Valeria Rosaria Singetta (Forza Civica) chiede un intervento del Governo per scongiurare la pressione fiscale che potrebbe abbattersi su cittadini e imprese quando si proverà ad uscire dall’emergenza Coronavirus. Di seguito la nota integrale.
Singetta (Forza Civica): “In questo momento lo Stato non ci aiuta, le tasse da pagare solo rimandate”.
Un sistema fiscale oppressivo non si limita a ridurre il benessere, ma distrugge anche le libertà civili e individuali.
Le tasse non riguardano soltanto l’economia di una nazione, ma anche la libertà dei suoi cittadini.
Un sistema fiscale non deve ridurre il benessere, la produzione, i consumi, le libertà civili e individuali, occorre che lo Stato tuteli i diritti di tutti, quello che sta accadendo a noi in questa fase storica invece pare una macchina di controllo
e spionaggio simile a quella dei regimi totalitari.
Perciò occorre ed è indispensabile che lo Stato riesca a controllare lo squilibrio tra le troppe tasse e la percezione della loro utilità, trasforma il problema da economico a politico.
Ogni eccesso di pressione fiscale sospende il rapporto fiduciario tra lo Stato e i cittadini. Oggi, dunque, assistiamo al paradosso che, nelle attuali democrazie, i sistemi fiscali riproducono l’autoritarismo ed il criterio espropriante dei modelli assolutistici.
Dunque, lo Stato, questo “Grande Fratello” che ci toglie la libertà, fa in modo che in nome della sicurezza noi gli cediamo il controllo delle nostre esistenze. Però un Governo non può e non deve dirci come dobbiamo vivere, ma creare le condizioni affinchè si crei un rapporto fiduciario tra i cittadini, dimostrando sicurezza.
Dunque lo Stato deve saper intervenire nell’istruzione, nella ricerca, nell’informazione, nelle professioni, nelle industrie, provocando così con il peso della conoscenza statizzata direttamente nelle vite dei cittadini che a loro spese scoprono di essere non solo meno liberi ma anche meno sicuri.
In pratica, più il potere aumenta le sue funzioni, più diminuiscono, sotto un’apparente sicurezza le libertà civili e morali.
Ritengo che lo Stato va affrontato anche come questione gnoseologica, perchè non conosce tutto, non può tutto, non deve fare tutto e la verità si manifesta come critica dei poteri di un sapere indebito, che mira a privarci della nostra prima libertà e del nostro primo dovere: il Governo di noi stessi.