Per affrontare nel migliore dei modi l’emergenza Coronavirus a Tricarico i consiglieri comunali di “Cristianamente riprendiamo a dialogare” hanno inviato una lettera aperta al governatore Bardi. Di seguito la nota integrale.
Egregio Presidente Bardi,
siamo i consiglieri Melfi, Mangiamele, Di Dio, Dema del gruppo “Cristianamente Riprendiamo a Dialogare” del comune di Tricarico.
Ci siamo astenuti dal rivolgerLe il disappunto che a più riprese ha scosso le nostre coscienze, e lo abbiamo fatto soltanto per il doveroso rispetto che abbiamo nei confronti delle Istituzioni e nella consapevolezza che il periodo burrascoso nel quale siamo caduti, per quanto ampiamente previsto, possa avere causato qualche errore ed incertezza nel timoniere. Lei che nel messaggio ai lucani di ieri sera ha inteso ribadire, categoricamente, che “la regione Basilicata ha già un commissario per l’emergenza COVID-19, ed è il presidente della Giunta Regionale”, meno di una settimana fa, altrettanto categoricamente, invitava i sindaci ad astenersi dal divulgare informazioni, cioè imponeva loro più che la censura, addirittura il bavaglio.
Forse perché confonde l’azione del “comandare”, che può essere anche categorica ma più consona ad un plotone di esecuzione, con quella del “governare” che è propria di una istituzione democratica che programma e realizza azioni finalizzate al raggiungimento del bene comune. Lei che avrebbe voluto impedire ai sindaci di informare la popolazione sugli sviluppi dei dati del contagio, ancora oggi non è in grado di controllare la veridicità di quelli forniti dalla cosiddetta “task force” che alle h. 12.00 dirama un bollettino con numero e provenienza dei nuovi casi positivi e alle h. 13.00 li rettifica. Lei che emana ordinanze di creazione di nuove zone rosse, utilizzando la tecnica del copia-incolla, sicché i comuni di Irsina, Tricarico e Grassano risultano essere in provincia di Potenza, perché l’ordinanza copiata era quella di Moliterno. Lei che nel video messaggio di ieri sera ci informa che “stiamo vedendo, stiamo valutando, ci stiamo attivando” come se il coronavirus sia solo una possibilità remota e futura, quando invece registriamo già sette decessi e oltre 200 contagi, su una popolazione complessiva che è pari ad un quartiere di Milano. Lei che non spende una sola parola sul focolaio grave, pericoloso e preoccupante che si registra a Tricarico: ma lo sa che Tricarico è uno dei 131 comuni della Basilicata? Lo sa che situazione sta vivendo la comunità dei tricaricesi, lasciata in balia di se stessa, blindata e guardata a vista dalle forze dell’ordine (cui va il nostro plauso per la dedizione con cui svolgono il loro lavoro h24), senza essere messa al corrente di ciò che ne sarà? Lei che non si fa carico neppure di interfacciarsi con le istituzioni comunali per adottare una linea se non comune e condivisa almeno partecipata? Lei crede che emanare una ordinanza con ulteriori misure restrittive – che praticamente hanno imprigionato i tricaricesi ma di certo non anche il virus – sia sufficiente per garantire la salute dei cittadini di Tricarico e degli operatori delle due strutture sanitarie qui presenti? Presidente, ci scusi se le rubiamo le parole, ma la invitiamo a adottare categoricamente ed immediatamente misure idonee a contenere e gestire il focolaio individuato a Tricarico; la invitiamo ad interagire immediatamente con l’ASM di Matera e con le istituzioni comunali di Tricarico perchè la tutela della salute, individuale e pubblica, è un diritto inalienabile. E perché le comunità dei tricaricesi e dei comuni limitrofi, comunque ed a vario titolo coinvolti in questo focolaio, non possono aspettare che lei valuti, che lei esamini, che lei si confronti con un comitato scientifico, mentre quasi trenta ammalati di covid-19 da ricoverati in un polo riabilitativo, si ritrovano in una struttura all’improvviso trasformatasi in qualcosa che, ad oggi ancora non si sa cosa sia destinata a diventare. Il tempo è trascorso invano; il coronavirus non aspetta che Lei valuti, osservi, confronti; i cittadini non possono più restare inermi e indifesi.