La Fp Cgil di Potenza e la Cisl Fp hanno scritto ai direttori generale, sanitario e amministrativo dell’azienda ospedaliera San Carlo e al responsabile del servizio prevenzione e protezione in merito a una iniziativa assunta da un’altra organizzazione sindacale finalizzata a fornire direttamente ai propri iscritti, a richiesta degli stessi, non ben definiti dispositivi di protezione individuale da utilizzarsi nello svolgimento della propria attività lavorativa nell’azienda ospedaliera San Carlo di Potenza. Tale iniziativa, al netto della concezione della solidarietà tra lavoratori che operano negli stessi ambienti di lavoro manifestata dal sindacato in questione, che ognuno ha gli elementi per valutare, pone nuovamente rilevanti problemi di osservanza delle fondamentali regole di tutela della salute degli operatori sanitari, la cui tutela è inderogabilmente ed esclusivamente attesta alla responsabilità del datore di lavoro. A norma del dlgs 81/2008,( artt. 18,19 … 76.. ) nei luoghi di lavoro è esclusivamente il datore di lavoro tenuto alla erogazione dei dpi al personale dipendente, in quanto è in capo allo stesso la responsabilità della idoneità e funzionalità del DPI a tutelare i lavoratori dai rischi, nonché la verifica preventiva della rispondenza delle caratteristiche dei dpi alla normativa di legge e regolamentare. Per tali ragioni i lavoratori sono obbligati ad utilizzare esclusivamente i dpi forniti dal datore di lavoro e gli è inibito di utilizzare dpi non autorizzati dallo stesso. In caso contrario rischierebbero, peraltro, di non essere coperti dalla tutela infortunistica da coronavirus Inail. L’iniziativa in oggetto è evidente che confligge in modo eclatante – e meraviglia che gli autori non lo abbiano compreso prima di avviarla- con i precetti di legge sopra indicati, ma non per “banali” motivi formali, bensì perché solo in tal modo si riesce a garantire in modo unitario la tutela della salute di tutti i lavoratori. Avranno forse confuso i dpi con i gadget che i sindacati annualmente consegnano ai propri iscritti? Ovviamente altra valenza e funzione avrebbe avuto, come pure molto spesso in questo frangente temporale si è da più parti private verificato, la donazione a titolo di gesto di solidarietà direttamente all’Aazienda ospedaliera San Carlo di dpi che, una volta valutati nella loro idoneità da parte degli organi preposti, poi sarebbero dati in dotazione agli operatori, secondo criteri razionali ed in una visione unitaria del sistema di sicurezza. La avventata iniziativa comporterebbe che nello stesso ambito lavorativo gli operatori utilizzerebbero a propria discrezionalità strumenti di protezione diversi, senza alcuna relazione con i rischi incombenti, ma in connessione “con la propria iscrizione sindacale”, con evidente vanificazione della efficacia ed efficienza delle misure di protezione che per essere tali devono essere necessariamente organizzate e coordinate in modo unitario ed univoco, in modo da prevenire e contrastare sinergicamente i rischi connessi all’attività lavorativa. Per tali motivi si è chiesto un immediato intervento dei direttori e del responsabile sicurezza del San Carlo al fine di prevenire irrazionali disfunzioni nel sistema di sicurezza della salute degli operatori sanitari ed assicurare a tutti i lavoratori la adeguata tutela. La richiesta è stata quella di assumere le necessarie e tempestive iniziative, anche al fine di evitare che la tutela della salute dei lavoratori, in un momento in cui tutti gli sforzi dovrebbero essere sinergicamente orientati al perseguimento dell’obiettivo primario, sia oggetto, attraverso irrazionali iniziative, di assurde strumentalizzazioni e sciacallaggio, di cui non se ne vede la necessità, da parte di chiunque esso sia, e per qualsiasi motivo le ponga in essere.
Di seguito la replica di Uil Fpl
La scrivente organizzazione, in merito alla nota inviata da alcune sigle sindacali, presumibilmente sulla iniziativa della Uil FPL aziendale di mettere a disposizione dei propri iscritti, impegnati nei reparti COVID19 della sanità pubblica e privata, di una visiera di protezione riutilizzabile, precisa quanto segue.
A nessuno sfugge la drammatica carenza di dispositivi di protezione e sicurezza che, malgrado gli sforzi di codesta azienda e della Task Force Regionale, non si riescono a trovare per dotare tutti gli operatori che hanno contatti con i Covid19. È noto, altresì che la scrivente, da sola e unitariamente, sta denunciando in tutte le sedi tale carenza, ma per non limitarsi semplicemente a gridare “al lupo al lupo” ha ritenuto opportuno dotare i propri iscritti di un presidio efficace (quello più adeguato disponibile sul mercato) nelcaso in cui questa carenza e questa inadempienza (seppure non voluta) da parte dell’ azienda dovesse persistere. Una sorta di protezione di riserva da utilizzare alla bisogna in casi estremi.Non sfugge affatto alla Uilfpl l’obbligo delle aziende di garantire nei luoghi di lavoro la dotazione di DPI al personale, secondo quanto previsto dal DGL 81/2008, maquesto non è avvenuto e non avviene, né ci risulta che ci siano in dotazione DPI a norma CEE sufficienti da garantire il fabbisogno quotidiano di un grande ospedale come ilS. Carlo che è enorme. Lungi da noi sostituirci all’Azienda, ma non possiamo assistere inermi al dramma di operatori che vanno alla guerra senza armi, solo perché la norma prevede una cosa che nella realtà non esiste. Questa pandemia ci sta travolgendo e noi abbiamo pensato di dare un nostro piccolo contributo e non solo di ” abbaiare alla luna”. La norma, almomento, è inapplicabile per la semplice ragione che non ci sono gli strumenti per farlo. Dotare, perciò i propri iscritti di un supporto di riserva nel caso in cui manchi o scarseggi il materiale è anche un aiuto indiretto a tutti gli altri operatori, per cui è un supporto concreto e solo relativamente indirizzato ai propri associati. Essere accusati di fare sciacallaggio è una cosa inaccettabile. In questo periodo l’azienda sta ricevendo in donazione molto materiale dai soggetti più disparati, per cui il nostro gesto solidale non nuoce a nessuno, anzi, aiuta in un momento estremo di bisogno.Ecco perché ci appaiono incomprensibili le ire di chi, in passato, ha regalato maglioncini ai propri iscritti addirittura con il logo del S. Carlo e nessuno ha fiatato per pudore e buon gusto. Le visiere tra l’altro sono anonime e non riportano il marchio UIL FPL: di quale speculazione si parla!
Del resto lerisorse della Uil FPL provengono in larga parte dagli operatori che oggi sono in prima linea nella lotta a questo male orribile e, davanti ad una loro specifica richiesta, la Segreteria non poteva girarsi dall’altra parte rispondendo semplicemente “deve provvedere l’azienda”, quando sappiamo che in questo momento è vero solo sulpiano teorico. È pertanto una cosa veramente sgradevole che, di fronte ad un’emergenza così drammatica , siamo chiamati a rispondere di una scelta fatta in perfetta autonomia ed a nostre spese, anche perché non ci siamo mai permessi dal giudicare le altrui iniziative. La Uil FPL, pertanto, nelrespingere almittente le accuse di strumentalizzazioni, vigilerà sulla sicurezza degli operatori. Vi è infine da precisare che l’iniziativa è rivolta non solo al S. Carlo, ma interessa tutte le aziende della sanità pubblica e privata.