“I rappresentanti dei governi locali hanno espresso adesione al disegno dell’esecutivo di adottare un piano nazionale contenente linee guida omogenee per tutte le Regioni, in modo da procedere, ragionevolmente il 4 maggio, a una ripresa delle attività produttive attualmente sospese, secondo un programma ben articolato, che contemperi la tutela della salute e le esigenze della produzione”. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in un post su Facebook. Prima il premier ha fatto il punto sulla diffusione del virus in Italia: resta basso il rapporto tra nuovi contagi e tamponi fatti. Ma sono morte altre 482 persone.
“Un piano così strutturato dovrebbe garantirci condizioni di massima sicurezza nei luoghi di lavoro e sui mezzi di trasporto – ha aggiunto Conte – Dovremo proseguire nel confronto con tutte le parti sociali e le associazioni di categoria per ribadire la comune volontà di rafforzare il protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro, già approvato lo scorso mese di marzo, e di continuare sulla strada del potenziamento dello smart working”. “Sul fronte delle misure di tutela della salute, il Governo continua a lavorare per implementare i Covid hospital, l’assistenza territoriale e usare al meglio le applicazioni tecnologiche e i test per riuscire a rendere sempre più efficiente la strategia di prevenzione e di controllo del contagio”.
Walter Ricciardi, del comitato esecutivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e consulente del ministro della Salute, parlando in diretta a Sky-Tg24 non ha dubbi: “È assolutamente troppo presto per iniziare la fase 2”. Mercoledì prossimo è prevista una nuova riunione operativa della cabina di regia. Intanto Il premier spiega che si lavora a proposte di allentamento per convivere con il virus nei prossimi mesi in sicurezza: atteso nei prossimi giorni un piano chiaro.
“Stiamo facendo dei modelli che studiano quando presumibilmente ci sarà l’azzeramento dei contagi nelle prossime settimane o in certi casi nei prossimi mesi – ha aggiunto Ricciardi – e soltanto sulla base di quei numeri si potrà dare il via libera”. Secondo l’esperto il piano che il ministro Speranza sta preparando la fase due “potrà partire, soprattutto in alcune Regioni, quando conteremo i nuovi casi sulle dita di una mano e non certamente con numeri a quattro cifre”.
Altrimenti, ha proseguito, può accadere che, come è avvenuto nel passato, nel momento in cui si allentano le misure di sicurezza la pandemia potrebbe riesplodere con una seconda ondata. “Non ce lo possiamo permettere – ha rilevato – perché significherebbe richiudere prontamente tutte le attività, risigillare tutti a casa in maniera forte e soprattutto esercitare quella pressione sul servizio sanitario nazionale che poi si traduce in malati, intubati e morti. È una cosa che non vogliamo si ripeta”.