Lovallo Donato, segreterio provinciale Nursind, commenta le scelte del Governo Bardi per il reparto di terapia intensiva dell’ospedale San Carlo di Potenza a seguito dei decessi registrati nel nosocomio del capoluogo di regione. Di seguito la nota integrale.
Nursind: “Ponzio Pilato se ne lavò le mani…. “pur non essendoci il COVID 19”.
La storia si ripete e proprio in procinto della Pasqua.
Tutto si è risolto con il cosiddetto “commissariamento” della Terapia Intensiva (Rianimazione) e le altre Istituzioni se ne “lavano le mani”.
Tutto tralasciando le incombenze territoriali e amministrative, scaricando su un ambito che già risente di responsabilità immani. Lavoratori, che ogni giorno sono impegnati nella lotta contro il covid19, mettendo a rischio la loro stessa vita e quella dei loro cari , convivendo ogni giorno con le difficoltà note a tutti, di personale carente e costretto a coprire turni estenuanti.
Se si conoscono i numeri dei decessi in Italia (noti a tutti), si deve considerare che la letalità del virus non è una pecca di chi in questo periodo ce la sta mettendo tutta, bensì, di un intervento di rinforzo della prevenzione, che è competenza politica e territoriale .
La cura al momento e’ in via del tutto sperimentale e non del tutto nota, si procede per tentativi nella speranza di riuscire ad evitare il peggio, come del resto su tutto il territorio nazionale ( Il San Carlo non fà eccezione).
Ci saremmo aspettati, diagnosi veloci con tamponi eseguiti in larga scala, DPI per tutto il personale impegnato, compreso dei medici del territorio e del 118.
Ci saremmo aspettati in tempi brevi l’organizzazione di squadre per la “Gestione del Paziente a Domicilio” a supporto degli Ospedali riducendo gli accessi al Pronto Soccorso…. dato il tempo che abbiamo avuto per poter organizzare il tutto.
Ci saremmo aspettati la “non Querelle” sugli Ospedali Covid 19 , ed invece abbiamo
fatto anche questo.
E non meno importante, ci saremmo aspettati un riconoscimento morale ed economico per il personale impegnato nella lotta al Covid 19, per il rischio affrontato quotidianamente e perché no
per le spese che alcuni stanno sostenendo (non dimentichiamo che molti sono stati costretti ad allontanarsi dai propri cari con spese di affitti a proprio carico).
Ci aspettiamo ora una maggior presa di coscienza dei problemi reali della gente e dei lavoratori e la fine di questo “massacro” della prima linea.
Noi Infermieri, parte integrante del Sistema Sanitario ed Assistenziale non possiamo sentirci indicati quali responsabili delle scelte politiche e soprattutto identificati quali Operatori professionalmente incompetenti soprattutto in questo momento in cui avremmo bisogno di un supporto.
Ancora una volta una politica controtendenza, in cui lo spirito di sacrificio e di abnegazione , una disponibilità che non sfugge al resto d’Italia, in questo contesto diventa oggetto di schernimento ed umiliazione.