Don Giuseppe Ditolve, parroco della Parrocchia San Giuseppe Lavoratore di Pisticci Scalo ha inviato una lettera aperta al Ministro della Salute, Roberto Speranza, ai deputati e senatori lucani, alla giunta regionale della Basilicata, ai sindaci lucani, alle forze armate e al popolo lucano con una serie di riflessioni sull’emergenza coronavirus e un messaggio augurale per la Santa Pasqua. Di seguito la nota integrale.
Care Istituzioni,
le priorità nella nostra vita dopo il Covid-19, con più audacia e buona volontà, dovranno essere: Salute, Lavoro e Dignità (quest’ultima, infatti, non deve essere considerata come uno scarto, perché non siamo cose ma esseri viventi).
È Pasqua, ma purtroppo non per i fragili, per gli esclusi, per gli emarginati, per chi ancora non ha avuto nessun contributo per andare avanti
ed è per questo che questa epidemia improvvisa, inattesa, rapidissima, ci deve far riflettere.
C’è bastato poco tempo per vedere come siano caduti in ginocchio l’Italia, l’Europa e il mondo, per non parlare poi della nostra amata, martoriata e sfruttata Lucania che appartiene solamente a gente laboriosa, umile e calorosa nell’accoglienza e non a chi pensa di lavarsi le mani, come è capitato a Ponzio Pilato.
Siamo tutti invitati a fare un grande bagno di umiltà e soprattutto a riflettere su che fine hanno fatto e faranno i nosocomi della nostra regione Basilicata.
Ad oggi non c’è ancora nessun progetto e questo è grave, anzi assurdo.
Il popolo lucano ha il sacrosanto dovere di sapere che fine farà e di capire il perché deve andare fuori regione per curarsi, quando abbiamo ottimi dottori, infermieri e operatori sanitari.
Dobbiamo darci la mano gli uni gli altri e ritrovare l’essenziale: la Salute.
Madre Teresa diceva che, nei paesi del benessere, la segnaletica della felicità è tutta sbagliata. Qual è la formula della felicità? E’ il comandamento dell’amore che Gesù ci ha lasciato dalla croce.
Perchè i proventi del petrolio e dell’eolico non sono investiti nelle strutture sanitarie dei nostri ospedali? Potrebbe essere una delle tante soluzioni, invece di fare arricchire le multinazionali!
Fare del bene è una festa, ma la festa più bella è che questa sia la Pasqua dell’altruismo.
Con la presente, colgo l’occasione per ringraziare le amministrazioni comunali che tanto stanno facendo e operando per ostacolare questa pandemia.
Ringrazio, oltre ai medici, infermieri e operatori sanitari, i commercianti, le forze armate, i trasportatori, i giornalisti e quanti si prodigano, come il buon samaritano, ad alleviare le sofferenze psicofisiche, morali e spirituali.
Concludo, sintetizzando, gli aspetti fin qui detti che riguardano i problemi della nostra comunità regionale, con una frase di San Giovanni Paolo II:
“Uomo che vivi immerso nel mondo, credendo di padroneggiarlo mentre forse ne sei preda. Cristo ti libera da ogni schiavitù per lanciarti alla conquista di te, all’amore costruttivo e proteso al bene; amore esigente, che ti fa costruttore, non distruttore del tuo domani, della tua famiglia, del tuo ambiente, della società intera. Solo Cristo risorto può appagare pienamente la tua insopprimibile aspirazione alla libertà! Sì, questo è giorno di Luce, di Forza e di Speranza che fa indietreggiare le tenebre minaccianti la terra”.
Auguri di una sincera e viva sperenza del Cristo Risorto.