Il presidente pro-tempore dell’Ambito territoriale di caccia “A” della Provincia di Matera, Matteo Carnevale, ha inviato una lettera all’assessore regionale Fanelli per sensibilizzare la riapertura di diverse attività correlate al mondo venatorio, in particolare la caccia di selezione al cinghiale, che sempre più si sta diffondendo sul nostro territorio creando ingenti danni alle colture. Inoltre, a seguito delle misure imposte dal Governo per l’emergenza Coronavirus, diversi esemplari sono avvistati anche a Matera, in particolare a Serra Venerdì, in viale Italia e al borgo Venusio, come dimostrano i numerosi video amatoriali diffusi sui social. Di seguito la nota integrale.
Oggetto: Misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica COVID-19 – DPCM del 26/04/2020 –Ripristino attività varie attinenti l’attività venatoria propria degli A.T.C.
Premesso che la nostra Regione, nella situazione creata dal COVID-19 è riuscita a difendersi e, amministrata con capacità, ha limitato i danni rispetto alla maggior parte delle altre regioni italiane, vorrei evidenziare che un grande contributo è da condividere anche con la condizione ambientale lucana che ci permette, in questo caso, di usufruire e beneficiare di una estesa e diffusa ruralità.
Speriamo tutti che dai prossimi giorni si tenga conto delle situazioni particolari locali, è veramente dura vivere per due mesi e passa come se fossimo socialmente in “terapia intensiva” specialmente per noi cacciatori abituati a vivere, la maggior parte del nostro tempo libero, all’aria aperta e respirare aria di campagna o di boschi. Approfittare di ogni possibilità per allentare la tensione a cui siamo costretti, pur tenendo un comportamento virtuoso indispensabile per rimanere in sicurezza, è diventato impellente e necessario.
Mi riferisco a tutte quelle attività che si svolgono in campagna, nei boschi, lungo i fiumi, ovvero le attività proprie della ruralità.
Ci terrei a sottolineare che, contrariamente ai rumors di questi giorni riguardo l’inattività da parte degli A.T.C., noi di Matera eravamo già partiti con una decina di selettori,che con il DPCM del 22/03/2020erano stati costretti a fermarsi, per il prelievo d’urgenza previa chiamata degli imprenditori agricoli.
Con presente vi chiedo di darci conferma di poter riattivare le seguenti attività:
– In conseguenza delle pressanti richieste di intervento da parte di molteplici imprenditori agricoli e le loro Associazioni, con apposita autorizzazione da parte delle Prefetture o addirittura dal Ministero, di dare seguito all’attuazione dei piani di controllo delle specie impattanti come il cinghiale, e a tutte le procedure inerenti a tale attività (utilizo e trasporto di arma, trasporto della carcassa, prelievo di campioni e relativa consegna ai laboratori autorizzati).A tal proposito ci preme segnalare che l’attività di controllo è configurabile come servizio pubblico, oltre che di pubblica utilità, e che pare non essere sospeso da alcun DPCM emanato in contrasto alla diffusione del COVID-19. Nonostante ciò non è assolutamente chiaro se per questa attività i selettori siano autorizzati ad uscire con i dispositivi individuali di protezione.
– L’art. 26 della L.R. n. 2/95, tra gli altri compiti degli A.T.C. e per essi dei Comitati direttivi, nel quadro della pianificazione faunistico venatoria,inserisce la gestione della fauna nei temi più generali della pianificazione e dello sviluppo delle risorse territoriali e di quelle rurali, e incanala fondamentalmente il loro operato in due grossi filoni di attività:
1. ricostituzione di popolazioni stabili e autosufficienti delle specie faunistiche stanziali e realizzazione di intervento di miglioramento ambientale per favorire il loro sviluppo e la sosta della selvaggina migratoria;
2. possibilità di esercitare una sostenibile attività venatoria nel rispetto delle esigenze ambientali non solo in senso lato ma anche delle tradizioni ed usi locali quando non contrastanti con le esigenze di conservazione delle specie selvatiche.
A questo proposito, l’A.T.C. ha programmato, oramai da diversi anni, la ricostituzione faunistica della specie lepre per il mese di maggio/giugno, con l’utilizzo di recinti mobili elettrificati, e della specie fagiano per il mese di giugno/luglio. La prima è un’attività che prevede l’impiego, oltre alla ditta zootecnica che provvede al montaggio dei recinti con due suoi addetti,già autorizzata dai vari DPCM, eal massimo con due nostri collaboratori, i quali opererebbero in condizioni ottimali, all’aperto e quindi senza possibilità alcuna di contagio.Mentre, per la ricostituzione della specie fagiano, potremmo far operare la sola azienda zootecnica, la quale seguirebbe le indicazioni di un solo nostro incaricato accompagnatore automunito circa le zone e i comuni nei quali liberare la selvaggina.
– Altra attività necessaria e indispensabile è l’addestramento e allenamento dei cani che, in periodo di caccia chiusa, è necessaria a garantire il benessere dell’animale. Si svolge in particolari Zone Addestramento Cani (ZAC) ben delineate, vaste e presidiate da personale specifico che danno sicurezza all’applicazione delle regole necessarie del “distanziamento sociale” (provvedimento già adottato da altre Regioni). La frequentazione delle ZAC si svolge con un soggetto alla volta, per un determinato periodo di tempo, quasi mai per più di 30 minuti, e ogni contatto con altre persone è evitato normalmente.
Tutte queste attività che mi sono permesso di portare alla Sua attenzione, insieme alla pesca sportiva lungo i corsi d’acqua, non inficiano assolutamente le regole igienico-sanitarie, perché non prevedono assembramenti e tanto meno vicinanza pericolosa di un soggetto all’altro.Per consuetudine si opera in solitaria o con distanze di decine e decine di metri. Tutta l’attività venatoria, per chiudere, è effettuata singolarmente, senza possibilità di contatto e di contagio.
La ringrazio dell’attenzione che vorrà dare a questa mia nota e, in attesa di miglioramenti sociali oltre che di salute generali, colgo l’occasione per salutarLa distintamente.
Un cinghiale avvistato in viale Italia a Matera