Consigliere regionale Roberto Cifarelli: “Il Primo Maggio della fiducia e del coraggio”. Di seguito la nota integrale.
Il Primo Maggio Festa del Lavoro è giorno di festa nazionale in Italia e in tanti paesi del mondo. Quest’anno lo è ancora di più.
Il mondo in questi ultimi mesi ha vissuto momenti di rara drammaticità e le conseguenze nefaste le riscontriamo sulla salute di ognuno e sul lavoro che, dopo anni di crisi, sembrava aver ritrovato un nuovo slancio.
Oggi, invece, ci ritroviamo a celebrare una giornata piena di contraddizioni, disorientati da un prima e un dopo virus che segna indelebilmente una cesura della nostra storia.Il lavoro, però, con la sua forza e la sua nobile funzione continua a rappresentare la sostanza delle nostre vite e lo strumento di realizzazione dell’uomo. “L’uomo quando lavora non trasforma soltanto le cose e la società, ma perfeziona se stesso” equesto Primo Maggio, in particolare, mette prepotentemente al centro della nostra riflessione proprio il rapporto tra uomo,lavoro e società.
La Festa del Lavoro viviamola, non in maniera rituale, ma, come un’occasione di riflessione, di allerta e di speranza. Riflessione su come cambia velocemente il concetto di lavoro, allerta su come il tema dei diritti possa essere intaccato e speranza di dare ancora di più protagonismo ad una comunità di lavoratori aperta e dinamica.
In questo contesto la Basilicatanon può fare eccezione. Stiamo attraversando una fase molto delicata dove alle difficoltà del passato si sommano inevitabilmente quelle del presente. Alcuni settori produttivi stanno soffrendo particolarmente questa pandemia, ma se è vero che nulla sarà più come prima, è altrettanto vero che, oggi, possiamo pensare ad una rinascita basata su modelli di sviluppo diversi.
Costruire una regione sempre più verde basata su processi economici sostenibili e circolari. Sulla scia di Matera 2019 riposizionare l’industria culturale e del turismoal vertice degli asset di crescita.Avviare un piano di investimenti per contrastare lo spopolamento territoriale e favorire la resilienza dei più giovani e il rientro dei nostri “cervelli”.
Ora è il momento di riprogrammare il domani.
Alla fine di questa emergenza sanitaria, ci troveremo a fare i conti con un mondo cambiato che ci spingerà a cambiare passo e mentalità. Il lavoro, ancora una volta, manterrà la sua centralità. E definirà ancora di più l’ambito dove ognuno potrà mettere in gioco la propria creatività, la propria idea di futuro, le competenze acquisite, la capacità di interconnessione con il mondo.
In questo cambio di passo e di mentalità,un ruolo decisivo può ricoprirlo l’Europa. L’esperienza di questi giorni ci insegna quanto il nostro destino sia comune, per questo è arrivato il momento di pensare ad un mercato del lavoro davvero europeo che renda patrimonio comune opportunità, competenze, diritti e doveri. Senza barriere materiali ed immateriali, senza pregiudizi culturali e con una spiccata vocazione alla solidarietà, alla reciprocità e alla interdipendenza.
L’Europa proprio come l’avevano immaginata i padri fondatori.
“ Però la Storia non si ferma davvero “ e la nostraStoria rappresenta la nostra ricchezza. Come non ritrovare un denominatore comune in tutti gli uomini e le donne che in questa circostanza hanno dato valore assoluto al lavoro. L’impegno a favore del prossimo di tanti medici, operatori sanitari, semplici ausiliari che attraverso il loro lavoro hanno restituito fiducia e speranza ad un mondo pieno di inquietudine. Il loro coraggio ha dato colore a questa ricorrenza, donandole una identità diversa rispetto agli anni scorsi.
Insieme alle organizzazioni sindacali che con la loro rete diffusa su tutto il territorio rappresentano un vero baluardo di democrazia e libertà, tramandiamo il dono della memoria e celebriamo il Primo Maggio con le parole di Di Vittorio:“ La festa del lavoro sia la festa dell’unità, dell’amicizia, della fiducia”.