Misure pmi per emergenza Coronavirus, assessore regionale Cupparo risponde a Fontanarosa (Confimi Industria Basilicata): “Evitare speculazioni ed inutili polemiche”. Di seguito la nota integrale dell’assessore regionale Cupparo e quella già pubblicata di Nicola Fondanarosa, direttore di Confimi Industria Basilicata.
“Sono pienamente consapevole delle grandi difficoltà delle piccole e medie imprese lucane – tra tutte la liquidità – determinate dall’emergenza sanitaria, problematicità che continuo a monitorare costantemente anche con la collaborazione preziosa della task forze che ho insediato. E’ necessario però fare alcune precisazioni per evitare speculazioni interessate ed inutili polemiche alimentate, in particolare, da chi si fa scudo di una rappresentanza associativa ed invece di rivolgere legittime rivendicazioni al Governo Nazionale le scarica sulla Giunta Regionale”. E’ quanto afferma l’assessore regionale alle Politiche di sviluppo, lavoro, formazione e ricerca, Francesco Cupparo, ribadendo che “il pacchetto di prime misure straordinarie adottate, tra le prime Regioni d’Italia con fondi propri, si muovono nella strategia – diversamente non potrebbe essere – di misure aggiuntive a quelle del Governo contenute nel cosiddetto Decreto ‘Cura Italia’ le cui poste finanziarie non sono state ancora definite in dettaglio. Dunque per chiarire l’Avviso Piccoli prestiti, come indicato nelle finalità dello stesso, si rivolge a soggetti che hanno difficoltà di accesso ai canali tradizionali del credito. E’ bene ribadire a chi, evidentemente, finge di non saperlo che le amministrazioni pubbliche, non possono sostituirsi al sistema bancario o alle finanziarie nel concedere prestiti e pertanto la Regione Basilicata per il tramite della sua società in house Sviluppo Basilicata, è intervenuta con un provvedimento urgente a supporto di quelle imprese che hanno difficoltà di accesso ai canali tradizionali del credito e che sono considerate non bancabili. Né sarebbero consentito fare altro per evitare di incorrere in contestazioni di “aiuti di Stato”.
“Per le altre tipologie di imprese ‘bancabili’, in attesa delle misure previste a livello nazionale dal Decreto liquidità di prossima uscita, sono già attive, in complementarietà al Fondo di garanzia nazionale, le garanzie rilasciate dai confidi lucani utilizzando risorse erogate agli stessi dalla Regione Basilicata per integrare i loro fondi rischi di cui 10 Meuro già assegnati. Ulteriori misure – aggiunge l’assessore – saranno messe in campo per consentire di finanziare un numero maggiore di imprese anche grazie alla collaborazione degli istituti bancari e delle finanziare, in complementarietà e non in sovrapposizione, alle misure nazionali, di prossima uscita”.
Cupparo sottolinea che “l’Avviso Piccoli Prestiti, per come strutturato, va sicuramente incontro alle imprese in questa fase di criticità connessa all’emergenza coronavirus, concedendo alle stesse di utilizzare il 70% del finanziamento erogato (percentuale mai raggiunta fino ad oggi, con altri avvisi) per coprire i costi di gestione, che, si ricorda, vanno rendicontati solo entro 24 mesi.
L’affermazione secondo la quale alla domanda vanno allegati altri 10 documenti è destituita di ogni fondamento e denota quanto meno, una poco attenta lettura dell’Avviso. Gli allegati previsti sono dei format precompilati, predisposti per semplificare la compilazione degli stessi da parte delle imprese e quelli da allegare alla domanda sono solo 6 di cui 4 sono autodichiarazioni già precompilate in cui inserire i soli dati anagrafici e uno è specifico solo per alcune tipologie di casistiche.
Gli altri 3 modelli allegati all’Avviso devono essere compilati e trasmessi, solo alla chiusura dell’investimento, ovvero dopo 24 mesi dall’erogazione.
