Nell’abitato neolitico di Trasanello-Cementificio, si sta svolgendo nei mesi di maggio e giugno la terza campagna di scavo, che fa seguito alle precedenti del settembre 2007 e dei mesi di maggio e settembre 2008.
I lavori, sotto la responsabilità scientifica della dott.ssa Annamaria. Patrone, Direttore del Museo Archeologico Nazionale Ridola di Matera, vedono la partecipazione del gruppo di studio del Dipartimento di Scienze Archeologiche dell’Università di Pisa, diretto dalla prof.ssa Giovanna. Radi e coordinato dalla Dott.ssa Lucia. Angeli, e di Gianfranco Lionetti assistente del Museo Ridola.
La ricerca riguarda l’occupazione umana del comprensorio murgiano nella preistoria recente ed è stata avviata nel 2007, con un progetto di durata quinquennale, promosso grazie all’interesse congiunto della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata , di Italcementi che ha messo a disposizione l’area nella propria cava della cementeria di Matera e finanziato lo scavo, condotto dall’Università degli Studi di Pisa.
Il rilancio di indagini sistematiche in questa area rientra in un programma più ampio della Soprintendenza che risponde ad esigenze di tutela come ad opportunità di valorizzazione del territorio e all’interesse ad approfondire lo studio relativo alle prime comunità ad economia produttiva del Materano.
Nel mese di maggio le indagini archeologiche si sono concentrate nell’area dove nella precedente campagna di scavo erano state identificate 5 buche di palo; estendendo la pulitura della superficie rocciosa all’interno del fossato, in corrispondenza del Saggio VI, su mq 90 è stato così possibile mettere in luce tre allineamenti costituiti da 28 buche di palo pertinenti un’ampia struttura abitativa, che, sulla base dell’omogeneità del complesso di materiali rinvenuti, è riferibile all’età del Bronzo.
È stata conclusa l’indagine nel riempimento del fossato (Saggio III), dove è stata raggiunta la base della trincea. Il materiale rinvenuto in questa area è riferibile alla frequentazione più antica durante il Neolitico ed è rappresentato da: ceramiche decorate con le tecniche ad impressione, graffito e pittura; litica in selce (locale e d’importazione) e ossidiana; frammenti di macine e macinelli.
Nel mese di giugno l’indagine sta continuando nel riempimento del fossato, nel Saggio VI e inoltre in una nuova area aperta in questi giorni (Saggio VII) lungo il tracciato a Nord del villaggio trincerato.
Sulla base dello studio preliminare del materiale si individuano due distinte fasi di frequentazione. La prima riferibile ad una fase evoluta del Neolitico antico, durante la quale è stata verosimilmente realizzata l’opera di escavazione del fossato che recingeva l’abitato. Dopo un periodo di abbandono di circa tre millenni, corrispondente anche alla chiusura del fossato e alla sua obliterazione, la frequentazione è ripresa durante l’età del Bronzo, fase documentata dall’identificazione di strutture abitative e da materiale ceramico rinvenuto all’interno delle buche di palo e nell’intera area interna al fossato.