Primo Maggio e Coronavirus, associazione “Matera Ferrovia Nazionale”: “Investire per lo sviluppo e il futuro. Senza utilizzare in maniera produttiva i Fondi statali ed europei non si supera la crisi. Di seguito la nota integrale.
I temi del lavoro, della crisi, della ripartenza e del futuro sono all’attenzione di coloro che discutono di Fase2 e delle problematiche relative al 1° Maggio e al mondo del lavoro. Intanto, sulla stampa locale e nazionale viene evidenziato il rischio per il Meridione d’Italia (e quindi per la Basilicata) di vedere decurtati i Fondi statali destinati alla rinascita del fragile tessuto sociale, economico e infrastrutturale. Un grido d’allarme per quella “clausola del 34%” che, in relazione alla popolazione , opererebbe come “perequazione infrastrutturale” tra Nord e Sud. Clausola che ora potrebbe essere modificata. Un 34% stabilito dalla legge n. 42/2009 riservata agli investimenti per lo sviluppo, per far crescere le produzioni e il Pil del Sud.
Causa il Covid-19, c’è chi intenderebbe rimettere ciò in discussione, nonostante le risorse specifiche dell’Unione Europea in arrivo per il Mezzogiorno. Adesso, quindi, l’obiettivo è evitare questo nuovo scippo ai danni della Basilicata e del Sud.
L’Associazione “Matera Ferrovia Nazionale”, attenta alle criticità dei trasporti e della mobilità, nel condividere tali timori, ricorda che (in aggiunta alle risorse ordinarie) finora i Fondi di Sviluppo e Coesione (FSC) e i Fondi europei per la Ripresa 2021-27 (finalizzati entrambi agli “investimenti” infrastrutturali, ambientali e sociali e quindi all’apertura di nuovi cantieri), non sono stati utilizzati al meglio dalla nostra politica per realizzare opere strategiche come ferrovie e strade. Opere negate da chi avrebbe dovuto rivendicarle e programmarle, visto che la loro mancanza, o inadeguatezza, pone ai margini del progresso, dell’efficienza e della modernità sia il Materano che l’intera regione. Altra opportunità è il recente “Piano straordinario investimenti” di RFI (con 14 miliardi di euro già disponibili per le ferrovie al fine di dare impulso al Paese prostrato dalla pandemia), che dal Comune di Matera non viene preso in alcuna considerazione.
Comunque, la questione del 34% non va trascurata.
Da sottolineare, però, che dalle nostre parti, con un turismo da “riconquistare”, spesso fa discutere “come” si spendono i soldi pubblici, quando non restano inutilizzati e quindi improduttivi. Vanno bene certe riqualificazioni urbane, ma spesso le priorità della città e della regione vengono disattese perché manca una visione proficua volta a realizzare “investimenti” che devono “fruttare” (non solo “risorse da spendere”). E questo per dar vita a uno sviluppo articolato, lungimirante e coerente con le potenzialità e i fabbisogni del territorio.
Scelte politiche, quindi, che dovrebbero creare concrete occasioni di lavoro e di sviluppo alla collettività e alle nuove generazioni che fanno i conti con la crisi di ieri e di oggi. Che significa fare anche “investimenti” per assicurare gli strumenti utili alle aziende dell’asse Valbasento-La Martella-Jesce per ammodernarsi, aumentare la produttività, supportare le esportazioni, essere competitive sui mercati. Tutti fattori che incentivano l’occupazione e creano fiducia.
Al contrario, tali Fondi costituiscono “traguardi utili per pochi” e non alleviano il sottosviluppo e la precarietà se non sono utilizzati per promuovere le “condizioni minime” per fare impresa, partendo anzitutto da ferrovie e strade. Infrastrutture che a Matera e in Basilicata sono indispensabili per sconfiggere l’isolamento, ridimensionare la crisi e la disoccupazione, rilanciando l’economia, le imprese e il turismo verso prospettive più promettenti.