Alla luce degli ultimi episodi di positività al Covid-19 riscontrati tra il personale sanitario dell’Asp di Villa d’Agri di Marsicovetere, fatto gravissimo, un gruppo spontaneo di privati cittadini della Val d’Agri ha deciso di far sentire la propria voce esercitando i propri diritti con una lettera aperta. Di seguito la nota integrale.
La lettera sarà indirizzata alla Regione Basilicata, alla task force regionale, ai sindaci della Valle ed ai cittadini. Stanchi delle approssimazioni, delle negligenze in un territorio importante come la Val d’Agri, chiediamo a voi tutti di condividere questa lettera mettendo il vostro nome e cognome tra i commenti. Tra 24 ore raccoglieremo tutti i nominativi e la lettera sarà indirizzata a chi ha il dovere umano e civico di salvaguardare la nostra salute.
Non c’è nessun intento di divisione tra buoni e cattivi, ma cittadini maturi e consapevoli che intendono contribuire al raggiungimento del bene comune. Nella nostra Valle, che è ad alto rischio di contagio, c’è la necessità di una pianificazione sanitaria seria. Le iniziative come la nostra sono tantissime in regione e non solo, espressione di un senso civico diffuso e di ruolo, non istituzionale ma sì costituzionalmente riconosciuto e garantito, attribuito ai cittadini.
Di seguito il testo integrale della lettera
Chiunque sia in buona fede ha fino ad ora faticato ad imputare responsabilità e colpe a quanti si sono trovati a gestire una situazione difficile ed imprevista.
Tuttavia, a distanza di oltre due mesi dall’esplosione dell’emergenza, proprio quando in Basilicata i dati sembravano incoraggiare la partenza della Fase 2, sapere di un nuovo focolaio avente origine ancora una volta in un presidio sanitario della Val d’Agri, è stata una doccia fredda.
E’ il delicato momento che continua a vivere il territorio della Valle dell’Agri che ha indotto cittadini ed associazioni a scrivere questa lettera. Una forma di partecipazione che è comune a tante altre collettività le quali, seppur in luoghi e contesti diversi, hanno voluto così manifestare una condivisione al perseguimento del bene comune.
E’ un segnale importante questo, in Basilicata come altrove: la partecipazione sobria ed equilibrata dei cittadini alle politiche pubbliche è condizione essenziale quando non si riescono più ad affrontare e gestire questioni complesse, come l’emergenza sanitaria e sociale in atto.
La salute è di tutti e, per questo motivo, non può essere trattata in maniera personalistica e individualistica ma richiede una coralità nelle decisioni ed azioni.
Tanto è di immediata evidenza se si pensa al contesto sociale ed economico lucano che si è dimostrato responsabile ed in cui è cresciuta la consapevolezza della necessità di adottare tutte le precauzioni necessarie ad evitare la diffusione del virus.
E’ sotto gli occhi di ognuno, al contrario, a cosa fino ad ora abbia condotto l’assenza di una chiara ed autorevole pianificazione sanitaria in Val d’Agri, in grado di programmare con estremo dettaglio le azioni da porre in essere a tutela della cittadinanza tutta, partendo proprio da una seria valutazione del rischio emergenziale all’interno delle strutture sanitarie.
Qualcosa non è andato per il verso giusto. La caoticità ha preso il sopravvento. Oggi, il contesto sanitario in Val d’Agri appare fragile e disorientato.
Ulteriore elemento di difficoltà è attribuibile ad un sistema di servizi sanitari in cui non si presenta affatto definita la catena delle responsabilità, in una assoluta promiscuità tra ruoli politici e ruoli gestionali. Con evidente pregiudizio in termini di azioni efficaci ed efficienti.
La conseguenza è una popolazione spaventata e smarrita.
Chiediamo che alle piccole narrazioni individuali, tese ad affermare primogeniture e maggior vigore, si sostituiscano coesione e responsabilità.
Responsabilità e coesione devono produrre una governance territoriale solidale e competente in grado di indicare la direzione in cui procedere.
E’ un invito, il nostro, a ragionare ed elaborare in Val d’Agri una strategia congiunta di prospettiva e visione, senza divisioni o deleterie fughe in avanti.
