L’Associazione Nazionale Consiglieri e Assessori Comunali esprime tutta la sua perplessità nella gestione dell’emergenza nazionale da diffusione del Covid19 (SarsCov2) da parte della Regione Basilicata. Infatti, sin dall’inizio dell’emergenza la Regione non si è mostrata sempre lucida nella gestione di questa emergenza con questo nemico sconosciuto ed invisibile. Da parte del Presidente Bardi, in tutto questo periodo emergenziale, sono state emesse varie ordinanze dove spesso è accaduto che una veniva prontamente smentita e rettificata dalla successiva, anche nel giro di poche ore.
L’ultima puntata di questa serie di ordinanze – prosegue l’ANCAC – si è avuta nella tarda serata del 29 Aprile tramite un post sul profilo Facebook dell’Assessore alla Sanità Rocco Leone veniva lanciata la notizia della quarantena obbligatoria e del tampone per chi entra in Basilicata. Notizia che qualche ora più tardi, in ore notturne come la Regione ci ha abituato in questa emergenza, si è trasformata nell’Ordinanza n. 20 a firma del Presidente. Questa ordinanza, per cui abbiamo sin da subito nutrito forti dubbi di costituzionalità, dopo solo 4 giorni e proprio nel giorno dell’inizio della fase 2 viene corretta trasformando l’obbligo di sottoporsi a tampone ad una mera facoltà dell’interessato.
Ancora una volta dunque notiamo una contraddizione sui provvedimenti adottati dalla Regione Basilicata dove con una raffica di ordinanze sparse si dice tutto il contrario di tutto. Insomma negli uffici di Via Verrastro è di tutta evidenza come le idee non siano chiare su come gestire questa emergenza e l’avvio della fase 2 tramite la quale si dovrà inevitabilmente convivere con il virus limitando al massimo le possibilità di diffusione tra la popolazione, senza peraltro entrare nel merito di quella che è stata la gestione delle strutture sanitarie nella fase iniziale dell’epidemia con le polemiche sui ritardi ed i numerosi decessi probabilmente legati proprio alla lentezza del sistema sanitario regionale.
Numerose criticità scaturite proprio dalle informazioni fuorvianti sono state alla base di numerose segnalazioni ricevute dagli amministratori del territorio e dai nostri associati che a causa dell’incertezza delle ordinanze regionali, tal volta in contrasto anche con i D.P.C.M., si sono trovati in difficoltà dapprima nella gestione della fase acuta dell’emergenza ed ancor più adesso nell’affrontare la fase 2 dove l’attenzione deve essere massima per evitare la diffusione massiva di nuovi contagi.
Invitiamo la Regione – conclude ANCAC – a meglio strutturare il proprio piano per questa fase due ed evitare allarmismi, preoccupazioni ma soprattutto contraddizioni che dal nostro punto di vista rischiano di essere controproducenti generando confusione e potenzialmente dannose per la ripresa delle attività economiche che inevitabilmente dovranno ripartire pian piano nel prossimo mese di Maggio.
Come Associazione siamo, altresì, pienamente disponibili a cooperare insieme al Presidente Bardi per questa fase 2 unitamente a tutti i nostri associati che nei propri comuni sono attivi da oltre due mesi nel territorio per cercare di soddisfare tutte le richieste e venire incontro ai bisogni della popolazione.