Festa della Liberazione, intervento del presidente della Provincia di Potenza Rocco Guarino. Di seguito la nota integrale.
“Come non legare la ricorrenza, quella del 75esimo Anniversario della Liberazione, alla voglia di ricostruire un Paese, rinnovare una solidarietà, esprimere un senso di appartenenza e di vicinanza a chi soffre, a chi ha sofferto e a chi ha perso i suoi cari in maniera improvvida. Data fondativa della rinascita dell’Italia, ora come allora”.
Il 25 aprile, viene celebrato l’anniversario della Liberazione italiana dal regime fascista e dall’occupazione dell’esercito nazista, avvenuta nel 1945. E non importa se non ci saranno manifestazioni pubbliche. Ma lo sentiamo nostro.
Il 25 Aprile – come rilevano molti studiosi – è la data fondativa della rinascita dell’Italia, della volontà degli Italiani di ricostruire il Paese, dando vita alla Repubblica italiana e alla sua Costituzione democratica.
Come non legare dunque questa ricorrenza, quella del 75esimo anniversario, alla voglia di ricostruire un Paese, rinnovare una solidarietà, esprimere un senso di appartenenza e di vicinanza a chi soffre, a chi ha sofferto e a chi ha perso i suoi cari in maniera improvvida.
Anche loro sono i caduti in questa assurda guerra di cui per certi versi siamo vicini a celebrarne la fine, pur avendo da governare i suoi colpi di coda con la stessa perseveranza con la quale i nostri partigiani e le forze sinceramente democratiche si sforzarono di fare con uno spirito di comunione che vorremmo tanto si realizzi in questi giorni.
Ora come allora, abbiamo bisogno di una comunione di intenti che a livello regionale faccia giustizia di luoghi comuni e immagini un sistema sanitario dove la medicina di base sia il principio fondante del sistema preventivo ed i presidi ospedalieri siano non un espressione di territorio, quasi come un trofeo da mostrare ai cittadini di quella zona, ma di un sistema coordinato e funzionante ed a livello nazionale, serva a costruire una prospettiva diversa per affrontare quella che si immagina essere una crisi economica più drammatica di quella del 2008 e molto simile a quella del dopoguerra.
Celebriamo cosi la Resistenza e le Resistenze che in molte forme si manifestarono, – come rilevano gli storici – quella dei partigiani combattenti, quella dei deportati nei campi di concentramento e di sterminio nazisti, la “Resistenza senz’armi” degli Internati Militari Italiani che rifiutarono di aderire alla Repubblica Sociale di Mussolini, scegliendo la durissima prigionia e quella della popolazione civile, contribuirono alla liberazione dell’Italia e dell’Europa.
Ha ragione chi dice che in questo gravissimo momento che stiamo attraversando, dobbiamo lavorare insieme per la rinascita della nostra società, recuperando i valori che i Padri costituenti seppero porre alla base della vita civile e sociale della nostra comunità.
Sono dunque molti gli esempi di grande sacrificio, fino a quello della propria vita, che sono venuti da coloro che hanno combattuto in prima linea il corona-virus.
Il dovere del nostro impegno istituzionale lo dobbiamo anche alle migliaia di vittime e alle sofferenze dei loro familiari.
E il 25 Aprile da celebrare con il tricolore che sventola davanti alle case di tutti i Comuni e dei cittadini lucani, ci autorizza a credere che ce la faremo.