L’appello che rivolgiamo è quello di procedere immediatamente ad effettuare uno screening della popolazione valligiana che avvenga per cerchi concentrici con azioni che coinvolgano in primo luogo i soggetti più esposti – i sanitari in forza all’Ospedale e presso le case di cura, i medici di guardia, i medici di base, i pediatri – ed allargarsi via via alle categorie in prima linea– forze dell’ordine, personale del volontariato, farmacisti, dipendenti degli alimentari e beni di prima necessità ecc.- ; di prevedere un piano strategico a partire dal 4 maggio, non dopo che i buoi sono scappati, che garantisca un effettivo isolamento di quanti rientrino in Val d’Agri da altre regioni d’Italia; di elaborare, conseguentemente, una programmazione comune che, in sinergia con le iniziative più vaste, sia in grado di riattivare il sistema socio – economico.
La comunità della Val d’Agri, le associazioni, il terzo settore sono pronte ad offrire il proprio impegno e le proprie competenze.
In assenza di una govenance territoriale forte, autorevole ed inclusiva, fondata su politiche di unione, ne usciremo sconfitti, deboli ed inascoltati.
Qualora, gli interventi richiesti, rispettosi di un evidente criterio di logicità e prudenza, non fossero adottati l’unica strada da percorrere sarebbe quella della denuncia alle Autorità competenti.
Cittadini di “Riscatto per la Val d’Agri” che hanno sottoscritto il documento
Tommasina Aiardi, Delida Agrigenti, Carmen Albano, Catia Albano, Maria Pia Albano, Francesco Albini, Francesco Antonazzo, Lida Arena, Maria Rosaria Apicella, Delia Barbante, Maria Luisa Barbante, Giuseppe Barbarino, Giuseppe Beningasa, Maria Bianco, Giuseppe Blasi, Antonio Branda, Raffaele Branda, Francesco Briglia, Angelo Butera, Adriano Caggiano, Maria Calandriello, Mario Calandriello, Rocco Calandriello, Gianuario Cappa, Pietro Carcia, Maria Grazia Caso, Antonella Corona, Matteo D’Andrea, Salvatore Dalessandri, Domenico Dandrea, Annamaria Dapoto, Annalisa Darago, Francesca De Fina, Vincenzo De Gregorio, Giancarlo De Marca, Michele De Sio, Giuseppe Di Biase, Luigi Di Lascio, Olimpia Di Salle, Carlo Di Santo, Vincenzo Ditrani, Vanna Dipietti, Giuseppe Farina, Nicola Fittipaldi, Maico Fortunato, Francesco Antonio Fortunato, Nuario Fortunato, Antonello Fronticcia, Pamela Fronticcia, Natalina Gianmarco, Marinella Giordano, Margherita Giuliano, Carmen Ielpo, Vincenzo Ierardi, Carmelo La Creta, Fabio La Creta, Nazarena La Creta, Antonietta La Scaleia, Giuseppe Labanca, Luciano Lacava, Giovanni Laino, Valentina Laino, Saverio Lapadula, Giuseppina Lapetina, Annamaria Latorraca, Laviero Latorre, Luigi Lavecchia, Caterina Lo Sasso, Vincenzo Lo Sasso, Emilio Logiurato, Delia Magaldi, Giuseppe Malaspina, Maurizio Marchese, Antonella Marinelli, Maria Antonietta Marinelli, Vincenzo Marinelli, Agnese Mastrangelo, Tecla Maulella, Giovanni Melillio, Valentina Milano, Giovanni Miraglia, Antonietta Mocci, Felice Molletta, Giovanni Nero, Massimo Oriolo, Nunzio Oriolo, Gianfranco Pansardi, Cinzia Pasquale, Elio Pellegrino, Michele Pellegrino, Rosa Pippa, Roberto Pisano, Rosa Ramagnano, Mario Ramunno, Ester Restaino, Giuseppe Riviello, Giuseppe Rocco, Giuseppe Rossi, Antonio Rubino, Gianluca Sarapo, Orazio Sassano, Michele Savone, Rocco Scannone, Franco Simone, Marianna Spina, Antonia Stilo, Remo Stilo, Tommaso Stilo, Marilena Tardugno, Caterina Vaccaro, Gianuario Votta, Raffaele Votta, Angelo Zambrino, Domenico Zambrino.
Michele Branda per il Comitato “Uniti per la Val d’Agri”
Francesco Mazziotta per “Avis” Tramutola
Roberto Vita per “Tramutola bikersMDP”