Federfarma ribadisce di aver lanciato già da tempo l’allarme su possibili speculazioni e di aver proposto, senza essere ascoltata, interventi per contrastare il fenomeno. E’ stata Federfarma, a più riprese, a chiedere a tutte le Amministrazioni competenti una
serie di chiarimenti per fare in modo che le farmacie stesse potessero vendere le mascherine a prezzi imposti e senza inutili adempimenti burocratici, che si ripercuotono negativamente sulla qualità del servizio ai cittadini.
Ed è stata Federfarma a proporre che la distribuzione delle mascherine, provenienti dal canale della Protezione civile, fosse effettuata gratuitamente dalle farmacie.
Le richieste avanzate formalmente da Federfarma fin dai primi giorni di marzo, con innumerevoli lettere, rimaste tutte senza risposta, riguardano la possibilità:
– di avere l’imposizione di un margine inferiore a quello del farmaco etico per le varie tipologie di mascherine, in modo da consentire alle farmacie di definire prezzi equi e sostenibili per la collettività;
– sconfezionare i pacchi da 50 o 100 mascherine e venderle anche in forma singola, evitando così anche fenomeni di accaparramento;
– vendere mascherine anche senza il marchio CE, come previsto dal decreto-legge n. 18 del 2020, premunendosi di acquisire da produttori, importatori e distributori le necessarie certificazioni, per ridurre i tempi di immissione in commercio.
Per quanto riguarda i prezzi delle mascherine e gli odiosi fenomeni speculativi Federfarma fin da subito si è attivata per costituirsi parte civile contro soggetti, anche interni alla categoria, che si dovessero rivelare colpevoli.
Nonostante le plurime attestazioni di stima, provenienti in primis dal Presidente della Repubblica, nonostante la categoria dei farmacisti stia pagando un prezzo altissimo, anche con la scomparsa di colleghi e con centinaia di contagiati che hanno contratto il virus continuando a tenere aperte le farmacie, tutti gli appelli lanciati per ridurre i costi e migliorare il servizio offerto alla
collettività sono rimasti inascoltati. L’unica cosa concreta che si è potuta constatare sono gli innumerevoli controlli effettuati dalle Autorità preposte, con l’elevazione di pesantissimi sanzioni per quelle farmacie che hanno avuto il buon senso di vendere mascherine singole anziché confezioni da 20, 50 o 100.
Nessun cenno per spiegare l’alterazione dei prezzi alla fonte di cui le farmacie sono le prime vittime o per dire che le farmacie si assoggettano a condizioni capestro di acquisto pur di rendere disponibili le mascherine agli anziani, ai pazienti oncologici, a quelli che debbono seguire terapie in day hospital, alle donne in gravidanza.
Sotto il profilo etico e logico, è possibile obbligare una farmacia a consegnare ad un singolo utente una confezione di 50 mascherine chirurgiche sottraendone la disponibilità in maniera irrazionale e provocando evidenti danni nei confronti della collettività ?
E’ possibile esporre le farmacie al rischio di pesantissime sanzioni amministrative per avere agito razionalmente vendendo mascherine singole sconfezionate?
Apr 09