Riportiamo di seguito l’appello congiunto di AIAPP (Associazione Italiana Architettura del Paesaggio) ed INU (Istituto Nazionale di Urbanistica) che, in occasione della Giornata della Terra, chiedono di procedere con maggior convinzione nella costruzione di una strategia economica organica e “green”, nella consapevolezza che la salute e la sicurezza della persona muovono dalla “cura” ambientale e del territorio antropizzato.
“Pensavamo di rimanere sani in un mondo malato”; questo è stato il monito di Papa Francesco in una Piazza San Pietro deserta.
Stiamo “abitando” un mondo malato e qualsiasi attività di cura delle persone non pu prescindere dall’affrontare la grave crisi ambientale in atto e le conseguenze climatiche a noi tutti note.
Oggi dobbiamo neutralizzare la pandemia e affrontare la crisi socio-economica conseguente, ma non dobbiamo porre in secondo piano le altre emergenze in atto.
AIAPP (Associazione Italiana Architettura del Paesaggio) ed INU (Istituto Nazionale di Urbanistica) in occasione della Giornata Mondiale della Terra 2020 lanciano un appello affinché si proceda con maggior convinzione nella costruzione di una strategia economica organica e “green”, nella consapevolezza che la salute e la sicurezza della persona muovono dalla “cura” ambientale e del territorio antropizzato.
E’ dunque necessario mettere in campo soluzioni chiare, conseguenti e temporalmente definite nel breve, medio e lungo termine, capaci di fornire risposte adattive e resilienti ai cambiamenti climatici, mirando: a proteggere la biodiversità, a conservare e potenziare la fornitura di servizi ecosistemici da cui dipendono la qualità del vivere, la salute e il benessere degli abitanti; promuovendo l’agricoltura di qualità e sostenibile, incentivando l’economia circolare, l’uso di materiali riciclati e riciclabili, ripensando le reti di spazi aperti e la mobilità in una prospettiva multifunzionale ecologicamente orientata; reti verdi e blu come sistemi di spazi d’incontro collettivo e come serbatoi di naturalità e biodiversità urbana, in cui la ciclabilità diventa occasione di ricucitura dei corridoi connettivi ed ecologici; prevendendo soluzioni capaci di migliorare la filtrazione delle acque, regolare il microclima e ridurre gli effetti delle isole di calore (con alberature, pavimentazioni drenanti, creando fasce vegetali di filtro e assorbimento del particolato e della CO2, etc), riequilibrando il metabolismo urbano compromesso e ripristinando gli ecosistemi. Per quanto riguarda gli ambiti “dell’abitare”, le possibilità tecniche di efficientamento energetico delle abitazioni sono ormai note, ma si pu fare ancora molto per migliorare la qualità e la salubrità degli ambienti in door, mentre sono strategiche le aree esterne di prossimità (terrazzi, cortili, giardini pubblici, privati e/o nei giardini di scuole, strutture sanitarie e di uffici pubblici e di uso pubblico) che possono svolgere un importante ruolo benefico, di “filtro”, e terapeutico per la salute fisica e psichica delle persone e lo scambio interpersonale, interculturale e intergenerazionale.
Parliamo di diritti di cittadinanza, fra cui il diritto alla salute e al benessere sono fondamentali!
E’ necessario pianificare e incentivare le buone pratiche già verificate con successo in diversi contesti che, da un lato, rendano gli spazi più resilienti e capaci di rispondere ai cambiamenti climatici in atto e, dall’altro, permettano di “curare” le nostre città “malate”, in ottemperanza degli obiettivi dell’Agenda 2030.
Prima della pandemia in atto, erano stati varati importanti provvedimenti quali il “Decreto Clima” e per un “Green Deal” europeo. Dovremmo ripartire proprio da qui per dare una risposta convincente per il rilancio economico e sistemico “Post Covid19”.
Attualmente, per avviare efficacemente la “Fase due” sono al lavoro task force di esperti. Noi auspichiamo che, oltre alle specializzazioni coinvolte, si tengano in debita considerazione nelle fasi seguenti anche i necessari contributi di pianificatori, architetti, medici ambientali, ecologi, agronomi e paesaggisti perché ogni intervento congiunturale sarà effimero senza la cura del territorio e della qualità ambientale e fisica dei luoghi in cui dimoriamo.