A distanza di un anno dall’avvio del 58° Congresso Nazionale della Fidas celebrato a Matera la Fidas Basilicata in una nota ricorda il presidente nazionale Aldo Ozino Caligaris prematuramente scomparso nello scorso mese di febbraio. Di seguito la nota integrale.
Esattamente un anno fa si celebrava a Matera il 58° Congresso Nazionale della Fidas. In questo anno molte cose sono successe e purtroppo per la grande famiglia dei donatori sangue la prematura scomparsa del Presidente Aldo Ozino Caligaris. Nelle parole di Antonio Bronzino un suo ricordo: “ Ho conosciuto Aldo Ozino Caligaris una sera d’autunno del 1999 sul molo del porto di Civitavecchia. Eravamo arrivati lì Ciccio Salvatore ed io da Matera per imbarcarci per Olbia e poi raggiungere Ozieri (SS) dove si sarebbe tenuto l’incontro interregionale delle Federate Fidas del centro-sud e isole.
I suoi modi semplici, gentili ed espansivi ci consentirono presto di familiarizzare e scoprire che eravamo diretti allo stesso incontro. Noi di Fidas Basilicata già da qualche anno inseriti in Fidas, Aldo in rappresentanza dell’Ematos Roma, associazione autonoma dell’Ospedale “Fatebenefratelli”, partecipava per la prima volta ad una iniziativa pubblica Fidas dopo i primi contatti intercorsi con i vertici di allora della Fidas: il Presidente Dario Cravero ed il vicepresidente Lillo Punturo che dopo averlo conosciuto, apprezzando le sue doti e qualità non smisero di interessarsi alla sua persona.
Quella notte dell’autunno del 1999 ci imbarcammo da Civitavecchia e fino all’arrivo ad Olbia continuammo a discutere di donazione sangue, di modelli organizzativi e di Fidas. Aldo fu attento a carpire ogni utile informazione sulla Fidas a cui aveva già deciso di aderire anche se mancava ancora l’ufficialità.
Ad Olbia noleggiò un’auto e insieme ci avviammo verso Ozieri dove, dopo le mie descrizioni, volle scoprire il mondo Fidas con i suoi occhi. In casa Fidas fu accolto con la massima attenzione e disponibilità, ricordo ancora oggi il suo intervento preciso, documentato e appassionato che fotografò la situazione romana con realismo e preoccupazione, indicando allo stesso tempo prospettive e potenzialità, idee e progetti che potevano concorrere a far migliorare la situazione. Si capì subito che il suo DNA era caratterizzato da capacità organizzative, competenza professionale, arricchite da sensibilità e disponibilità verso l’altro, doti che avrebbero ben presto fatto della sua persona l’autentica e lunga guida per la Fidas nazionale.
La sua ascesa ebbe inizio al Congresso di Trieste che lo vede eletto nel Consiglio Direttivo con l’incarico di Segretario organizzativo e poi Presidente nel successivo Congresso di Cuneo del 2003 dopo la lunga ed operosa presidenza Cravero.
Ho avuto la possibilità di collaborare a stretto contatto con Aldo per 10 anni, come responsabile dei rapporti con il volontariato e il terzo settore e come Vicepresidente per le Federate del centro-sud e isole. E’ stata un’esperienza bellissima che mi ha fatto conoscere una persona straordinaria di cui apprezzavo, con profonda stima, impegno e passione che metteva in tutto ciò che faceva senza mai risparmiarsi. Durante le frequenti occasioni di uscita, che ci vedevano insieme presso le varie Federate Fidas, sparse per l’Italia, non mancavano piccoli scontri dovuti al piacere di Aldo di fermarsi ai McDonald’s per fare uno spuntino o consumare un pasto e contro la mia idiosincrasia verso tali gusti alimentari. Ma sapeva apprezzare, e molto, la bontà dei prodotti tipici della Basilicata e delle altre regioni italiane. Gradiva il pensiero che qualche volta ho avuto di portargli il pane di Matera, l’olio della Pantana, i peperoni cruschi, la salsiccia di Grassano, il provolone e il formaggio podolico, i biscotti di cotto di fichi…
Pensando ad Aldo, non posso non ricordare la sua resistenza fisica e mentale con cui portava avanti idee e progetti tesi a diffondere il dono del sangue. Spesso, anche a tarda ora, dopo giornate faticose, cariche di impegni vari, aveva ancora tutta l’energia e l’entusiasmo per programmare attività e iniziative mentre, con ammirazione e diversi anni in più rispetto alla sua età, con tono scherzoso, gli chiedevo “Aldo, ma che fai per essere sempre sveglio di giorno e di notte? Fai uso di qualche farmaco speciale o di qualche sostanza?” Se la rideva e mi diceva “Dai, dai un paio d’ore e abbiamo finito tutto”.
I suoi 17 anni alla guida della Fidas hanno dato lustro e visibilità alla nostra Associazione che da entità locale, conosciuta nei territori in cui operava, si è espansa in molti altri territori e regioni ed ha avuto un ruolo sui tavoli nazionali in cui si organizzava il volontariato. Di qui l’adesione e una significativa presenza nel Forum del Terzo Settore, l’interlocuzione con CSVnet e la Fondazione con il Sud, l’attività di progettazione di iniziative regionali e nazionali, la formazione fatta sempre a più alti livelli con un coinvolgimento significativo delle Federate, le attività di foundraising che hanno assicurato risorse aggiuntive per tante iniziative, la comunicazione che ha fatto un salto di qualità per contenuti e presenza costante, l’accreditamento della Fidas per il servizio civile nazionale, il riconoscimento giuridico e tante piccole attività che hanno reso grande la Fidas di Aldo Ozino Caligaris.
Il dolore e la mancanza per la grave perdita sono ancora molto vivi, ma per mantenere sempre vivo il bellissimo ricordo della sua persona non possiamo dimenticare che Aldo, come Presidente della Fidas nazionale, è stato il Presidente di tutti, il punto di riferimento per tutti grazie alla sua competenza e conoscenza, al senso di responsabilità, alla capacità di conciliare, di promuovere il bene comune e soprattutto quello dei pazienti bisognosi di terapia trasfusionale.
Ora tocca a noi impegnarci per costruire un futuro pieno di gesti ed iniziative come Aldo avrebbe voluto, tocca a noi continuare il cammino nel solco di quanto egli ha detto e ha fatto impegnandoci a realizzare idee e insegnamenti che nel corso di questi anni ci ha dato.
Grazie Aldo, per tutto quello che hai dato alla Fidas, al mondo del volontariato, alle istituzioni in cui hai operato e a me che ti sono stato amico sincero !”