Mercoledì sera il Generale Bardi, Presidente della Regione Basilicata, ha ordinato ai sindaci lucani di “Astenersi in via categorica da eventuali dichiarazioni pubbliche, o mediante social, al fine ultimo di garantire la privacy dei soggetti positivi al Covid”
Una imposizione di cui è chiaro l’obiettivo: la fine dello Stato di Diritto e di tutte le libertà Costituzionali ancora esistenti (almeno nei paesi occidentali tra cui l’Italia e la Basilicata).
Pregiatissimo Generale Bardi prima di imporre, forse avrebbe dovuto chiedersi perchè i Sindaci lucani hanno iniziato a dare informazioni (non solo) sui social. Se davvero si fosse posto questo perché, innanzitutto avrebbe fatto una auto-analisi partendo dal suo interno e riscontrando che, le istanze – manifestate anche pubblicamente – dei sindaci lucani, si basano sulle lamentele dei loro concittadini che (giustamente) vogliono e sentono il bisogno di essere più informati. Istanze inascoltate (innanzitutto da lei).
Per cui i Sindaci hanno voluto e dovuto, solo sopperire alla scarsa informazione istituzionale della “sua” Task Force regionale.
Se davvero si fosse posto il perché, invece di “ordinare”ai Sindaci il silenzio, avrebbe già rimosso e sostituito, i suoi “comunicatori” che, tra l’altro, sono anche (molto) lautamente pagati.
Il fatto che ci sia una emergenza sanitaria, non giustifica – in alcun modo – il passaggio da un modello democratico a un modello autoritario tanto è che, i nostri padri costituenti avevano previsto, con l’Articolo 21 che, anche in caso di emergenze “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.”
Preg.mo Generale, mi permetta di ricordarle che, i Sindaci lucani, non sono un corpo d’armata. La limitazione della libertà dei Sindaci è applicabile solo con “riserva di legge assoluta” mentre lei vorrebbe impedire la loro libertà di parola, con atti amministrativi!
L’unica “voce” per informare i cittadini, non può essere quella del Governo Regionale per’altro rea, di non informare i lucani o di certo di non farlo abbastanza e/o come vorrebero. Questo chiedono i cittadini, in questo inimmaginabile e terribile momento, e per il loro tramite i Sindaci.
Vietando ai Sindaci il diritto di parola e di espressione, di fatto sta conclamando una dittatura.
La sua Task Force regionale, potrà raccontarci solo una parte della verità che solo i Sindaci, vivendo anche le frazioni del nostro territorio, possono completare.
Lo stato di emergenza a cui lei fa riferimento, era stato espressamente escluso dai nostri padri costituenti e il suo atto amministrativo non può privare i Sindaci della libertà di parola e di espressione ovvero dei fondamentali che i nostri padri costituenti, non hanno previsto di vietare per qualsiasi emergenza e che sarebbe applicabile solo con la “riserva di legge assoluta”.
Questa sua forma autoritaria di governo è, di fatto, una dittatura.
Ora più che mai, la diffusione delle notizie sanitarie nei nostri Comuni in maniera chiara e precisa, integrata con la divulgazione dei risultati della ricerca delle istituzioni scientifiche, è fondamentale per responsabilizzare e tranquillizare i cittadini.
Il regime sovietico di Stalin utilizzava l’imposizione e la punizione quando un Sindaco integrava la propaganda ufficiale. Un’attività di censura e di controllo sistematico della comunicazione e, in particolare, della libertà di espressione, di pensiero, di parola.
Ma, caro Generale, in Basilicata siamo ancora in democrazia ed è in maniera democratica che va amministrata. Il popolo lucano non è un esercito da comandare.
Il vero carattere si rivela nelle scelte che un essere umano esercita sotto pressione: maggiore è la pressione, più profonda è la rivelazione del suo carattere.