Gaetano Liantonio, Presidente dell’associazione Zona Franca Matera, in una nota chiede l’attivazione di una zona franca doganale a Matera. Di seguito la nota integrale.
Subito Governo, Regioni e Consorzi Industriali devono prevedere un piano di rilancio delle politiche industriali perché i soli prestiti bancari a tasso agevolato non basteranno a rimettere in moto la macchia imprenditoriale italiana e del Mezzogiorno in particolare. Le Zone Economiche Speciali (ZES), fortunatamente per quelle regioni in cui sono già operative, erano lo strumento di rilancio del Mezzogiorno imprenditoriale, a partire proprio dagli incentivi e agevolazioni fiscali ivi previste. Il fisco agevolato e la sburocratizzazione sono risultate efficaci in altri paesi. Purtroppo la ZES Jonica sta tardando a partire. C’è chi accusa il Governo centrale che non ha ancora nominato il Commissario e chi la politica delle due regioni limitrofe che ancora non rendono pubbliche le loro decisioni e i passi in vanti fatti negli ultimi due anni. La ZES doveva essere il trampolino di lancio per nuovi grandi investimenti industriali, specie esteri, e dovevano avvantaggiare i nuovi investitori, attirati da aree retroportuali ben individuate e dotate di infrastrutture e servizi. La ZES insieme al nuovo Codice doganale dell’Unione europea doveva essere l’attrattore per il Mezzogiorno e prevedere regimi particolari che avrebbero reso competitivo l’insediamento di nuove attività industriali. Nulla di tutto ciò, come è stato più volte denunciato dall’Associazione Zes Lucana. Nel frattempo Confindustria e le PMI lanciano l’allarme e tante sono le voci del coro che invitano Governo e Regioni Basilicata a dare già inizio alla Fase 2 da Covid 19, per curare adesso l’economia italiana affinchè non coli a picco. L’Associazione Zona Franca Matera un primo rimedio l’aveva già individuato in occasione del suo decennale e cioè a ottobre scorso quando propose ai consiglieri regionali ed ai parlamentari materani innanzitutto il rifinanziamento della Zona Franca di Matera, che oggi avrebbe permesso di respirare ai piccoli imprenditori ivi allocati; ma soprattutto quando sollecitò l’attuazione di una Zona Franca Doganale a Matera. Soprattutto le aree di Iesce e di La Martella, se debitamente individuate e recintate presenterebbero un duplice vantaggio per chi si insedierebbe e cioè essere in area Zes domani e da subito in area interclusa quale è una Zona Franca Doganale che, quale corridoio stradale della ZF Doganale di Taranto, a soli 65 chilometri dal porto, ben collegata con il sistema viario e dotata già delle tecnologia 5G per il controllo dei container, costituirebbe subito il trampolino di lancio dell’economia materana, ma contribuirebbe ad elevare il Pil lucano. In un’area interclusa sarebbe certo favorita e incentivata la produzione e gli scambi commerciali internazionali con la concessione di benefici fiscali specifici alle merci introdotte in questi luoghi, in deroga sia al sistema doganale e fiscale. Ciò permetterebbe di posticipare la corresponsione dei diritti gravanti sulle merci introdotte al successivo momento della fuoriuscita dalla zona franca. Per partire servirebbe solo la presentazione all’Autorità doganale del documento di trasporto che identifichi le merci, per escludere i controlli doganali per le merci in ingresso, anche se l’Autorità doganale continuerà ad esercitare le sue facoltà di legge, come prescrivere che determinate merci siano allocate in determinati locali. Anche ai fini IVA si realizza così una sospensione d’imposta. La ZFD prevede inoltre la possibilità di creare al suo interno delle imprese per la lavorazione e trasformazione delle merci importate e per la successiva riesportazione e destinate anche al consumo definitivo all’interno del territorio nazionale. Né va sottaciuto che nella ZFD non si pagano le accise sui consumi energetici e l’Iva. Meglio di così!