Uil e Cssel: “Piano straordinario anticiclico con riprogrammazione fondi UE 2014-2020 non impegnati”. Di seguito la nota integrale.
Gli strumenti anticrisi messi in campo a livello europeo ed italiano non sono e saranno sufficienti a consentire una ripresa economica, in Basilicata, in tempi anche soltanto medi.
L’impatto della crisi è possente e diversificato nei diversi settori dell’economia lucana e comporterà fenomeni depressivi sugli strati sociali più ampi, con una perdita di reddito e di opportunità occupazionali rilevanti .
La ripresa dipenderà da molteplici fattori interni ed internazionali con una possibile traduzione a livello regionale prevedibile con un ciclo di durata almeno triennale.Come hanno dimostrato le crisi del 2008 e del 2011.
Per questo è necessario che la Regione si attivi per un Piano straordinario, negoziato con Commissione Europea e Governo, basato sulle somme non impegnate dei fondi SIE(FESR e FSE) e del Fondo Sviluppo e Coesione(2014/20).
Una riprogrammazione di questi fondi non impegnati,consentita dai recenti orientamenti dell’Unione europea, orientata verso interventi anticiclici,con una visione di straordinarietà e di sostegno necessariamente assistenziale,per assicurare la tenuta sociale delle famiglie ed una base di liquidità per le imprese impegnate nella ripartenza.
I prossimi due o tre anni dovranno vedere un rilancio di tali strumenti, nelle varie forme (dalla forestazione a nuovi strumenti di sostegno al reddito ed al lavoro, al sostegno ai bisogni emergenti delle famiglie,incluse le forme di lavoro precario…).
I dati di avanzamento dei programmi operativi FESR e FSE, aggiornati a fine febbraio, mostrano che le risorse non ancora impegnate sono di alcune centinaia di milioni (si è in attesa della certificazione aggiornata).In più, andrebbero considerate le risorse del Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020 incluse nel Patto per la Basilicata che cubano ca. 300 milioni.
Questa cospicua massa finanziaria potrebbe essere riprogrammata completamente, in accordo con la Ue e con il Governo italiano, per dare vita, negli ultimi anni dell’attuale ciclo di programmazione, quindi fino al 2023 in termini di spesa, ad un grandeprogramma di tenuta e rinascita sociale, finanziato da un Fondo Unico Anticrisi,differente e parallelo agli interventi di derivazione governativa (Curaitalia, etc.).
La riprogrammazione deve superare le precedenti ed inattuali misure previste nella prima programmazione dei Fondi,definendo invece “pacchetti di sostegno” per le imprese e per le famiglie (anche sotto forma di contributi monetari diretti) selezionati con un impatto diretto sul ciclo, di facile e rapida attuazione e spesa.
La riprogrammazione dei Fondi,con la costituzione di un Fondo unico anticrisi evita di replicare su scala regionale interventi già presenti su quella nazionale (non ammortizzatori sociali, che dovrebbero essere garantiti da Sure di derivazione europea, non garanzie pubbliche alle imprese, che sono già presenti nel DL Liquidità del Governo).
Invece il Fondo Unico punta a sostenere interventi per la liquidità immediata e la riduzione del debito di imprese illiquide ma ancora solvibili, misure di sostentamento economico per i contingenti di ex ammortizzatori sociali e di famiglie con persone perdenti o prive di reddito,costituisce doti familiari per lo studio e formazione,piccoli cantieri e sostegno all’assistenza domiciliare.
Per le misure di competitività strutturale (innovazione, formazione continua, istruzione,ricerca ecc.) non aventi quindi natura congiunturale ed anticiclica, si farà carico alle risorse del prossimo ciclo 2021-2027.Di cui si prevede un avvio anticipato se si troverà in sede europea l’accordo sul nuovo bilancio
Auspicando strumenti di programmazione per progetti più semplici da redigere e valutare, e che potrà cumularsi alla spesa del Fondo Unico Anticrisi centrato sulla spesa delle risorse residue 2014-2020.
Vincenzo Tortorelli, Segretario Generale UIL Basilicata
Giancarlo Vainieri, Presidente CSSEL