Fase 2 e fase 3 per emergenza Coronavirus, deputato Michele Casino (Forza Italia): “Governo offende intelligenza del mondo produttivo del Paese. Il comparto dei Pubblici Esercizi non riparte con un click: occorre una strategia d’insieme che tuteli la produttività ed i livelli occupazionali. Di seguito la nota integrale.
“L’emergenza Sanitaria derivante dal diffondersi del Covid-19 in Italia, ha messo a dura prova non soltanto il Sistema Sanitario Nazionale, ma anche quella remota stabilità economica che il Paese inseguiva da anni con sacrifici immensi.
E così, dopo non aver ascoltato la nostra proposta di chiudere tutto e subito per ripartire prima, il Governo Conte, con evidente ritardo, il 9 Marzo 2020 decide di blindare il Paese per contenere il contagio della Pandemia.
Il mercato economico Italiano, fatti salvi alcuni settori di fondamentale importanza per la circolazione dei beni di prima necessità, si è fermato con grande rispetto e spirito di solidarietà proteso alla salvaguardia della Salute Pubblica.
Ci saremmo aspettati, al contempo, meno slogan e maggiore concretezza da parte dell’esecutivo sostenuto dai Grillini e dal Partito Democratico.
Delle decine di miliardi annunciati a reti unificate dall’Avvocato del Popolo, la maggior parte degli Italiani non ne conosce ancora benefici tangibili e, in una fetta importante della popolazione, la mancanza di liquidità comincia a produrre effetti irreparabili, devastanti.
Dalle nostre città ci giungono immagini fortissime, che ci spezzano il cuore.
Tante, troppe le famiglie in condizioni economiche disperate, molte delle quali hanno addirittura difficolta a garantire ai propri figli alimenti e beni di prima necessità.
Per non parlare dei pochi spiccioli destinati alla Partite Iva ancora fermi a causa delle inefficienze dell’INPS e del suo Presidente.
Nelle ore che precedevano la Santa Pasqua, il Premier Giuseppe Conte, è riapparso in Tv in diretta da Palazzo Chigi, nel corso di una conferenza stampa condotta con toni assai accessi e poco sereni, frutto di una maggioranza sempre meno coesa attorno al suo Premier.
Abbiamo appreso, dalle parole del Primo Ministro, la volontà del Governo di affidare la ripartenza ad una Task-Force guidata dal Manager Colao, facendo emergere ancora una volta la completa inadeguatezza della sua squadra.
Dalle prime indiscrezioni emerse in queste ore rispetto al rullino di marcia della fase 2 e 3, si evincono elementi assai preoccupanti soprattutto per ciò che concerne la ripresa del settore connesso alla Ristorazione, Pizzerie, Bar e Gelaterie.
In Italia sono oltre 300 mila le attività interessate dalle misure del governo che, se confermate dallo schema a cui lavorano Colao ed i suoi, verrebbero letteralmente spazzate via dal mercato, determinando una crisi occupazionale senza precedenti.
Ma come si può pensare di far ripartire siffatte attività imponendo un ridimensionamento sostanziale della capacità complessiva senza rivedere il sistema contributivo ed amministrativo?
Se le condizioni sono quelle di consentire alle attività di ristoro una riapertura assolutamente limitata da misure restrittive assai stringenti seppur condivisibili in una fase in cui il virus circola ancora indisturbato, sarebbe più funzionale non far ripartire per adesso l’industria dei pubblici esercizi, garantendo la sospensione dei fitti, dei mutui, delle utenze oltre che di ogni imposta diretta ed indiretta.
Il Governo bene farebbe ad ascoltare, attraverso la voce delle associazioni di Categoria, quelle che sono le istanze degli imprenditori operanti in un settore in grado di produrre, nel 2019, un valore aggiunto di ben 46 miliardi di euro.
Il Paese riparte solo se si è capaci di adottare provvedimenti equilibrati ed attuabili nella realtà di tutti i giorni, tutelando le istanze del mondo produttivo e dipendente”.