che il virus sicuramente aveva subito delle mutazioni e mi sono soffermato a lungo a parlare delle cause delle mutazioni genetiche in generale, quelle naturali e quelle indotte dall’uomo. Tra quelle indotte dall’uomo ho accennato al cambiamento atmosferico, all’aumento della temperatura globale, all’inquinamento, che sono quelle indirettamente causate dall’uomo. Per non essere accusato di catastrofismo non avevo accennato alle mutazioni genetiche direttamente volute dall’uomo in laboratorio, per manipolazione delle catene di RNA o del DNA (oggi si usa il bruttissimo termine di ingegnerizzazione).
Ma ieri si è diffusa a macchia d’olio la notizia dell’esperimento, eseguito in collaborazione tra americani e cinesi, del 2015 e che è continuato negli anni successivi, nel laboratorio di massima sicurezza dell’università di Whuan, esperimento eseguito sul Coronavirus. Addirittura ancora prima, nel 2013, si era deciso di riesumare dei cadaveri, conservati in Alaska, di alcune vittime della “Spagnola” del 2019, per studiare il virus di quell’altra pandemia eccezionale e lo studio del 2015 è collegato a questo.Pensate che si sosteneva che la finalità di questo studio sulla “Spagnola” di 100 anni prima era quello di scongiurare una pandemia simile in futuro!
Nel precedente articolo spiegavo la metodologia di uno studio scientifico, ma ho volutamente omesso un punto preliminare: l’approvazione da parte della commissione etica, che deve dare il suo parere sulla correttezza etica del lavoro. Per esempio in questi studi di ricerca di base sul patrimonio genetico virale la commissione etica avrebbe dovuto rispondere almeno alle seguenti domande:
-E’ eticamente corretto andare a “risvegliare” il virus della pandemia di “Spagnola” del 1919?
-E’ eticamente corretto introdurre nella catena dell’RNA del coronavirus del topo una proteina presa dal pipistrello che ne cambia i caratteri e lo fa diventare aggressivo per l’uomo?
-Qual è il rapporto rischi-benefici di uno studio del genere? Cioè arreca un reale vantaggio alla cura di quella determinata malattia che si vuole studiare?
-I laboratori in cui si eseguono questi studi hanno tutti i requisiti di sicurezza certificati?
Le domande scaturiscono solo dopo che la commissione etica ha esaminato il progetto di studio, le mie sono solo degli ipotetici quesiti. Il problema è proprio relativo ai componenti della commissione etica che spesso è costituita solo di addetti ai lavori, ad esempio solo o prevalentemente virologi che si interessano di ricerca di base, trascurando i clinici che valutino obbiettivamente il reale vantaggio dello studio sulla salute dell’uomo.
E’ uno scollamento storico che esiste in tutto il mondo tra ricerca di base e ricerca clinica! Cioè spesso la ricerca di base, dietro interessi che possono essere molteplici e diversi, viene eseguita a prescindere dal fatto che possa essere utile nella pratica clinica, cioè alla salute pubblica.
Ho scritto una settantina di lavori di ricerca clinica pubblicati su riviste internazionali e altre decine su riviste nazionali e, inoltre, ho fatto parte del comitato etico per la ricerca scientifica degli ospedali in cui ho lavorato e ho una certa esperienza in campo virologico perché, quando ero all’ospedale Bellaria di Bologna, presso il nostro istituto c’era un laboratorio molto all’avanguardia che si interessava delle ricerche sul virus dell’epatite B, C e l’AIDS e in primis curavamo che il settore di ricerca di base fosse strettamentelegato a quello della ricerca clinica.
Per l’importanza dell’argomento e per le conseguenze catastrofiche che sta apportando il Covid in tutto il mondo è ovvio che solo ad accennare che il virus possa essere stato modificato geneticamente in laboratorio e che poi, per errore (voglio escludere l’ipotesi quasi fantascientifica che possa essere stato fatto volontariamente!), sia sfuggito dal controllo, si alzino non solo barriere, ma muraglie cinesi, americane e chi più ne ha, più ne metta! Nessuno ammetterà mai un errore del genere e farà di tutto per celarlo, e non è difficile perché in pochi conoscono questo argomento così specifico e inoltre l’ambiente internazionale è molto ristretto. I ricercatori di Nature Medicine, quelli cinesi o americani o quelli di Pavia possono pure assicurare e giurare che il virus della “Spagnola” riesumato nel 2013 dopo un secolo e il virus manipolato nel 2015 e negli anni successivi a Whuannon abbiano nessuna relazione col Covid, ma non sono convincenti!
E non è necessario che ci mostrino le catene o le molecole o i legami dell’RNA a riprova che questo virus non ha nulla a che fare con quelli in studio dal 2013, tanto è argomento molto specifico che possono manipolare a loro piacimento.
Sono sufficienti alcune considerazioni molto ovvie di tipo pratico e clinico:
-Nel 2013 inizia uno studio della pandemia “Spagnola” del 1918-19 che uccise decine di milioni di persone e fece 500 milioni di infettati in tutto il mondo, lo studio cino-americano di Whuan è collegato a questo
-Il primo focolaio al mondo è stato proprio a Whuan, proprio dove sono stati eseguiti, nel 2015, gli studi di modificazione genetica del virus, ancora in corso nel 2019.
-A Whuan avevano apportato modificazioni genetiche al un Coronavirus e, guarda caso, questo non è un virus diverso, ad esempio un H1N1, ma proprio un Coronavirus.
-Le strutture virali si modificano spontaneamente, ad esempio il vaccino per l’H1N1, l’influenza stagionale, cambia tutti gli anni perché ci sono piccole variazioni del genoma, ma le manifestazioni cliniche, cioè la virulenza delle epidemie stagionali influenzali è più o meno costante. Un cambiamento di un Coronavirus, che di solito è responsabile di banali raffreddori oinfluenze, così drastico da dare delle manifestazioni cliniche così importanti con una mortalità che in Italia è arrivata al 10%, non si spiega, come dicono lorsignori, con una naturale evoluzione del virus, ma solo con una violenza effettuata sulla sua struttura!
Non voglio, con quanto ho sopra detto, accusare nessuno di questo guaio planetario, del resto non ne ho le prove e, se è così come sostengo, quelle esistenti sono state sicuramente già cancellate, ma voglio lanciare un avvertimento: la scienza deve operare secondo delle regole di etica obiettivamente riconosciute e controllate, se non esistono dei protocolli allora se ne facciano!
Se la ricerca, in alcuni campi delicati come la genetica, continua ad operare con logiche come quelle attuali, la pandemia del Covid sarà solo l’inizio di guai anche peggiori!