Al Circolo Culturale “L’Atrio” di Matera si è inaugurata la mostra “Forme e colori” degli artisti materani Maria Antonella D’Agostino e Giacinto Chita. A presentarli il poeta, l’artista eclettico Michele Martinelli. Una mostra accattivante per gli elementi che sono opere degli artisti e che hanno due modi diversi di interpretare il pensiero artistico nella elaborazione personale dei concetti, degli oggetti, delle cose. Maria Antonella esalta la poesia e la consacra nel lavoro della creazione del “libro-oggetto” la cui composizione cromatica e aggiuntiva di altri effetti scenici come la rosa, la collana, le conchiglie, l’orologio inserito nel libro che è “mummificato” ne evidenziano un effetto di gran fascino. “Ho sempre avuto la passione per la pittura e il disegno ed adesso è scattata quella per la poesia: tutte e tre sono forme di comunicazione per esprimere emozioni, sentimenti, considerazioni”.
Giacinto Chita è immerso nella “fascinazione” generale dei grandi rioni materani: i Sassi. I suoi quadri sono una pioggia di colori che sottolineano le sue ricerche geometriche e gli spazi che si connubiano in simbolismi senza metamorfosi umane: sono assenti queste! Sono i ruderi, le grotte, i vicinati e l’habitat naturale costruito in una architettura “geniale” che prende forma ed evidenzia una storia millenaria materana. Chita realizza sintesi con ferro acciaioso che staglia nello spazio espositivo i profili di Matera con la cattedrale e i Sassi, le fontane che hanno “dissetato” la popolazione materana grazie all’acqua che sgorgava dal Frida: Altri tempi, visto che adesso la popolazione deve ricorrere al consumo di acqua in bottiglie di plastica.
“La luce rende cangianti i Sassi e la forma esaltata che è frutto dell’espressione di contadini” afferma Chita. Michele Martinelli ne traccia un filo logico che invade i due artisti.
Sui Maria Antonella D’Agostino il poeta Martinelli non ha dubbi: “La sua arte è una continua liberazione esistenziale, fatta di lavoro, di poesia, di pittura. La sua arte prende forma dall’oggetto, diventa mezzo espressivo della sua creatività pittorica, tanto da diventare pretesto per un racconto visivo e poetico della sua vita. Diventa un’invenzione, una interazione tra poesia e pittura, direi autobiografica; diventa opera figurativa, ispirata ad altre opere “prese a modello” e originalmente re-interpretate con forme, colori, espressioni e materiali differenti, da diventare pittura e scultura nello stesso tempo. Opere di pittura materica come quelli di Enrico Prampolini, Roberto Crippa, Alberto Burri, Antoni Tapies”.
Chiaro anche il giudizio su Giacinto Chita: “Da un’esperienza sviluppata nell’ambito dell’astrattismo, oggi Chita propone una nuova dimensione creativa evocando i Sassi di Matera, un luogo dove l’immaginario diventa una chiave per scappare dalla realtà e fine nel silenzio, nella solitudine, tanto che i Sassi vuoti, senza figure umane, sono attraversati da trame cromatiche in minuzionse decorazioni formali, vibranti come se il vento abbia spinto l’uomo fuori dalle abitazioni ataviche dei Sassi. Chita realizza opere con materiali diversi ispirandosi ad elementi architettonici della città dei Sassi, quali fontane sparse nei diversi punti della città, tanto da trasportare sulle tele anche bassorilievi figurativi”.
La mostra resterà aperta sino al 25 giugno con orari dalle 19,30 all 21,30.
La fotogallery completa sulla mostra è disponibile in SassiLive Multimendia seguendo il percorso indicato: “Gallery>Sassi Show>”Mostra D’Agostino-Chita”