Per la fase 2 Macchia (CISL) e La Torre (FILCA) sollecitano lo sblocco dei cantieri pubblici e privati nel rispetto della sicurezza e della salute dei lavoratori. Di seguito la nota integrale.
“La riapertura dei cantieri, soprattutto quelli pubblici e quelli privati di piccole dimensioni, possono dare un grande contributo per il riavvio dell’economia lucana”. Lo sostengono il segretario generale aggiunto della Cisl Basilicata, Gennarino Macchia, e il segretario generale della Filca Cisl Basilicata, Michele La Torre. “La fase 2 deve consentire di ripartire in sicurezza, non dobbiamo tollerare improvvisazione, soluzioni estemporanee o a macchia di leopardo – sostiene La Torre – per questo proponiamo che ogni cantiere possa ripartire solo dopo che le autorità sanitarie locali o la polizia municipale o gli enti bilaterali territoriali per la sicurezza e i relativi rappresentanti abbiano verificato il rispetto di tutti gli adempimenti previsti dai protocolli: dagli ingressi scaglionati, alla corretta organizzazione di mense, spogliatoi, trasporti aziendali, pulizia dei macchinari, etc”. Per La Torre “tenuto conto del fatto che la maggioranza delle imprese sono di piccole e piccolissime dimensioni, quindi senza Rsu ed Rls, servono strumenti territoriali in grado di vigilare e adattare i protocolli nazionali. Noi proponiamo la costituzione presso le Prefetture di tavoli permanenti affinché l’organizzazione del lavoro, gli orari, i carichi, le presenze siano coordinate con i trasporti pubblici locali, valorizzando tutte le opportunità che la consolidata bilateralità di settore consente coinvolgendo i comitati paritetici territoriali”.
Per Gennarino Macchia “serve un impegno forte e incisivo della Regione per lo sblocco di opere pubbliche strategiche per lo sviluppo del nostro territorio. Ci sono risorse impegnate e non spese come i circa 53 milioni previsti per il progetto di completamento dello schema idrico Basento-Bradano, i 210 milioni del contratto di programma con Rete Ferroviaria Italiana per il completamento della linea Ferrandina-Matera, oppure i 13 milioni previsti per la Serrapotina. L’elenco sarebbe lungo. La buona notizia è che i soldi ci sono e non bisogna andarli a cercare. I posti di lavoro che si andrebbero ad attivare servirebbero a lenire la fame insostenibile di lavoro che c’è nella nostra regione. La volontà dei decisori politici deve attivarsi affinché questo evento disastroso si trasformi in un’occasione per concretizzare le opportunità di sviluppo non colte in passato. Adesso non possiamo permetterci il lusso dell’inerzia o dell’omissione. Ognuno deve fare la sua parte. La nostra – conclude il segretario generale aggiunto della Cisl – è quella di fare proposte responsabili per uno sviluppo del nostro territorio conciliando sicurezza e sostenibilità”.