“Strumentale e pericolosa una guerra tra poveri che si prova a mettere in atto: disoccupati da inserire nel mondo del lavoro contro operai forestali che un impegno e un salario lo avrebbero, prima gli italiani solo a parole, alimentando il lavoro “nero” degli extracomunitari e, nel mentre, l’agricoltura rischia di morire con i prodotti non raccolti sul campo. Ancora una volta assistiamo a chiari segnali di fughe in avanti di pezzi della maggioranza di governo, sembra si giochi a nascondino o a guardie e ladri.
Si attuino le procedure che la regione reputa di poter attuare. Il Presidente Bardi e l’Assessore Fanelli si assumano le proprie responsabilità e – con o senza Quarto e Coldiretti – agiscano: non c’è tempo da perdere. Se si è consapevoli e convinti della bontà e della immediata applicabilità della proposta, la maggioranza di centro destra a trazione Lega ha i numeri per decidere e procedere con la proposta. Ci facciano capire in quale modo i forestali possono e devono lavorare in agricoltura, tagliando – come preannunciato – risorse economiche al comparto. Si prenda la paternità di far saltare, di fatto, la maggior parte delle attività di forestazione pura, di sistemazione idraulica oltre che quelle di sostegno al Consorzio di bonifica (che per altro ha espresso totale non recepibilità dell’appalto di manodopera) – e quindi agli agricoltori – e ai 131 comuni lucani.”
Lo dichiara il Consigliere Regionale Luca Braia, capogruppo Italia Viva ed ex assessore all’Agricoltura.
“Gli oltre 4000 addetti forestali – prosegue il Consigliere Braia – che devono immediatamente cominciare a lavorare entro maggio per effettuare il minimo di 151 giornate previste – come positiva eredità lasciata alla platea forestale al termine del mio mandato – dovrebbero essere utilizzati come manodopera nei campi agricoli, secondo la proposta Coldiretti che vede Quarto fidato alfiere e strenuo difensore. La proposta/slogan veicolata senza alcun dettaglio e ufficialità, forse, serve solo a qualcuno per lavarsi la coscienza di fronte alle proprie responsabilità, politiche ed istituzionali.
Noi sosteniamo con forza l’azione del Ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova e invitiamo a farlo anche sindacati Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil e associazioni di categoria (CIA e Confagricoltura) che condividono e che in Basilicata stano bocciando tutti la proposta Coldiretti.
In questo momento di emergenza nazionale in cui l’agricoltura rischia di collassare se non trova una soluzione immediata per portare nei campi manodopera per la prossima campagna di raccolta dei prodotti da industria in particolare, queste piuttosto le nostre due proposte. La prima, dimostrare che si possono tenere insieme gli interessi di tutti, in primis degli italiani, rendendo efficiente la spesa pubblica e proponendo agli oltre 1,6 milioni di nuclei familiari che hanno presentato domanda per il reddito di cittadinanza al 7 gennaio 2020 di sommare, se vanno a lavorare nelle aziende agricole, in via straordinaria il reddito in agricoltura.
La seconda, che genererebbe un multiplo beneficio, propone il rinnovo o la proroga dei permessi di soggiorno per 6 mesi ai 350.000 extracomunitari oggi stimati come presenti in Italia che, se regolarizzati, potrebbero emergere dal sommerso, essere sottratti alla criminalità e al caporalato, contribuire alle casse dello stato facendo versare il dovuto alle imprese. Diventerebbero cittadini finalmente visibili e tracciabili anche per le questioni sanitarie e legate al potenziale rischio contagio covid-19, latente fino a che rimangono totalmente anonimi.
Il Governo regionale con la sua maggioranza, in questo momento delicato di emergenza sanitaria, sociale ed economica, aiutino le imprese e le partite iva, si concentrino su come aiutare e sostenere sanità, turismo, ristorazione, commercio, artigianato, guardino in altre direzioni facendo scelte di buon senso per alimentare certezze e non incrementare sconforto nella sempre più debole comunità lucana.
Le imprese agricole, mai come oggi stanno alimentando la filiera della vita e, per continuare a farlo, hanno bisogno di manodopera giovane, forte, disponibile, immediata, specializzata. Si evitino proposte irrealizzabili non contemplate nella norma vigente e politicamente insostenibili o irrealizzabili (contratto idraulico forestale differente da contratto agricolo, la platea forestale composta da persone di cui il 70% ha oltre 55 anni e il 35% vari livelli di invalidità, utilizzo di risorse pubbliche per interessi privati, nessuna condivisione con sindacati e associazioni datoriali che rappresentano il 60% degli agricoltori italiani).
Negare una prospettiva funzionale e organizzativa agli addetti forestali significa mettere a rischio il patrimonio ambientale della Basilicata, aggravare le casse comunali dal momento che verrebbe meno l’attività prestata da questa platea nei Comuni per la pulizia e il decoro urbano, l’attività di pulizia idraulica di fossi e canali, le attività antincendio e la lotta al dissesto idrogeologico di cui la nostra regione è storicamente vittima.
La Basilicata dal canto suo, utilizzasse velocemente gli oltre 10 milioni di euro del PON Legalità e, per il prossimo anno, se si vuole realmente operare per il bene comune senza slogan, si apra immediatamente tavolo di confronto con sindacati e tutte le forse politiche e le associazioni datoriali agricole per dare ulteriore forza agli enti bilaterali e costruire modelli di facilitazione e sostegno in grado di far incrociare domanda e offerta in agricoltura. I beneficiari, oltre a quelli del reddito di cittadinanza, sono soprattutto i disoccupati – Neet compresi – lasciando in pace la forestazione e i forestali.
Si facciano al più presto i progetti e si emetta immediatamente il bando per dare la minima certezza e tranquillità alle 4200 famiglie forestali e si riapra il turn over per 500 nuovi giovani per rinnovare la forza lavoro.
Invito, piuttosto, il Presidente della terza commissione Piergiorgio Quarto e l’Assessore Fanelli a venire a discutere in commissione la mia proposta di legge sulla istituzione di AGER.FOR.BAS, l’agenzia forestale che è stata volutamente nascosta da 6 mesi, nel rispetto del suo ruolo e delle promesse fatte a sindacati e lavoratori.
All’Assessore Fanelli invece – conclude Braia – chiedo di trovare tempo per convocare immediatamente il tavolo in prefettura per far partire le azioni utili ad accogliere, in totale sicurezza e massima attenzione alle misure di distanziamento sociale, i 350 lavoratori immigrati a Palazzo San Gervasio e di preoccuparsi anche di trovare magari strutture alberghiere adeguate e disponibili a pari condizioni di accoglienza per la manodopera immigrata che lavorerà nel metapontino per non trovarcela, a breve, comunque pericolosamente accampata in ogni dove.”