Si è spento lo scorso 14 marzo a Treviglio, in provincia di Bergamo, una delle zone rosse più colpite dal coronavirus il materano Francesco Paolo Passarelli. A distanza di un mese riportiamo di seguito la nota inviata dai due figli di Francesco Paolo Passarelli, Uccio ed Alessandro per conto di tutti i familiari.
Sessantaseienne, da oltre trent’anni residente in terra orobica dove lavorava come dipendente pubblico all’Istituto Tecnico Agrario di Treviglio, aveva appena ricevuto la tanto agognata lettera da parte dell’INPS: dall’1 Settembre si sarebbe potuto finalmente godere la pensione, tanto da cominciare a progettarne le giornate, i mesi e gli anni.
Da una settimana circa la febbre era insistentemente alta non dandogli tregua nonostante i consulti del medico di base, il paracetamolo ed in seguito l’antibiotico. Ricoverato l’8 Marzo scorso al nosocomio di Treviglio a causa di una insufficienza respiratoria, il tampone faringeo, fatto solo in seguito al ricovero, aveva dato esito positivo al Covid-19. La strenua lotta ha avuto durata breve portandolo, nell’arco di pochissimi giorni, prematuramente via dall’affetto dei suoi cari ed amici.
“Tutto il contesto lascia una sensazione di stordimento in cui il prima, il durante ed il dopo la malattia sembra surreale, si fatica a realizzare l’accaduto e le circostanze. Pare d’essere in un film, ma un brutto film, del quale ci si aspetta, da un momento all’altro, l’apparizione dei titoli di coda per poter tornare alla vita di sempre… ma non è di film che si tratta, è tutto incredibilmente reale”.
Lo ricordiamo sicuramente come una persona molto attiva e mai ferma, amante della compagnia tant’è che coglieva ogni occasione gli fosse data per condividere momenti con amici e parenti. Sorridente e sempre disponibile, mai pago e sempre alla ricerca di qualcosa da fare, qualcosa in cui impegnarsi, soprattutto ora, ad un passo dal traguardo: la pensione.