Coronavirus, Aned Basilicata chiede piani di emergenza per i centri dialisi. “Occorre adottare tutte le procedure a protezione dei pazienti e sanitari”. Di seguito la nota integrale.
In riferimento ad un articolo pubblicato su alcuni quotidiani circa il disinteresse dell’ANED Basilicata riguardo ai problemi denunciati dai dializzati afferenti al centro dialisi dell’ospedale di Venosa, la scrivente Associazione precisa quanto segue.
In data 17 marzo 2020 abbiamo inviato al Presidente della Regione Basilicata, all’Assessore alle Politiche della Persona e al Direttore Generale del Dipartimento alle Politiche della Persona una nota attraverso la quale chiedevamo di conoscere i piani di emergenza previsti per i centri di emodialisi, con previsioni relative ai diversi scenari epidemici che potrebbero verificarsi e, qualora non vi fossero, dare indicazioni affinché siano approntati in tutti i centri dialisi regionali, al fine di evitare la diffusione del contagio da COVID-19.
In questo quadro abbiamo inoltre auspicato l’approntamento di un accurato triage in ingresso obbligatorio in tutti i centri dialisi, con isolamento dei casi sospetti e, in vista di una ulteriore manifestazione del contagio tra i malati dializzati, che vengano individuati centri dialisi dedicati, almeno uno per ogni provincia.
Questo perché, purtroppo, i pazienti nefropatici rappresentano una delle popolazioni a maggior rischio di contrarre l’infezione a causa del nuovo virus.
Con una successiva nota sempre in data 17/3/2020, inviata alle stesse istituzioni regionali, abbiamo chiesto l’estensione della distribuzione di farmaci ospedalieri alle farmacie del territorio o di prevedere la consegna degli stessi al domicilio dei soggetti immunodepressi, tra cui anche i trapiantati d’organo, al fine di eliminare l’accesso di questi pazienti presso gli ospedali, riducendo il potenziale rischio di contagio.
Infine con lettera del 20/3/2020, abbiamo invitato il Presidente della Regione Basilicata, l’Assessore alle Politiche della Persona, il Direttore Generale del Dipartimento alle Politiche della Persona e i Direttori Generali dell’Azienda ospedaliera “San Carlo” di Potenza, del CROB di Rionero, dell’Azienda sanitaria di Potenza e Matera, ad adoperarsi affinché in tutti i centri dialisi lucani vengano scrupolosamente adottate misure, procedure e comportamenti, sia da parte degli operatori dei centri che da parte dei pazienti e loro accompagnatori, prima, durante e al termine della terapia dialitica, per contenere la diffusione del contagio da COVID-19, nonché garantite le forniture di protezione individuali per tutti i sanitari e i pazienti.
Particolare attenzione deve essere posta per il riconoscimento e l’isolamento precoce delle persone con infezione respiratoria e/o risultate positive al nuovo virus.
Inoltre il trasporto dei pazienti dializzati devono essere individuali e sia gli operatori che gli stessi pazienti devono adottare strumenti di protezione individuali.
Nella stessa lettera, inoltre, abbiamo chiesto alle Istituzioni di fornirci informazioni chiare e dettagliate circa le notizie apparse su diversi quotidiani, sulla possibile destinazione dell’ospedale di Venosa alla cura dei soggetti contagiati da COVID-19, al fine di evitare inutili e pericolosi allarmismi e forti resistenze.
Ad oggi non abbiamo ricevuto nessuna risposta ufficiale.
In sostanza l’ANED Basilicata chiede alle Istituzioni regionali e sanitarie lucane il pieno coinvolgimento delle associazioni, dei pazienti e del personale sanitario nella ricerca di soluzioni il più possibile eque e condivise, ma soprattutto rassicurazioni se saranno comunque garantite le condizioni di sicurezza e protezione dei dializzati e dei sanitari, qualora l’ospedale di Venosa venga destinato alla cura dei soggetti contagiati dal nuovo virus.
Tutta l’ANED è impegnata sul fronte nazionale e regionale per sollecitare l’attenzione su problemi specifici e di estrema importanza che riguardano le strutture di emodialisi.
Alcuni centri dialisi italiani sono stati chiusi in quanto sono state individuate persone positive al COVID-19. I pazienti sono stati trasferiti in altri centri a garanzia della loro sicurezza.
Per questo chiediamo con sollecitudine di conoscere i piani di emergenza e di adottare tutte le procedure di protezione e difesa dei dializzati e dei sanitari che operano all’interno dei centri dialisi.
In un momento così drammatico per il nostro Paese occorre assumere comportamenti più adeguati e avere buon senso e ragionevolezza.