Gianni Leggieri, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle in una nota esprime alcune riflessioni nella giornata che segna l’inaugurazione del nuovo ponte di Genova, costruito al posto del Ponte Morandi, che provocò la morte di 43 persone a causa del crollo avvenuto il 14 agosto 2018. Di seguito la nota integrale.
Leggieri (M5s): “Genova, l’Italia, il Sud”
Oggi per Genova e l’Italia è un giorno importante. Non una data di festa, come giustamente ha rilevato il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Le 43 vittime del crollo del 14 agosto 2018 non potranno mai essere dimenticate. La conclusione dei lavori del nuovo ponte, che ha sostituito il Morandi, è emblematica per almeno due motivi.
Il primo. In Italia, quando si vuole si può. Con l’estro, la tenacia, la caparbietà e lo spirito di adattamento che sono insiti in noi italiani. Si possono raggiungere con questi elementi risultati importanti ed esaltanti. A Genova, dopo il crollo del ponte Morandi di quasi due anni fa, sono state spezzate tante vite umane con la responsabilità di chi ha negato i giusti controlli su una infrastruttura importante non solo per Genova ma per l’intero Nord-Ovest del Paese. Per questo la data di oggi non è di festa, ma segna un nuovo inizio. Un reset per la ripartenza. In questa Italia che dovrà per forza ripartire anche ad emergenza Covid-19 attenuata e poi superata.
Il secondo motivo di riflessione riguarda l’inaccettabile divario tra Nord e Sud. Una questione che fa scatenare istinti belluini, idioti e razzisti, come dimostrano le sparate di alcuni personaggi dell’avanspettacolo televisivo negli ultimi giorni. L’esempio della ricostruzione del ponte di Genova sia da monito. Il Sud non può più aspettare. Le infrastrutture sono di vitale importanza per una parte del Paese che con le sue genti ha, paradossalmente, consentito uno sviluppo notevole da Roma in su. La Basilicata paga per l’assenza di infrastrutture vitali un prezzo salato: il suo sottosviluppo o peggio le potenzialità inespresse che costituiscono il lamento cosmico di una classe politica fallimentare e opaca negli ultimi venticinque anni. Si aprano i cantieri. Occorrono strade, ferrovie, porti degni di questo nome. Solo così la luce irradiata oggi dalla lanterna di Genova potrà finalmente rendere meno bui i giorni della ripartenza e della rinascita dell’Italia. Io continuerò a fare la mia parte. A servire i lucani nel mio lavoro quotidiano in Consiglio regionale.