Le tre autodichiarazioni precompilate da allegare alla domanda rispondono a norme di carattere nazionale e comunitario – come è noto a tutti gli operatori professionali e imprenditoriali – alle quali la Regione, in mancanza di semplificazioni a livello nazionale non può sottrarsi, quali ad esempio il rispetto della normativa antimafia, del DURC del rispetto del limite di agevolazione De Minimis e del cumulo.
Il quarto allegato è la scheda tecnica nella quale vengono richieste informazioni sull’impresa e su quello che è lo scopo dell’iniziativa candidate. Le informazioni non sono in nessun modo complicate; le informazioni richieste sono patrimonio della società e dell’imprenditore che la gestisce e le previsioni non sono vincolanti ma servono solo a verificare la sostenibilità di quello che viene previsto, per far sì che le risorse siano indirizzate in maniera corretta e per evitare uso distorto delle stesse.
L’avviso mira anche a sostenere quelle imprese che già stanno progettando la loro ripresa a chiusura di questa emergenza. A tal proposito si evidenzia che la parte di investimenti è imposta dalla normativa comunitaria di riferimento e non può essere non realizzata. Nell’avviso è stata prevista con un importo contenuto (minimo 30%) e le spese per investimenti possono essere effettuate successivamente nell’arco di due anni.
Tale strumento si pone inoltre come strumento complementare alle altre iniziative già messe in campo e a quelle in corso di adozione da parte del Governo nazionale.
Per venire incontro alle esigenze delle imprese – conclude l’assessore – è stata creata una sezione per le faq scritte a risposta nelle 24 ore e sezioni webinnar con domande e risposte dirette e in tempo reale”.
Fontanarosa (Confimi Industria Basilicata): “Bando piccoli prestiti non va, la burocrazia uccide più del Coronavirus”
“Il recente bando pubblicato dalla Regione Basilicata per la concessione dei piccoli prestiti, da 5 a 30 mila euro, a tasso agevolato a favore delle microimprese e dei professionisti non va per niente bene, per tante ragioni, ma soprattutto per la burocrazia che mette in campo”, è quanto dichiara Nicola Fontanarosa, Presidente di Confimi Industria Basilicata.
“Un bando annunciato dall’Assessore Cupparo come una delle prime misure a favore delle imprese e professionisti in risposta alla grave emergenza da COVID-19 e così non è perchè la più grave situazione che gli operatori economici si trovano ad affrontare è la mancanza di liquidità finanziaria – presegue Fontanarosa – mentre le procedure previste dal bando sono impostate per valutare progetti di investimento dei richiedenti”.
Alla domanda telematica, i soggetti richiedenti devono aggiungere almeno altri dieci documenti, alcuni dei quali di difficile reperimento stante le attuali e note restrizioni in tema di mobilità e di inattività, mentre in questo momento si richiede di semplificare e snellire al massimo le procedure, così come si sta muovendo sia il Governo Italiano che il sistema delle banche.
Inoltre, cosa veramente incomprensibile in questa situazione, è che l’accoglimento della domanda è subordinato in modo rilevante a una valutazione di merito sulla “fattibilità tecnica, economica e finanziaria dell’iniziativa candidata” circa l’opportunità di mercato e le prospettive di sviluppo, in riferimento ai beni/servizi che si intendono offrire e la coerenza delle previsioni di ricavi con il mercato individuato. Sembrano richieste fuori dal contesto attuale dove ci sono attività economiche ferme da oltre un mese e chissà quando potranno riaprire e con quale risposta di mercato. Sfidiamo chiunque a dire con una seria previsione quando potranno ritornare ai fatturati pre-crisi gli alberghi e gli affittacamere, i ristoranti e i bar, le pizzerie e tutte le altre attività commerciali, artigianali e di servizio.
Per quanto sopra detto, invitiamo il Presidente Vito Bardi e l’Assessore Francesco Cupparo a ritirare immediatamente il bando in questione e a modificarlo per renderlo rispondente ai reali bisogni delle imprese e dei professionisti e cioè per “una rapida risposta rapida alla liquidità finaziaria aziendale”, altrimenti saranno tante le imprese che non riapriranno più dopo l’emergenza COVID-19.