“Non sembra affievolirsi il confronto/scontro in atto, ormai da un anno, tra il consigliere Luca Braia, già assessore regionale all’agricoltura, e Francesco Fanelli, ora responsabile del Dipartimento politiche agricole e forestali. Se non fosse che il difficile momento, che tutti attraversiamo, e le numerose ombre che attengono al futuro prossimo, finiscono per rendere le “querelle” stucchevoli, in altri momenti ci sarebbero stati stimoli per “tifare” per una o per l’altra delle parti in causa. – lo sostiene Saverio Buono presidente provinciale dell’Unione coltivatori italiana (UCI) – Oggi però i problemi da affrontare sono più complessi che in passato ed attengono alla stessa capacità delle imprese agricole di rimanere sul mercato conservando una qualche capacità competitiva. Ragione per cui si chiederebbe, a chi ha responsabilità politiche, di ridurre i toni del confronto personale e di concentrarsi sulle questioni aperte e sulle possibili soluzioni. Attraverso l’elaborazione di concrete e fattive proposte operative da portarsi all’attenzione di tutti gli stakeolders.”
“L’Uci vuole limitare i suoi interventi mirando alla concretezza delle ipotesi che si possono avanzare. Intanto, indipendentemente dalla primogenitura dell’idea che certamente non è nuova, la proposta di promuovere l’agroalimentare prodotto in regione, in quanto frutto del quotidiano lavoro dei nostri agricoltori, con il marchio “Compra lucano! Mangi sano e dai una mano” è sicuramente una valida iniziativa che va opportunamente sostenuta. – aggiunge ancora Buono – Certo, avremmo gradito essere preventivamente ascoltati, perché avremmo evidenziato che, da sola, tale iniziativa non può portare i risultati attesi dall’assessore Fanelli. Il difficile frangente che vede in difficoltà finanziarie molte famiglie lucane che trovano sostegno e reddito nelle piccole attività commerciali, agricole ed artigianali bloccate, come è noto, da diversi giorni, le induce a guardare, negli scaffali degli alimentari e dei supermercati, più al prezzo del prodotto che alla sua origine e qualità. Ne consegue che se la Regione vuole effettivamente sostenere la produzione lucana deve agire anche sul versante dei prezzi oltre che sulla “immagine” (ottima) dei prodotti.”
“In altri termini, occorre sostenere finanziariamente i produttori agricoltori perché possano conferire ai mercati le proprie coltivazioni a prezzi contenuti e così rivolgersi ad una sempre più ampia platea di consumatori. Come? Sia agevolando l’erogazione degli aiuti e premi comunitari da parte dell’Agea ma, anche, trovando risorse finanziarie regionali da destinare a calmierare i prezzi dei prodotti almeno di quelli destinati alle famiglie in difficoltà ed alle mense che producono pasti per gli indigenti. Le condizioni per farlo vi sono – ha aggiunto Giambattista Dimatteo delegato dell’Unione – atteso che la UE consente, in questo particolare momento, il ricorso agli aiuti di Stato. Diversamente, saremmo di fronte a buone intenzioni, finanziate peraltro con i soldi dell’Unione europea, e nulla più.”
“Altro tema da affrontarsi con urgenza del caso, e, ci pare, non sollevato da alcun altro, attiene alle attività ortovivaistiche, che più di altre, vivono una fase di grande difficoltà – aggiunge Saverio Buono – dal momento che sta venendo meno la vasta utenza rappresentata dai piccoli coltivatori e dagli hobbisti, per le limitazioni imposte a questi dai decreti del Presidente del consiglio ma, anche, dai decreti del nostro presidente Bardi, che si sommano alle difficoltà dei produttori che non trovando mano d’opera per la raccolta delle produzioni possono essere orientati a limitare le superfici investite. Il Dipartimento dovrebbe agire su entrambi i fronti per individuare possibili soluzioni. Infine, non meno importate è poi il settore regionale del florovivaismo, con aziende storiche e di grande importanza (ci riferiamo a La Malfa, a Di Chio, a Iocoli, a Glionna etc.) che non possono essere abbandonate a se stesse per non disperdere un capitale produttivo ed occupazionale rilevante per la Regione. L’UCI è ovviamente disponibile a confrontarsi con l’assessore e con i suoi dirigenti anche per avanzare proprie ipotesi di lavoro. Anzi, ritiene l’occasione è valida anche per evidenziare che, in questo specifico momento contingente, il “tavolo verde regionale”, così come strutturato, sia fortemente limitativo per la elaborazione di valide e condivise proposte di lavoro.”
Apr 22