In relazione all’avvenuto decesso del paziente di 67 anni di Potenza, Antonio Nicastro riportiamo di seguito le note inviate dall’Asp e dall’Azienda Ospedaliera S. Carlo.
Decesso blogger potentino Antonio Nicastro, comunicazione Asp
L’Azienda Sanitaria Locale di Potenza, in merito al decesso del signor Antonio Nicastro nel reparto di Terapia intensiva dell’A.O.R. “San Carlo”, rende noto che la presa in carico del paziente è avvenuta in prima istanza il 13 marzo 2020, data in cui è stata acquisita la scheda di segnalazione a cura del medico curante. La scheda non dava evidenza dell’associazione contestuale della presenza dei criteri clinici ed epidemiologici necessari alla effettuazione del tampone naso-faringeo. Diagnosi confermata, lo stesso giorno, dalla visita che il signor Nicastro ha effettuato al Pronto Soccorso dell’A.O.R. “San Carlo”.
Il quadro clinico del paziente è stato successivamente confermato in data 17 marzo 2020 dal medico di Sanità pubblica. Cionondimeno, quand’anche non ricorressero tutti i criteri previsti per la candidabilità all’effettuazione del tampone – criteri che seguono precisi protocolli stabiliti a livello nazionale e regionale per l’emergenza Covid-19 – in termini prudenziali, l’Asp,ha disposto l’effettuazione del tampone,eseguito il 20 marzo 2020.
In data 22 marzo, il peggioramento del quadro clinico del paziente, ne ha determinato il ricovero nel reparto di Malattie infettive del “San Carlo” e, successivamente,in quello di Terapia intensiva. L’Azienda manifesta il proprio sentito cordoglio alla famiglia del signor Antonio Nicastro.
Decesso blogger potentino Antonio Nicastro, comunicazioni ospedale San Carlo di Potenza
In data 13 marzo c.a. alle ore 23.21 presso il nostro PS è stato visitato il paziente Nicastro Antonio, accesso con codice verde.
Il paziente riferiva tosse e febbre da 10 giorni, negava altre patologie e negava contatti con persone provenienti dal Nord Italia ne contatti con Covid +.
Si presentava in apparente buona salute, vigile, eupnoico, all’auscultazione toracica si apprezzava murmure vescicolare aspro e sibili a destra.
La temperatura corporea era pari a 38,2°C, la saturimetria in aria ambiente evidenziava un valore nella norma (97%).
Alla luce dei criteri epidemiologici e clinici, si ravvisava la dimissibilità del paziente (diagnosi: febbre e tosse).
Alla dimissione si consigliava terapia antibiotica im e terapia aerosolica; inoltre, essendo in atto nel nostro Paese l’epidemia COVID-19 si consigliava, in caso di persistenza del sintomo e/o peggioramento, di contattare il medico curante oltre ai numeri 1500-800996688 dedicati alla stessa epidemia in corso; si consigliava, altresì, quarantena domiciliare estesa a tutti coloro con i quali aveva avuto contatti nell’ultima settimana.
Alle 12.30 del 22 marzo, il paziente Nicastro giungeva nel Reparto Malattie Infettive accompagnato direttamente dal 118 in condizioni gravi ma non critiche.
All’ingresso egli si presentava : lucido, orientato, lievemente dispnoico, in condizioni emodinamiche stabili, saturazione di ossigeno ai limiti minimi della norma ( 91/92%), principali parametri di funzionalità epatica e renale nella norma, modesto danno epatico, quadro emogasanalitico di ipossiemia normocapnica.
Gli indici di infiammazione elevati, per il cattivo significato prognostico che rivestivano, inducevano comunque a eseguire tempestivamente ( entro meno di un’ora ) HRCT polmonare che confermava quadro tipico di COVID 19 .
Si iniziava prontamente terapia farmacologica antivirale ( clorochina + azitromicina + Lopinavir/rtv) e si programmando nel contempo terapia sperimentale con Tocilizumab, di cui sono state eseguite in toto tre sedute, in armonia con quelle che sono le opzioni terapeutiche oggi previste da tutte le linee guida Internazionali.
La scarsa responsività a ossigeno terapia ad alti flussi induceva intanto a passare al secondo step, quello della ventilazione non invasiva mediante C-PAP, anch’essa inefficace anche per scarsa tollerabilità alla stessa.
Di concerto con i rianimatori e pneumologi, il mattino successivo il paziente veniva trasferito in Rianimazione per ventiloterapia mediante intubazione orotracheale, in condizioni di lucidità , per peggioramento del quadro emogasanalitico piuttosto che di quello clinico.
L’esito infausto di questo caso nonostante la messa in atto di tutte le linee di approccio terapeutico nei vari step compreso quello intensivologico in Rianimazione è, purtroppo, pardigmatico del processo di tumultuosa , inarrestabile e, per molti versi, imprevedibile e solo parzialmente conosciuta evoluzione del quadro clinico, con drammatica compromissione della funzione polmonare ( ARDS ) che caratterizza il drammatico esito terminale indotto dal SARS-CoV2.
In questo momento di estremo dolore, si esprimono alla famiglia le più sentite condoglianze.