In vista della ripartenza preannunciata dal Governo dopo le misure restrittive imposte dal governo per contenere il contagio da Coronavirus in Italia il gastroenterologo materano Nicola D’Imperio in una nota spiega come evitare i rischi della “fase 2”. Di seguito il testo inviato alla nostra redazione.
Mi capita spesso di fare delle considerazioni sulle contraddizioni del nostro Paese, o, se vogliamo usare un eufemismo, sull’”originalità”. La gestione di questa triste vicenda del Coronavirus è stata e continua ad essere una delle più originali del mondo intero, anche se qualcuno ha avuto il coraggio di parlare di “modello italiano che sarebbe stato seguito da tutto il mondo”. Voglio sottolineare alcuni errori non per ergermi a giudice e condannare, ma perché evidenziandoli evitiamo di ripeterli.
Sintesi delle “originalità”
Proviamo a ripercorrere sinteticamente la vicenda dall’inizio almeno fino ad oggi, senza osare neppure immaginare quanto potrebbe ancora accadere di qui in avanti se si procede con questo stile.
Quando fervevano i focolai in Cina, l’Italia ne chiudeva i voli diretti ma non controllava i passeggeri che facevano uno scalo intermedio in altri paesi, siè quindi creato il grande focolaio in Lombardia che non è statoarginato adeguatamente e così il contagio è dilagato.
L’8 marzo, in piena epidemia, la Regione Lombardia con un decreto ha aperto al virus le porte delle RSA, le case di riposo per anziani, i soggetti più sensibili.
Il 10 marzo primo decreto in cui tutta l’Italia veniva dichiarata zona rossa, ma intanto, già da giorni, venivano permesse, in treno, auto e aereo, le ondate di trasmigrazioni di decine di migliaia di persone proprio dalla Lombardia verso il resto dell’Italia, quasi a volere rendere più uniforme la diffusione del virus.Se si fosse bloccato quest’esodo il contagio nel centro-sud sarebbe stato ancora minore di quello attuale.
Sin dal 20 febbraio il personale sanitario, quello più esposto, i medici di famiglia, il personale sanitario degli ospedali, medici ed infermieri, venivano mandati ad affrontare l’epidemia “a mani nude” cioè senza i più elementari mezzi di difesa e per questo a tuttoggi contiamo circa 140 vittime tra i medici e 30 tra gli infermieri. Il dramma è stato che costoro sono stati i più grandi diffusori del Covid!
Queste “originalità” sono state quelle che fatalmente hanno fatto raggiungere al nostro Paese il primato non certo invidiabile della diffusione e della mortalità. Altro che modello italiano!
Si è allora chiuso tutto il paese, la gente è stata costretta agli arresti domiciliari a pioggia sia nelle aree ad alto contagio che in quelle a basso contagio come le regioni del centro-sud (dove sarebbero state sufficienti misure meno restrittive).Coloro che andavano a correre venivano trattati da untori, chi andava a raccogliere gli asparagi selvatici in solitudine veniva multato con 500 euro, si controllava la gente coi droni, si multava il ciclista solitario lungo una spiaggia altrettanto solitaria del Salento che veniva circondato da forze armate come un pericoloso delinquente, si faceva irruzione durante i festeggiamenti di un compleanno. Dall’altra parte si permetteva alle persone sicuramente infette di diffondere il virus nelle case di riposo provocando migliaia di morti, ancora prima si era permessa la trasmigrazione da nord a sud, oppure si permetteva agli esercizi giustamente rimasti aperti di non rispettare le regole igieniche, perché nessuno glielo aveva mai insegnato.
La Regione Lombardia, essendo la più colpita, decideva misure ancora più restrittive, pur dimenticandosi di proteggere gli anziani nelle RSA, e sembra strano che oggi, con l’epidemia che ancora imperversa,questa stessa regioneinvochi all’improvviso la “riapertura intelligente” o la “via lombarda alla libertà”.
I provvedimenti
Neppure il peggiore dei regimi totalitari si è mai permesso di limitare la libertà individuale per periodi di tempo così lunghi, punendo in modo repressivo ed autoritario i trasgressori! In questa sede non voglio neppure sfiorare argomenti che non mi competono quali i gravi danni socio-economici e psicologici che affronterò, almeno gli ultimi con competenza, in un mio prossimo articolo.
La Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici e i maggiori sindacati medici hanno giustamente accusato di incompetenza la commissione tecnica dell’Istituto Superiore di Sanità e della Protezione Civile.
Si è fatto un gran parlare di mascherine, di guanti, di distanziamento sociale, di regole igieniche, di disinfettanti, concorrendo ad alimentare l’allarme tra la popolazione e la caccia all’untore e le speculazioni da parte di gente senza scrupoli, ma solo rari spot televisivi hanno insegnato l’uso pratico e quotidiano di questi mezzi che servono per evitare di contrarre o, al contrario, di diffondere il contagio. Insomma è mancata e manca una campagna seria e capillare di informazione per la prevenzione!
Si è preferito procedere con un provvedimento a pioggia, dannosissimo: gli arresti domiciliari per 60 milioni di abitanti! Del resto i nostri “governanti” sono soliti a questi provvedimenti: anche nel campo della spesa sanitaria, invece di premiare i migliori e punire i peggiori, poiché questo avrebbe comportato non solo un lavoro di analisi ma anche avrebbe contraddetto le decisioni clientelistiche già prese, si è preferito fare dei tagli a pioggia che hanno sicuramente punito i migliori e, probabilmente, neppure scalfito i peggiori.
Da ormai più di un mese la gente è chiusa in casa tesa, terrorizzata, svilita, preoccupata, depressa, sfiduciata, arrabbiata, molti con gravi problemi economici, e mi fermo qui. Per quanto tempo credono i nostri “governanti” di tenere prigionieri con le minacce 60 milioni di abitanti? E’ possibile che siano così ciechi da non riuscire a guardare a quelle che potrebbero essere le conseguenze inevitabili della saturazione di tutta questa pazienza collettiva?
Attenti alla cosiddetta “fase 2”!
Alcuni più di buon senso stanno avvertendo il pericolo e parlano di aperture intelligenti e scaglionate. Ma stiamo attenti a non compiere ulteriori erroriperchè non siamo, come i nostri “governanti” danno a credere, nella curva discendente, siamo solo al plateaudel contagio e della mortalità (la fase più alta che rimane costante). Siamo solo alla discesa dei ricoveri in rianimazione e dei guariti perché in questi due mesi sono cambiate le terapie in funzione dell’esperienza acquisita, ora si usa l’eparina a basso peso molecolare, l’idrossiclorochina, il cortisone, il tocilizumab, il lopinavir, il ritonavir, la ribavirina, anche se manca ancora un antivirale specifico per il Covid. Ed è per questo che ora non bisogna commettere ulteriori errori che porterebbero la curva dei contagi e della mortalità, ora piatta, a risalire. Voglio ricordare che nell’epidemia “Spagnola”, molto simile all’attuale, dopo un’attenuazione a giugno, luglio ed agosto del 1918, in cui si rallentarono le redini,a settembre e ottobre si ebbe una recrudescenza che fece molte più vittime dei mesi precedenti. Guardiamoci indietro, la storia insegna sempre!
Se si vuole liberare la gente dalla reclusione, riprendere le attività produttive, insomma incominciare a ricostruire (uso questo termine, piuttosto che ripresa, perché porta implicito un auspicabile miglioramento), è indispensabile seguire alcune regole elementari di tipo comportamentale ed igienico. E così come ci stanno ossessionando con lo stare a casa e le minacce delle sanzioni per i trasgressori, i media debbono ossessionare la gente a rispettare le regole comportamentali e di igiene, con video, spot, messaggi televisivi e radiofonici ogni frequentissimi, e bisogna incominciare da subito: dicendo chiaramente “se volete riprendere a vivere come prima dovete comportarvi così”. Quello che è stato fatto sinora è assolutamente insufficiente e le storture io le vedo quotidianamente in questi giorni per le strade e gli esercizi aperti.
Ho visto mascherine unte, sporche, che probabilmente non erano mai state cambiate, portate sotto il naso o, ancora peggio, sotto il mento, ho visto commercianti con guanti ingialliti per il lungo consumo giornaliero, ho visto monete o banconote passate da una mano all’altra senza un minimo di precauzione, ho visto gente affastellarsi, o, ancor peggio, tossire o starnutire senza precauzione, ho visto anziani passeggiare per le strade senza alcuna protezione. Allora mi sono chiesto: ma a cosa serve tenere il popolo recluso a soffrire e impedire alla gente di lavorare se poi quando va a fare la spesa o in banca o all’ufficio postale non vengono rispettate le regole per contenere il contagio? Risposta semplice: perché non lo sanno, o sono superficiali o non hanno capito.
Allora facciamoglielo capire in tutti i modi possibili! Invece di mandare i droni sulle spiagge o in montagna a controllare e multare chi fa una passeggiata solitaria, o corre o va in bici,o va in solitudine a raccogliere asparagi selvatici, invece che formare i posti di blocco con tanto di mitra nelle città, o l’esercito in piazza del Duomo a Milano in assetto di guerra, i nostri “governanti” dovrebbero in primis insegnare in modo martellante le regole e quindi controllare che queste vengano rispettate rigorosamente e sanzionare i contravventori.
E’ indispensabile per fare ripartire il Paeseper non fare precipitare in un baratro la sua già barcollante economia e che il lavoro riprenda a tutti i livelli, ma solo nella massima sicurezza. Ogni attività lavorativa ha le sue peculiarità specifiche per cui in ogni ambiente di lavoro i responsabili dell’organizzazione dovranno declinare le regoledell’igiene, della protezione e del distanziamento in funzione di tali peculiarità e per ogni categoria lavorativa è necessario un regolamento di sicurezza che deve essere applicato e controllato rigorosamente. Alcune attività potranno essere aperte prima, altre dopo, per alcune potrà essere diluito l’orario di lavoro su 7 giorni invece che su 5, oppure lo stesso orario giornaliero potrebbe subire delle variazioni, bisognerà evitare gli affollamenti sui mezzi pubblici al mattino ed al pomeriggio, bisognerà aprire in funzione dell’entità del contagio nelle macroaree, e così via. Non sarà semplice organizzare queste aperture diluite nel tempo, ma è sicuramente possibile.
L’importante è che le regole igieniche, di protezione e di distanziamento vengano rispettate sempre, ma è anche necessario che la gente le conosca. Ritengo che gli italiani, così come sono stati ligi alla reclusione, saranno altrettanto ligi nel rispetto delle regole una volta che le avranno capite e apprese perfettamente.
Riporto alcuni brani de “I promessi sposi”,dei capitoli dedicati alla peste di Milano del 1630, a testimonianza delle misure igieniche e di distanziamento praticati a quei tempi: al capitolo XXXIII”…Renzo, passando per Monza, davanti a una bottega aperta, dove c’erano alcuni pani in mostra, ne chiese due. Il fornaio gli intimò di non entrare, e gli porse su una piccola pala una scodelletta, con dentro acqua e aceto, dicendogli che buttasse lì i danari, e fatto questo, con certe molle, gli porse l’uno dopo l’altro, i due pani che Renzo si mise uno per tasca….”. Di seguito alcuni brani del capitolo XXXIV:“ …si vedevano gli uomini più qualificati senza cappa né mantello…, senza sottana i preti, e anche de’ religiosi in farsetto; dismessa insomma ogni sorte di vestito che potesse con gli svolazzi toccar qualcosa…”. Ancora un altro brano: ”…il prete veniva dalla parte di Renzo tenendosi, con gran riguardo, nel mezzo della strada…Renzo, quando gli fu vicino, si levò il cappello, gli accennò che desiderava parlargli, fermandosi in maniera da fargli intendere che non si sarebbe accostato di più. Quello pure si fermò , in atto di stare a sentire, puntando però in terra il bastoncino davanti a se, come per farsene un baluardo…” La peste bubbonica a Milano decimò la popolazione della città e la portò da 250.000 a 60.000 abitanti.
La pandemia da Covid del 2020 è ben diversa da quella del 1630, oggi la medicina ha fatto progressi inimmaginabili, l’informazione è immediata, ma alcune regole come quella del distanziamento, dell’igiene e della protezione restano le stesse e viene spontaneo chiedersi:se quattrocento anni fa riuscivano a rispettare le regole di allora perché noi non dovremmo rispettare quelle di oggi?
P.S. Mi riservo di pubblicare a breve un articolo sintetico solo sulle regole elementari igieniche, sui mezzi di protezione e sul distanziamento.